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Dakar: De Rooy solo con 3 ruote motrici nella sabbia!

L'olandese del team Petronas De Rooy con l'Iveco Powerstar conclude terzo una tappa micidiale

Quella di Tom Colsoul di ieri era sembrata una profezia che per poco non si è avverata: il navigatore di Gerard De Rooy, dopo i due successi di tappa consecutivi con l’Iveco Powerstar Torpedo del team Petronas De Rooy, aveva dichiarato alla vigilia della quinta tappa della Dakar 2014, la più lunga della corsa, che l’equipaggio avrebbe affrontato la dura giornata senza trionfalismi, e in generale non avrebbe fatto previsioni per la prosecuzione della massacrante gara, se non vivendola un giorno alla volta, perché l’anno prima, subito dopo le due vittorie in sequenza, era arrivato il ritiro che li aveva mandati a casa. Si può ben capire, allora, come mai, quando l’Iveco Powerstar Torpedo intorno alle 19,40 è arrivato primo fra i camion al bivacco di Tucuman, il mezzo sia stato immediatamente circondato dai meccanici e dagli ingegneri del team Petronas, che si sono voluti complimentare con l’equipaggio, composto anche da Tom Colsoul, copilota, e da Derek Rodewald, meccanico, anche se non ha vinto la tappa. Gerard De Rooy ha portato a casa un preziosissimo terzo posto, in una giornata molto difficile: il giovane olandese è riuscito a contenere i distacchi dai camion Kamaz, in una tappa che conta quasi più di una vittoria, perché il percorso argentino proponeva due prove speciali molto selettive nella stessa giornata. “Oggi è stata veramente una speciale difficile – racconta Gerard De Rooy -, molto più, almeno per il nostro equipaggio, rispetto a quelle degli ultimi due giorni. Abbiamo dovuto superare una serie di problemi che ci hanno reso impegnativa l’intera tappa. Nella prima parte ci siamo insabbiati nelle dune: in uno dei tentativi di tirarci fuori d’impatto abbiamo rotto un semiasse. Per non perdere troppo tempo abbiamo deciso di proseguire con soltanto tre ruote motrici!”. Facile a dirsi, ma è stato terribilmente complicato da portare a termine: Gerard questa volta ha proprio l’aria molto provata… ”Ci abbiamo provato, ma eravamo consapevoli che non sarebbe stato semplice completare la giornata in quelle condizioni, ma eravamo consapevoli che fermandoci per effettuare la riparazione avremmo perso troppo tempo in classifica, tanto valeva fermarsi”. Per fortuna buona parte della seconda speciale è stata annullata dall’organizzazione per motivi di sicurezza… ”E’ così, ma avevamo trovato il modo per proseguire con le sole tre ruote motrici: sulle dunette e sui tratti di vegetazione non è stato per niente semplice, perché la sabbia era davvero morbida e si sprofondava in continuazione. Siamo riusciti a contenere i distacchi, e questo è un aspetto molto importante”. La giornata è finita positivamente, ma poteva essere una sorta di Caporetto… ”Non ci siamo mai arresi, abbiamo tenuto duro anche se, per come si erano messe le cose, pensavo che avremmo perso almeno 45 minuti. Siamo rimasti insabbiati per un quarto d’ora e poii abbiamo ridotto un po' il distacco, tant’è che alla fine della prima frazione cronometrata eravano attardati di appena 8 minuti. Un vero miracolo!”. E i guai non vengono mai soli… ”La tappa, oltre a essere molto impegnativa, si è disputata in una giornata terribilmente calda: il nostro camion ad un certo punto ha cominciato a risentirne: man mano sono salite anche le temperature del motore e per evitare che si potesse rompere siamo stati costretti a ridurre il passo. Ci siamo anche dovuti fermati per fare un rabbocco di liquido. In questa situazione abbiamo perso solo 12 minuti dal vincitore di tappa (Sotnikov su Kamaz ndr) e in classifica generale siamo pur sempre primi con un vantaggio di 32' su Karginov”. Le dune di Fiambalà erano molto temute, ma erano le stesse degli anni passati? “No, direi di no. In effetti non erano vere e proprie dune, ma solo delle zone di sabbia fin troppo soffice. Per spiegare meglio si può dire che abbiamo dovuto affrontare delle montagne di terra, con della sabbia soffice in mezzo e con corridoi molto stretti in cui passare. Abbiamo fatto anche un errore di navigazione all'inizio, perché essendo stati i primi dei camion a partire, aprivamo la pista. In realtà ho visto molti altri mezzi pesanti incappare nello stesso sbaglio: restare sulle tracce delle moto. Oggi era facile perdersi e sono diversi che sono caduti in alcune trappole di navigazione”. Come la auto, anche i camion hanno disputato un pezzo della seconda speciale, prima dell’annullamento: si dice che ci fosse tanto pubblico anche in zone pericolose delle pista… “Abbiamo fatto i primi cento chilometri come le auto, ma non direi che ci fosse molta gente. In realtà non ho capito bene perché abbiano tagliato la seconda speciale. Posso però pensare che sia stato per un fattore di sicurezza: gli elicotteri, infatti, avevano operato diversi interventi nel primo tratto cronometrato, per cui non li ho mai visti nelle seconda prova. Evidentemente erano tutti concentrati sulla prima parte del percorso…”.

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