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Dakar | Quattro Iveco inseguono Loprais che è sotto assedio

Il marchio italiano insegue il Praga V4S di Loprais con quattro Powerstar di due squadre diverse: il team De Rooy schiera tre mezzi (due nei colori Eurol di padre e figlio Van der Brink e uno nella livrea Boss Machinery per Van Kasteren), mentre MM Technologies si appoggia a Macik. Il poker dovrebbe consentire strategie differenziate per mettere in difficoltà il leader ceco, a patto che le due squadre non si facciano una battaglia fratricida. La rivalità è forte perché nessun equipaggio ha vinto una Dakar.

#506 Eurol Team De Rooy Iveco: Martin Van Den Brink, Rijk Mouw, Erik Kofman

Foto di: A.S.O.

Dakar 2023 | Camion

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Una spina nel fianco: il Praga V4S DKR è il camion che conduce la classifica dei camion nella 45esima Dakar. Ales Loprais ha vinto due tappe, ma in sei speciali si è sempre classificato in zona podio, mostrando uno straordinario passo che ha fatto della regolarità e dell’affidabilità il suo credo. A caccia dell’unico mezzo del team Instaforex ci sono ben quattro Iveco Powerstar che si preparano alla seconda settimana di raid con intatte possibilità di successo finale.

Il primo inseguitore di Loprais è Martin Van der Brink, 52 enne olandese di Harskamper: ieri nella seconda frazione della tappa marathon ha visto crescere il distacco dal Praga a 16 minuti, dopo un paio di giorni in cui la differenza si poteva misurare in secondi…

"Ieri abbiamo perso un po' di tempo ed è stato un vero peccato – ha spiegato Martin -, abbiamo accusato un problema al motore per tutto il giorno. Abbiamo provato a fare un reset, ma non è servito a nulla. All'inizio Mitchel ci si è affiancato nel letto di un fiume: speravamo di reggere il suo passo, ma lo abbiamo visto scomparire in lontananza, proseguendo al nostro passo”.

In realtà Martin Van den Brink, Erik Kofman e Richard Mouw non hanno respirato fino al traguardo temendo un cedimento...
“Nella zona di neutralizzazione abbiamo scoperto un ripartitore di coppia molto caldo, probabilmente perché la trazione integrale rimaneva attiva anche quando guidavamo sull'asfalto. Anche la temperatura dei gas di scarico era troppo alta. Alla fine è andata bene perché siamo qui a Riyadh per il giorno di riposo”.

I meccanici del team Eurol De Rooy hanno cambiato tutto quello che è possibile sostituire sul Powerstar in vista della seconda metà di questa Dakar durissima.

L'Iveco Powerstar di Mitchel Van den Brink al bivacco durante i lavori di rialzo

L'Iveco Powerstar di Mitchel Van den Brink al bivacco durante i lavori di rialzo

Photo by: A.S.O.

Mitchel Van den Brink, 20enne figlio di Martin, è stato mandato alla carica nella speranza di costringere Loprais ad allungare il suo passo, ma il ceco non si è fatto prendere dalla sfida e ha proseguito la tappa con il suo passo. “Ieri c’erano dune estreme con cime molto alte – rivela Mitchell – ma non abbiamo commesso errori: l’unico guaio è che si è rotto il finestrino sul lato destro per l’urto contro un ramo di un albero. Chi si è divertito di meno è stato il navigatore Moi Torrallardona che è seduto da quella parte!”.

Nel finale dell’ottava tappa, però, è stato Marcin Matik ad agguantare Mitchel, seminandolo prima del traguardo e cogliendo la quarta affermazione parziale, oltre al prologo…
“Peccato, siamo stati in testa per gran parte della speciale, ma Macik è stato un po' più veloce nell'ultima sezione. Sulle piste veloci piene di pietre riesce a essere più rapido di noi”.

Mitchel paga un distacco di quasi due ore da Loprais e difficilmente può pensare di rientrare in battaglia, ma sarà utilissimo nella fase delicata della corsa, quando la strategia potrebbe prendere il sopravvento sulla qualità dei mezzi. Se Van den Brink jr può puntare ai successi parziali dopo essere diventato il più giovane pilota a vincere una tappa a poco più di 20 anni, Macik guarda alla seconda settimana del raid con l’aspettativa di chi è consapevole di disporre dell’Iveco Powerstar più veloce.

#501 MM Technology: Martin Macik Jr., Frantisek Tomasek, David Svanda

#501 MM Technology: Martin Macik Jr., Frantisek Tomasek, David Svanda

Photo by: A.S.O.

Il mezzo curato dalla MM Technologies è nuovissimo: dopo il successo in Marocco ha confermato di essere il Powerstar capace di prestazioni impossibili per gli avversari: il ceco ha pagato una giornata no a inizio raid che lo aveva fatto cadere a oltre un’ora di distacco, ma poi ha ritrovato l’andatura per recuperare e ora si trova solo a 47 secondi da Janus Van Kasteren, terzo assoluto con l’Iveco del team De Rooy nella colorazione Boss Machinery. L’esperto olandese è a 38’03” da Loprais, un divario facilmente chiudibile in una settimana se non commetterà delle ingenuità come quella di ieri...

“La speciale all’inizio era una pietraia molto insidiosa. Pensavamo di avere la gomma anteriore destra sgonfia e non siamo riusciti a mantenere la pressione dell'aria abbastanza alta con il sistema di gonfiaggio dall’abitacolo per cui ad un certo punto abbiamo deciso di fermarci per cambiare lo pneumatico poiché la temperatura era salita da 90 a 100 gradi”.

#502 Boss Machinery Team De Rooy Iveco: Janus van Kasteren, Darek Rodewald, Marcel Snijders

#502 Boss Machinery Team De Rooy Iveco: Janus van Kasteren, Darek Rodewald, Marcel Snijders

Photo by: A.S.O.

Un errore che è costato un po’ di tempo: “Ah certo – ha proseguito Janus - è più facile cambiare una gomma quando è ancora intera e non completamente… distrutta. Non solo ma solo quando si siamo fermati abbiamo visto che anche l’anteriore sinistra era sgonfia. E venti chilometri più avanti si è afflosciata anche la posteriore sinistra”.

A quel punto era staccato l’allarme perché ogni mezzo dispone di due scorte soltanto…
“Da quel momento in poi, Darek ha utilizzato ininterrottamente il sistema di gonfiaggio per tenere le coperture con la minima pressione necessaria. Abbiamo rischiato, perché il sistema non stava funzionando a dovere e non ce n’eravamo accorti. È andata bene…”.

Insomma quattro Iveco di due squadre diverse (il team De Rooy ha anche due colorazioni distinte) hanno la grande opportunità di riportare alla vittoria il marchio italiano che è a bocca asciutta dal 2016 quando a imporsi era stato proprio il team principal, Gerard De Rooy.

Senza i russi della Kamaz sul campo, Iveco vuole riprendersi la scena, ma occhio alla “zanzara” Loprais che continua a pungere sola, soletta…

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