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De Rooy: "Peccato, abbiamo fatto del nostro meglio!"

Gerard spiega come mai i commissari hanno abbuonato i minuti al Kamaz di Karginov

De Rooy:
Ci mancava solo il giallo finale. La Dakar 2014 non si è fatta mancare proprio nulla per essere in linea con quelle più prestigiose disputate in Africa. Nell’atto finale, che avrebbe dovuto essere trasformarsi solo in una passerella per i vincitori, ne sono successe di tutti i colori: nella tappa di La Serena – Valparaiso si è decisa la corsa dei camion: anzi, a dire il vero, non sono bastati gli ultimi 156 km di prova speciale per sancire già al traguardo l’equipaggio che aveva prevalso dopo una battaglia durissima quanto entusiasmante. Analizzando i tempi scaturiti dall’ultima tappa, il successo sarebbe toccato a Gerard De Rooy con l’Iveco Powerstar Torpedo. E, invece, la classifica dei camion è stata subito congelata, perché il collegio dei commissari sportivi ha voluto esaminare quanto accaduto nell'ultima speciale alla presenza di tutti i protagonisti della storia che poteva decretare il vincitore fra i camion della Dakar 2014. L’olandese del team Petronas De Rooy è giunto a Valparaiso nella convinzione di essere aggiudicato la seconda edizione della Dakar dopo quella del 2012: Gerard con il copilota Tom Colsoul e il meccanico Darek Rodewald, hanno chiuso l’ultima frazione cronometrata al secondo posto, rifilando ben più dei 7’25” che separavano il loro Iveco Powerstar dal Kamaz di Andrey Karginov. Erano andati all’attacco tentando il tutto e per tutto, dopo intere giornate impegnate a gestire il primato, fino alla famigerata foratura del terz’ultimo che li ha fatti scivolare al posto d’onore. L’aver ribaltato sulla pista un risultato che sembrava ormai impossibile aveva galvanizzato l’intera squadra con i colori Petronas, ma dopo una lunga attesa è arrivata la doccia fredda: il successo è andato all’equipaggio russo del Kamaz. “E' stato veramente un giorno strano – racconta Gerard De Rooy -. Noi abbiamo disputato una buona gara, dando il massimo nell’ultima speciale. Più o meno a metà della prova abbiamo trovato la Mini dei cinesi Young Zhou e Hong Yu Pan capottata. L’equipaggio cinese era incolume, solo la macchina numero 319 era a ruote all’aria. La pista non era affatto ostruita e, allora, siamo andati avanti per concludere il tratto cronometrato”. E poi cosa è successo? ”Al traguardo eravamo molto soddisfatti della nostra gara, ma doveva aspettare di vedere arrivare il Kamaz per avere conto di quanto tempo eravamo riusciti a recuperare. Lo abbiamo visto sbucare all’arrivo dieci minuti più tardi. Ad ogni secondo che passava maturava l’idea che potessimo aver vinto, che l’impresa tentata aveva avuto il suo effetto. E, invece, Karginov non appena è sceso dal suo camion ha chiesto ai commissari di sottrarre dal loro tempo complessivo quello che avevano perso a rimettere sulle quattro ruote la Mini. Francamente non abbiamo capito perché lui si sia fermato ad aiutare l’equipaggio della Mini: quando siamo arrivati noi si poteva passare e così hanno fatto molte altre vetture oltre e noi. Solo il Kamaz si è fermato e ha rimesso i cinesi sulla strada. Che stramo…”. E allora cosa avete fatto? “Siamo andati dagli ufficiali di gara e abbiamo detto loro che non era possibile abbuonargli i minuti persi, non era giusto. Tutt’al più potevano restituirgli due minuti, com’è scritto nel regolamento in casi come questo. Il tempo si cancella quando si presta soccorso ad un equipaggio e i commissari di gara erano d'accordo con me. Non essendo chiare le modalità di cosa fosse successo, abbiamo fatto chiamare anche i piloti della Mini e i commissari gli hanno chiesto con chiarezza che cosa fosse successo. Loro hanno detto che la vettura era stata spostata dopo che io ero già passato e hanno confermato che per il Kamaz era impossibile riuscire a continuare sulla pista della speciale. Hanno confermato che il camion russo si era fermato per rimetterli dritti e in questo modo i commissari sono stati costretti a riconoscere loro un certo numero di minuti di abbuono. Restituendogli così il successo…”. Una situazione del tutto anomala dopo 9 mila chilometri di gara... “Sì molto curiosa, ma eravamo tutti riuniti nella stessa stanza e parlavamo la stessa lingua, quindi la decisione è stata chiara per tutti. Noi siamo comunque contenti della nostra seconda piazza. Abbiamo disputato una bella gara, abbiamo spinto tutto quello che potevamo: insomma siamo soddisfatti del nostro lavoro. Siamo stati in testa al rally per dieci giorni. I quattro camion del team Petronas De Rooy sono tutti al traguardo e questo è un altro ottimo risultato per il team. Sappiamo di aver fatto del nostro meglio: in questo momento è quello che conta”. Come va giudicato il debutto del nuovo motore Cursor 13? “E' un buon motore, siamo contenti. Abbiamo avuto qualche problema nella prima fase della gara, per trovare le regolazioni giuste, ma poi abbiamo risolto tutto nella maniera migliore, per cui la meccanica ha funzionato nel modo giusto. Voglio ringraziare anche la Petronas che non è stata solo un prezioso sponsor in questa avventura, ma anche un prezioso partner tecnico che ci ha permesso con i suoi lubrificanti della linea Urania di affrontare un’edizione della Dakar 2014 con alcuni passaggi che sono stati proibitivi anche per i mezzi”. L’esperienza così dura di quest’anno è stata utile per trarre delle informazioni utili a migliorare ancora la parte meccanica? “Sì certo, appena rientreremo i motori torneranno alla factory dell’Iveco per essere smontati e controllati, mentre i lubrificanti saranno analizzati a Villastellone, al centro ricerche della Petronas che si trova in Italia. Questa Dakar ci ha indicato alcune interessanti linee di sviluppo…”.

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