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De Rooy si ferma per soccorrere Mardeev capotato!

L'olandese del Petronas Team De Rooy Iveco perde una ventina di minuti per soccorrere l'avversario

Gerard De Rooy, 27 anni, olandese, pilota di punta del Petronas Team De Rooy Iveco, è l'eroe del giorno alla Dakar 2014. O almeno così lo disegnano al bivacco di San Rafael per la sua opera di salvataggio nei confronti di Ayrat Mardeev, il pilota russo della Kamaz che ieri aveva vinto la prima speciale della rally raid in Sud America, prima di capotarsi rovinosamente. L’Iveco Torpedo si è fermato per soccorrere l’equipaggio in difficoltà e ha rinunciato alla possibilità di vincere la prova per passare in testa alla classifica dei camion. E, nonostante abbia perso almeno una ventina di minuti, Gerard insieme al navigatore belga, Tom Colsoul, e al meccanico polacco, Derek Rodewald, si sono classificati al terzo posto della classifica assoluta dei mezzi pesanti, con un distacco che è solo di 9’35” dall’altro olandese Marcel Van Vliet che comanda la graduatoria. Gerard che cosa è avvenuto esattamente durante la speciale? “Oggi ci siamo divertiti, davvero. La speciale era molto bella e con l’Iveco Torpedo abbiamo guidato per gran parte del percorso insieme a Mardeev, affrontando insieme anche le dune. Una volta finita la sabbia Ayrat mi ha superato e io l'ho lasciato andare perché ho notato che era più veloce. E la nostra tattica di quest’anno è cercare di non incappare negli errori: nella bagarre ci stavamo divertendo, ma ho deciso che non volevo forzare...”. E poi cosa è successo? ”Il percorso è cambiato diventando molto ostico: poco dopo il sorpasso Mardeev è caduto in una sorta di crepaccio. Noi siamo arrivati nel punto dell’incidente poco dopo il russo e potevo non aiutarlo. Subito non sapevamo come stavano i tre componenti dell’equipaggio. Constatato che non si erano fatti niente, abbiamo aiutato il russo a tirare fuori il suo mezzo dal punto in cui era andato a finire”. Dove si è verificato l’incidente? “Dopo le dune di sabbia, nel punto più stretto dei canyon, a circa 30 chilometri dalla fine della speciale, in quello che forse era il punto più tecnico. Ci siamo trovati di fronte ad una scena desolante perché il camion di Mardeev era capotato sul tetto. Grazie ai mezzi di bordo dell’Iveco Torpedo lo abbiamo tirato fuori, rimettendolo sulle quattro ruote. Solo che poi il suo Kamaz restava in mezzo alla strada e non era possibile passare da nessuna parte, né alla sua destra, né a sinistra”. Come se ne poteva uscire fuori? ”In realtà c’era una soluzione: era quella di tagliare attraverso un campo coltivato, che si trovava accanto ad una fattoria. Ma l'organizzazione della Dakar, ad inizio gara, era stata abbastanza tassativa nelle sue disposizioni e ci aveva detto di non azzardarci a farlo mai. È per questo che abbiamo cercato di evitarlo, anche perché il proprietario del campo era proprio lì e ci pregava di non transitare sul suo podere. E così, non avendo altra scelta siamo rimasti piantati nell’imbuto per un po' di tempo, senza avere una via d'uscita”. E poi come avete sbloccato la situazione? ”Abbiamo aspettato ancora un po' di tempo, ma poi, purtroppo, siamo dovuti passare sul campo della fattoria. Mi è dispiaciuto un sacco, ma davvero non potevamo agire diversamente. Ed anche gli altri veicoli che sono arrivati dopo di noi e si erano incolonnati hanno fatto lo stesso. Hanno seguito la tracce che avevo aperto io e solo così siamo riusciti ad arrivare alla fine della speciale”. Quindi avete aiutato il russo a rimettere il suo mezzo rovesciato sulle quattro ruote? . “Sì, lo abbiamo fatto, ma non credo che ci sia stato niente di eccezionale. Mardeev era fermo e sono intervenuto. Anche perché ad ogni modo non sarei riuscito a passare e mi sarei comunque dovuto fermare per qualche minuto. A quel punto tanto valeva rendersi utile, no?”. Il portacolori del team Petronas non è un tipo di troppe parole, però è parso estremamente sincero. Il regolamento della Dakar prevede per chi si ferma ad aiutare un pilota in panne che poi gli venga sottratto dalla classifica il tempo impiegato nel soccorso... “Sì lo so e l'organizzazione ci ha chiesto se volevamo che questo calcolo venisse fatto. Gli abbiamo risposto che per noi era lo stesso. Se voleva era libera di agire, perché quella è una decisione che spetta alla giuria. Tutti hanno visto quello che era accaduto, ma non siamo intervenuti per essere ricompensati del tempo perso”. Il camion di Mardeev in che condizioni era dopo il capotamento? “Oh, era messo proprio male. Non credo che riuscirà a ripartire, temo purtroppo che per lui la Dakar sia finita”. Queste sono le storie che hanno creato il mito della Dakar, una gara massacrante nella quale non si risparmiano le battaglie a suon di sorpassi sulle piste o sulle dune, ma che può mettere in evidenza la solidarietà umana quando un avversario è in grave difficoltà e rischia di mettere a repentaglio la sua sicurezza e l’incolumità. Gerard De Rooy non è in testa alla corsa, ma è come se la sua speciale l’avesse vinta lo stesso…

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