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Intervista

Dakar, Roma e quella buca da brividi: "Oggi contava resistere psicologicamente"

Il catalano si è ritrovato nella medesima sezione che nel 2018 lo vide finire K.O., ma questa volta ha preferito proseguire prudentemente sapendo che la gara è ancora lunghissima ed evitando l'insidia.

#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma

#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma

X-Raid Team

Dakar 2019: Auto

Tappa dopo tappa, seguite le auto in lotta per la vittoria della Dakar 2019

#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma, Alex Haro
#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma
#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma, Alex Haro
#307 X-Raid Team: Nani Roma, Alex Haro Bravo
#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma, Alex Haro
#307 X-Raid Team Mini: Nani Roma, Alex Haro

La psicologia conta parecchio negli sport ad alto livello e il cervello può essere più forte di qualsiasi altra parte del corpo.

Chi può dirlo forte è Nani Roma, che in questa seconda Tappa della Dakar 2019 ha avuto un incontro ravvicinato con una zona a lui conosciuta.

“Negli ultimi 2-3 km ho frenato, erano esattamente uguali all'anno scorso, ho provato sensazioni simili. Penso che sia stato così per tutti, personalmente non volevo incappare nella stessa duna che mi causò problemi nel 2018 - ha detto arrivato al bivacco parlando con Motorsport.com - C'era la stessa buca, identica. Ci sono passato un po' più a sinistra, comunque sembra che anche altri abbiano rallentato. Ripensandoci, non è stato affatto semplice psicologicamente, ma tutto sommato il risultato di oggi è ottimo, quelli davanti soffrivano a fare da apripista".

Roma 12 mesi fa riportò un trauma cranico-cervicale che gli causò dolore per tutto il resto del rally raid, ma la Dakar di oggi è più corta e questo è un bene. 

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“La cosa bella è che qui non ci si ferma, poi quando succede a te puoi anche mandare tutti a quel paese, però lo sport è così e quello che conta è il risultato finale. La cosa più penalizzante è non aver linee e traiettorie, domani però ci saranno le moto davanti a noi e tutto sarà più semplice".

“Per me oggi la cosa più importante non è stato il risultato, ma come abbiamo corso. L'ho fatto, diciamo così, in modo silenzioso mantenendo un buon ritmo. Per me non è un problema il non fermarsi, abbiamo le nostre opzioni da valutare, ma sono convinto che tutti avranno qualcosa con cui fare i conti".

Il catalano, affiancato da Alex Haro, al momento è terzo a 42" da De Villiers e a 14" da Ten Brinke.

“Siamo tra i migliori e questo è l'importante. Cerco di basarmi molto sulle sensazioni e alla Dakar non dirò mai che la vincerò sicuramente perché ci sono troppe incognite e sorprese. Mi è capitato di finire fuori a 2 giorni dalla fine, mi ricordo che nel 2000 avevo 20' di vantaggio sul secondo. Siamo solo al secondo giorno e debbo stare calmo, c'è ancora tanta strada da fare. Domani aprirà Loeb, io penserò ad andare al mio ritmo, vedremo se sarà buono o no". 

 

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