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Intervista

Dakar, Minaudier mette nel mirino il podio della categoria Marathon

Il pilota francese lo scorso anno lo ha mancato commettendo un errore ad un paio di tappe dal termine, quindi quest'anno vuole badare a stare lontano dai guai e punta molto sulle sue doti di navigazione.

Atmosfera durante le verifiche

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Ricorda quasi Fabrizio Meoni, all'inizio della sua carriera alla Dakar questo ragazzo francese di 30 anni. Lo ricorda per la sua caparbietà e per la sua umiltà. Per il suo sorriso e la sua semplicità nei gesti. Lo ricorda perchè per venire a correre alla Dakar, due anni fa, Loic Minaudier ha fatto tanti sacrifici e ha dovuto rinunciare a piccole cose, sapendo che ne valeva la pena.

Si è sudato la sua quota di iscrizione, rinunciando ad altre gare, cercando gli sponsor con attenzione e buona volontà. E come tutte le persone che si sudano le loro passioni, Loic non ha lasciato nulla al caso e ha combattuto in ogni momento delle sue due Dakar.

I sacrifici valgono tanto, perchè apprezzi ancora di più le cose, e aver chiuso sul traguardo finale entrambe le due Dakar precedenti la dice lunga sul carattere di questo ragazzo nato a France, a nord di Tolosa. Lo scorso anno ha perso il podio della categoria Marathon per un soffio, quando alla fine della gara mancavano solo due tappe e quest'anno vuole riprendersi quello che gli spetta di diritto, secondo il suo modo di vedere le cose.

E' entusiasta come un bambino e non vede l'ora di partire pur sapendo che il percorso di questa 40esima edizione sarà davvero difficile. Anzi a spronarlo e a motivarlo, è proprio questa difficoltà: "Il fatto che sulla carta questa Dakar 2018 sembri una gara difficile è un bene. Lo è per la gara e lo è anche per la nuova sfida che coincide con l'anniversario dei 40 anni. E' un bene anche per i concorrenti perchè darà ogni giorno delle belle scariche di adrenalina e sarà un grosso test per tutti. All'inizio a livello tecnico sarà una gara difficile, per la sabbia e come tutta la corse bisognerà viverla giorno per giorno".

Ma Loic che vive nel Sud della Francia centrale ama molto la sabbia e il Perù non lo spaventa davvero: "Mi piace, è vero, ma bisogna fare attenzione al fisico e alla meccanica, non bisogna esagerare con un ritmo troppo elevato fin dalla partenza ma vivere giorno per giorno in serenità e con grande concentrazione".

Perchè la Dakar, come tutti sanno è una gara piena di incognite, che si susseguono a volte una dopo l'altra: "Tutte le Dakar sono dure, ovvio, ma ogni metro nasconde un'insidia diversa e bisogna passarle una dopo l'altra con grande attenzione e io ne farò tanta per evitare tutte le trappole. Tutti parlano tantissimo della prima parte della gara, con la sabbia del Perù, ma sembra quasi che si dimentichino che la seconda sarà ancora più dura ed esigerà il massimo da tutti i concorrenti. Ci saranno ben otto tappe e due marathon per noi moto che richiedono uno stato quasi perfetto del mezzo perchè non ci saranno le assistenze e dovremo fare tutto da soli".

E poi valuta i pro e i contro della seconda parte della Dakar 2018: "Il terreno sarà più scorrevole, certo, con tappe più lunghe e meno esigenti fisicamente ma che saranno rese ancora più complicate dal forte caldo. Le giornate di Salta, o di Tupiza prima, passeranno più veloci, ma quando arriveremo a Belen e Fiambalà allora sarà davvero durissima per tutti. Questa Dakar richiede una concentrazione costante, dal primo all'ultimo chilometro. Cambiamenti nella stessa giornata di clima e di terreno sono eccitanti per i piloti, ma bisogna sapersi adattare. Nel giro di 12 ore, sulla stessa tappa, può cambiare tutto, caldo, freddo, percorsi veloci e altri più tecnici o con terreni pieni di buche. A volte si passa da un percorso fatto di sabbia con una temperatura clemente a una pista veloce ma con 50 gradi di temperatura".

Per lui nuovamente una KTM, lo stesso modello che ha utilizzato nelle sue prime due Dakar. "Una KTM 450 Rally con la quale corro nella categoria Marathon il che significa una moto completamente di serie. La conosco bene e conosco i suoi limiti e proprio per questo devo stare attento a non passare i miei, di limiti personali. Sappiamo che la Dakar passa veloce, vola via in un attimo, ma io spero che con questo percorso, quest'anno, ci sia un po' più di navigazione e che magari proprio questa possa fare la differenza. Ragione di più per non commettere errori, l'anno scorso ho perso il podio della categoria Marathon per un piccolo errore a due giorni dalla fine" ricorda con un pizzico di delusione.

"La navigazione fa paura a tutti e credo che per questo motivo in certe tappe quest'anno diminuirà la velocità perchè i piloti cercheranno la strada giusta. Credo che questo farà sì che i piloti si divertano e che la corsa diventi ancora più eccitante" ha concluso.

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