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Dakar, Peterhansel: "Non ho preso rischi, ma quelle tracce di moto..."

Dopo aver vinto la terza tappa con la sua Peugeot 3008 DKR, Stéphane Peterhansel si è mostrato molto calmo e sicuro, pur ammettendo di non aver perso un brutto vizio...

Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport

Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport

Peugeot Sport

Peugeot

Peugeot Sport, dopo la vittoria nel 2016, è alla ricerca del bis con la 3008 DKR alla Dakar 2017.

#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Team Peugeot Sport, Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
#300 Peugeot Sport Peugeot 3008 DKR: Stéphane Peterhansel, Jean-Paul Cottret
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Stéphane Peterhansel, David Castera, Peugeot Sport
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport
Stéphane Peterhansel, Peugeot Sport

Stéphane Peterhansel vince la sua prima tappa alla Dakar 2017 e quando scende dalla sua DKR 3008 al bivacco del team Peugeot Total è tranquillo e si sofferma cinque minuti buoni, come da routine, per spiegare a ingegneri e meccanici cosa c'è da fare sulla sua vettura.

Auto che è l'esemplare messo meglio rispetto agli altri due arrivati insieme a lui, quelli di Sébastien Loeb e Carlos Sainz. Un ingegnere gira intorno alla DKR del francese e la controlla, tocca i vari pezzi della carrozzeria per vedere se si sono in qualche modo rovinati, e alla fine è soddisfatto del controllo. Mister Dakar avrà perso sì e no due viti in una speciale che era davvero tostissima.

“Abbiamo avuto un debutto timido quest'anno in questa Dakar - inizia a spiegare Peterhansel, che in realtà ci ha abituato da sempre a questa strategia, riflessiva e fatta di attesa e studio degli avversari - Abbiamo gestito un po' troppo la prima speciale, viaggiato in sicurezza, forse un po' troppo e questo ha significato per noi partire indietro ieri, il secondo giorno e patire la polvere degli avversari".

"Oggi non è stata una di quelle giornate in cui vai all'attacco completamente, però è stata buona, pulita, in cui abbiamo tenuto un buon ritmo di corsa. Buona navigazione e un ritmo costante e questo alla fine paga. Di sicuro non abbiamo preso alcun rischio per vincere la speciale".

Ma la vittoria è arrivata, grazie anche a qualche guaio capitato agli avversari: "Abbiamo visto Nasser Al-Attiyah che aveva centrato un ammasso di pietre con l'avantreno e sicuramente lo aveva danneggiato. Non sapevamo in quel momento quanto grave fosse il suo problema, ma ci siamo comunque resi conto che si trovava in un bel pasticcio perchè riparare la sua vettura deve avergli preso un bel po' di tempo. Nasser è uno che non si risparmia quando guida, dà sempre il 100%, e cose come questa possono accadere”.

Ma Stephane pensa già a domani, a questa quarta tappa che si annuncia ugualmente complicata, con le prime dune altissime e le salite in quota.

“Domani ci saranno le prime dune, in altitudine e noi apriremo la pista. Ma faremo come sempre del nostro meglio, magari non era proprio il giorno migliore per farlo, vincere cioè e partire davanti domani, però va bene lo stesso. Oggi siamo andati bene con la navigazione ma non siamo ancora al cento per cento".

E poi confessa un suo errore, tipico, in cui cade ogni santo anno: “Ho seguito le tracce delle moto, lo so perfettamente che non devo farlo ma è più forte di me".

Sorride perchè il suo co-pilota, "Polo" Cottret glielo dice sempre ma non riesce a convincerlo e i piccoli battibecchi brevissimi che iniziano all'interno dell'abitacolo li fanno somigliare a moglie e marito.

"Le tracce non andavano nella buona direzione e alla fine ci siamo resi conto che erano sbagliate, ma facevo fatica a mollarle perchè non volevo credere che si fossero talmente persi. E invece era proprio così, devono essersi andati parecchio in giro oggi i piloti moto".

A parte questo, è soddisfatto "Peter" della sua DKR 3008, molto soddisfatto. Oggi nei tratti particolarmente duri e trialistici ha tenuto alla grande: “C'era questa parte di trial in cui in mezzo alle rocce è facile danneggiare la vettura e poi non è certo lì che guadagni terreno e tempo, al contrario si rischia di buttare via la gara. Bisogna aprire bene gli occhi e tenere un buon ritmo, corretto".

"In compenso in altitudine (oggi la speciale affrontava un passo di 4980 metri) la vettura perde parecchio a livello di potenza, diventa "asmatica". Soffre soprattutto all'uscita dalle curve quando non è velocissima e bisogna controllarla, però per quanto concerne invece noi e la testa, anche se si trattava di un semplice passaggio in quota da cui siamo ridiscesi velocemente, non abbiamo avuto nessun fastidio”.

E domani si parte davanti: “E' dura la navigazione, ancora un pochino con i cambiamenti di quest'anno – spiega Cottret, co-pilota di Peterhansel – Non è facile e non è evidente soprattutto”.

E poi scherza sulla consuetudine di Peterhansel di seguire le tracce delle moto: “Non c'è niente da fare, continua a farlo anche se io cerco di dissuaderlo, gli ho detto lascia perdere... Ho l'impressione che le moto ci abbiano messo un bel po' a tirarsi fuori dal canyon oggi”.

Nessun timore allora nel vestire domani i panni degli apri pista: "No, no, in fondo siamo abituati, quello che mi disturba sono i cambiamenti che ho visto per domani. Il road book è grosso e le modifiche sono tante, ho dato una prima occhiata sommaria e non mi piacciono per niente, ci sono dei conteggi che non mi sono chiari e voglio mettermi subito al lavoro”.

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