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Dakar | Nei segreti del successo Kamaz, delusione Iveco

Il team Master nella 44esima edizione della Dakar ha piazzato un poker nella graduatoria dei camion che non si registrava dal 2011: la squadra russa colleziona la 19esima vittoria dopo aver letteralmente sgominato la concorrenza, vincendo tutte le tappe del percorso. Deludenti i team Iveco (Petronas De Rooy e Big Shock Racing): serve un cambio di passo per il futuro e magari investire su un equipaggio tutto italiano...

Kamaz-Master, Kamaz 43509, T5 FIA Camion, foto di famiglia

Foto di: A.S.O.

La terza Dakar in Arabia Saudita ha mantenuto i contenuti che l’hanno resa mitica anche senza la disputa dalla tappa Marathon ma con l’aggiunta di grandi difficoltà di navigazione, spesso aspramente criticate dai partecipanti per alcuni way-point segreti introvabili o mal segnalati sui roadbook.

Nei camion c’è stato l’assoluto dominio del team Kamaz Master che ha letteralmente monopolizzato la 44esima edizione del raid con un poker che ha sancito l’indiscussa superiorità dell’armata russa. Per trovare un risultato simile bisogna tornare indietro al 2011 ma nel frattempo il marchio di Naberezhnye Chelny ha collezionato la 19esima vittoria fra i mezzi pesanti.

Dmitry Sotnikov vinciore della Dakar per la seconda volta di fila

Dmitry Sotnikov vinciore della Dakar per la seconda volta di fila

Photo by: A.S.O.

Nell’era moderna della gara ideata da Thierry Sabine i camion russi rappresentano la spina dorsale dell’appuntamento riservato ai mezzi pesanti: il successo di Dmitry Sotnikov, del navigatore Ruslan Akhmadeev e dal meccanico Ilgiz Akhmetzyanov non è mai stato messo in discussione perché l’equipaggio #500 il comando delle operazioni l’ha preso subito dopo il prologo e non l’ha mai ceduto a nessuno.

Il Kamaz K5 di Nikolaev secondo dietro a quello di Sotnikov

Il Kamaz K5 di Nikolaev secondo dietro a quello di Sotnikov

Photo by: A.S.O.

Eppure non è stata un’impresa facile perché Eduard Nikolaev ha chiuso secondo a meno di dieci minuti (9’58” in una gara che ha offerto oltre 41 ore di prove speciali diluite in 12 giorni): Dmitry Sotnikov, che ha replicato il primo successo dello scorso anno, l’ultima tappa che portava la carovana da Bisha a Jeddah non l’ha vissuta come l’arrivo trionfale sul palco, ma con il timore che un piccolo inconveniente potesse privarlo di un risultato stra-meritato:

“Il raid è stato molto impegnativo, certamente molto diverso dalle due edizioni precedenti in Arabia Saudita. È vero che la squadra ha dominato, ma la rivalità per la vittoria si è rinnovata ogni giorno e, credetemi, fino all'ultimo chilometro mi è stato impossibile rilassarmi”.

I meccanici Kamaz lavorano al ripristino del camion di Karginov al bivacco

I meccanici Kamaz lavorano al ripristino del camion di Karginov al bivacco

Photo by: A.S.O.

Per “Dima” la chiave del successo è stata l’adozione del nuovo camion della generazione K5:
“Abbiamo un nuovo mezzo, l'intero team ha lavorato duramente allo sviluppo di questo camion nell'ultimo anno. Siamo grati a tutti coloro che ci hanno sostenuto, perché questa vittoria è il frutto del lavoro che è stato svolto”.

Due K5 si sono inseguiti per quasi due settimane sulle dune e gli impervi canyon arabi senza particolari problemi: hanno innalzato la soglia della competitività che già i vecchi 43509 hanno conservato. Anton Shibalov, terzo, ha pagato più di un’ora dal più compatto e agile K5, segno che la concorrenza non può stare a dormire se avrà l’ambizione di sfidare in futuro i russi.

#503 Big Shock Racing Iveco: Martin Macik, Frantisek Tomasek, David Svanda

#503 Big Shock Racing Iveco: Martin Macik, Frantisek Tomasek, David Svanda

Photo by: A.S.O.

Oggi sembra un’impresa impossibile: Martin Macik con il Powerstar spinto ieri alla massima potenza ha cercato di spezzare l’egemonia Kamaz nell’ultima breve speciale di 164 km, ma anche quel tentativo è andato a buca. Il ceco ha pagato solo 38 secondi da Sotnikov consapevole di non avere strumenti nel replicare alla superiorità russa.

#504 Petronas Team De Rooy Iveco: Janus Van Kasteren, Marcel Snijders, Rodewald Darek

#504 Petronas Team De Rooy Iveco: Janus Van Kasteren, Marcel Snijders, Rodewald Darek

Photo by: A.S.O.

Sul piatto c’era da mettere il nuovo K5 concepito partendo da un mezzo da cava più piccolo e più agile, ma Janus Van Kasteren, pilota del team Petronas De Rooy, quinto al traguardo come “primo degli altri” ha constatato che c’è anche una differenza di motore nella quale la Kamaz fa valere una risposta del turbo molto più efficiente.

#508 Instaforex Loprais Praga: Ales Loprais, Petr Pokora, Jaroslav Valtr

#508 Instaforex Loprais Praga: Ales Loprais, Petr Pokora, Jaroslav Valtr

Photo by: A.S.O.

#511 Tatra Buggyra Racing: Ignacio Casale, Alvaro Leon, Tomas Sikola

#511 Tatra Buggyra Racing: Ignacio Casale, Alvaro Leon, Tomas Sikola

Photo by: A.S.O.

L’olandese ha basato la sua gara sulla regolarità, non sulla prestazione: il Praga di Ales Loprais e il Tatra di Ignacio Casale si sono rivelati certamente più veloci dei Powerstar, ma hanno pagato l’essere soli contro i Kamaz.

La battaglia è stata davvero impari perché gli uomini di Vladimir Chagin erano in grado di assorbire qualsiasi difficoltà con la loro proverbiale organizzazione (hanno riportato al quarto posto Andrey Karginov che era… caduto nel gruppo dopo una giornata difficile) dividendo anche i successi di tappa: 5 Sotnikov, 4 lo zar, 3 Karginov e 1 Shibalov, mentre gli avversari alle prime difficoltà importanti sono usciti dalle luci della ribalta finendo nella polvere della carovana.

 

La grande sconfitta è l’Iveco che ha portato ben sei camion nella top 10, ma tutti dietro ai quattro Kamaz. La Casa italiana sembra l’unica con il potenziale per ambire al ruolo di sfidante dei russi, ma sarà necessario un grosso lavoro di sviluppo se la speranza è quella di rompere l’egemonia di Naberezhnye Chelny.

È vero che il team ufficiale Petronas De Rooy è stato falcidiato dal COVID-19 prima del via e Vick Versteijnen si è rivelato un buon sostituto dopo una prima settimana di ambientamento. Positiva anche la prestazione del giovanissimo Mitchel van den Brink decimo con un Trakker che ha svolto i campiti di assistenza. La famiglia festeggia anche il sesto posto di papà Martin, che alla sua 14esima Dakar, ha centrato la sua prestazione migliore. Ma è evidente che per mettere il sale sulla coda dei russi serve altro.

Al bivacco l'asssistenza del team Petronas De Rooy

Al bivacco l'asssistenza del team Petronas De Rooy

Photo by: A.S.O.

E perché non costruire un equipaggio italiano allevandolo fra i nostri giovani?

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