Sainz: "La mia Dakar più dura, giusto che abbia vinto Peugeot"
Il madrileno si è assicurato la seconda Dakar della propria carriera, la prima con la vettura del Leone, dopo quattro stagioni con i francesi, in una edizione che descrive come la più dura dal 2006...
Carlos Sainz, Peugeot Sport
A.S.O.
Dakar 2018: Peugeot
Il 2018 chiude il programma Dakar di Peugeot: seguite la 3008 DKR alla caccia del successo per il Leone.
Carlos Sainz a Córdoba riscrive una pagine importantissima della sua storia, dato che proprio nella città argentina conquistò il suo ultimo Mondiale Rally 14 anni fa.
Oggi il madrileno ha vinto l'edizione 2018 della Dakar e i suoi occhi non appaiono più così asciutti come quando si trovava tra la polvere peruviana, le piogge boliviane e il fesh fesh argentino. Spazio alle emozioni quindi.
"E' stata una grandissima vittoria perché questa è la più dura Dakar cui abbia mai preso parte, includendo anche le due africane che ho fatto - ha dichiarato lo spagnolo al traguardo circondato da una marea di fotografi - Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato partendo da Lucas Cruz, il mio co-pilota, e passando per ciascun membro del team Peugeot per la fiducia che hanno riposto in me. Abbiamo iniziato questo progetto con le 2 ruote motrici quattro anni fa lavorando duramente e penso che ci siamo meritati il successo".
"Qui vinsi l'ultimo Mondiale Rally nel 2004, quindi sembra proprio che l'Argentina e Córdoba siano un posto speciale per me".
Sainz ha calato il ritmo nel corso della gara, ma è stata proprio la grande pazienza che lo ha portato al successo in questo evento. Una tattica che aveva già rivelato quando si trovava a Lima.
"Abbiamo visto che ogni giorno succedeva qualcosa, per cui la gara si faceva assai dura fra tutte le sorprese e trappole che si presentavano. Fino ad un certo punto abbiamo spinto, poi è venuto il momento di gestire e non è facile tenere un buon passo quando si ha così tanto vantaggio. Si rischia di perdere la concentrazione e di commettere errori quando vai piano, mentre se spingi devi stare più attento".
In questi 15 giorni anche la fortuna è stata dalla sua parte, visti i guai in cui sono incappati Toyota, Loeb, Despres e Peterhansel, mentre la coppia si è tenuta fuori da qualsiasi grattacapo.
"Bisogna essere fortunati, ma abbiamo rischiato anche noi come il giorno in cui si è rotta la cinghia dell'alternatore. In una gara di due settimane così dura è indubbio che serva anche fortuna, ma quando vinci con questo vantaggio vuol dire che hai lavorato molto bene".
L'ultima gara di Peugeot alla Dakar si conclude quindi con un successo, anche se non per mano di un francese. Sainz è comunque convinto che in questi quattro anni si sia fatto tantissimo e alla fine il duro lavoro abbia pagato.
"Dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto con questa macchina negli ultimi quattro anni penso sia giusto che abbia vinto la Peugeot. Sono stati fantastici e abbiamo creato un'auto vincente, per cui ringrazio tutti quelli che hanno dato una mano in questo tempo".
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