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Biasion: "Ottimo terzo nella polvere della rimonta"

Miki conferma di aver superato la crisi di sabato e con l'Iveco Trakker Evo 2punta a tornare nei top ten

Biasion:
Nella mia mente ho cercato di cancellare il ricordo di sabato notte, quando abbiamo pagato sei ore e mezza di ritardo per la rottura della frizione. Il giorno di riposo è servito a sbollire la delusione e ritrovare le motivazioni per concludere al meglio questa 33. Dakar. È per questo che sono molto contento del terzo tempo ottenuto nella speciale di oggi con l'Iveco Trakker Evolution 2. POLVERE Essendo scivolato indietro nella classifica assoluta, sono partito piuttosto indietro in questa tappa che ci portava da Capiapo ad Antofagasta, in una zona molto brulla e ondulata del Cile con una speciale di 477 km. Avevo già messo nel conto che sarei finito nella polvere alzata dei mezzi che ci precedevano. Il Kamaz di Mardeev che mi partiva davanti mi ha tenuto dietro per circa 200 chilometri e poi, quando finalmente sono riuscito a superarlo, ho dovuto fare i conti con un altro avversario ostico. SENTINEL In teoria quando si arriva sotto ad un avversario c'è un sistema che si chiama Sentinel, una sorta di campanello, che lo avvisa che lo sta raggiungendo un mezzo più veloce di lui. Quindi si sono pensati degli strumenti per evitare il tappo di un concorrente più lento, ma per fare in modo che il sistema di segnalazione si attivi, bisogna essere quasi in scia: a questo punto il più lento dovrebbe farsi da parte per lasciarti passare, proprio come accade nelle speciali dei rally. FRA DIRE E FARE Detto così sembra facile, ma nella pratica la questione di complica: nella prima parte della speciale si era formata una nuvola di polvere che rimaneva in sospensione, per cui per molti chilometri non mi è stato possibile avvicinarmi al Kamaz a meno di 500 metri, una distanza non sufficiente per far squillare il Sentinel. Aggiungo che nella nuvola di terra Mardeev non aveva nemmeno la possibilità di vedermi nei retrovisori, per cui mi è toccato mantenere per un bel po' un passo inferiore al mio effettivo potenziale. ESPERIENZA C'è chi percepisce che gli sei dietro e si sposta e chi fa finta di niente e va avanti per la sua strada: questo è uno degli aspetti di gara di una maratona come la Dakar. Se ci si fa prendere dai nervi o dalla fretta si finisce per commettere un errore e magari lo si paga in modo più salato. L'esperienza mi ha insegnato a non essere impulsivo in queste situazioni, ma non è facile tenere a bada il temperamento di chi aveva una gran voglia di andare all'attacco... PIETRE AGUZZE La speciale è stata molto impegnativa: non c'erano più la sabbia con le dune, ma una pista che richiedeva la massica concentrazione perché si alternavano lunghi tratti veloci a dei fuori pista molto sconnessi: in questi tratti bisognava fare molta attenzione perché le pietre causavano forti deformazioni agli pneumatici che erano sottoposti a carichi straordinari che potevano determinare degli scoppi non appena si poteva tornare alle alte velocità della strada sterrata. COMPETITIVO Per fortuna io ho il mio tributo l'ho già pagato e sono riuscito a completare il tratto cronometrato senza problemi, riportando il mio camion Iveco Strakker Evolution 2 alle prestazioni che gli sono consone: il terzo tempo di giornata mi soddisfa. Ho avuto la conferma che il mezzo è integro e competitivo. Sono contento anche perché domani riparto nel gruppo dei primi e non dovrò mangiare tutta la polvere che mi sono dovuto sorbire oggi. ALTA VELOCITÀ Quando si viaggia fra 130 e 150 km/h il mio Iveco ha delle reazioni molto simili a quelle di una vettura da rally: è molto divertente in derapata e ho imparato anche a metterlo in controsterzo, ma bisogna avere l'accortezza di non esagerare in frenata, perché gli spazi di arresto con un bisonte di 90 quintali sono notevolmente più lunghi. IMPEGNO MENTALE La fatica fisica oggi non l'ho sentita molto: c'erano dei rettilinei di oltre dieci chilometri nei quali si poteva procedere alla massima velocità. L'impegno, però, è stato di tipo mentale: serviva la massima concentrazione per guardare il più lontano possibile e scorgere con l'adeguato anticipo la presenza di pietre, massi o gradini che potessero danneggiare gli pneumatici. TRIPLETTA IVECO? Me lo chiedono in in molti se sarà possibile un miracolo: Gerard De Rooy e Hans Stacey sono in piena lotta per la vittoria finale e anche Pep Villa, con il mezzo di assistenza del Petronas team De Rooy, non è affatto messo male. Alla Dakar tutto può succedere, ma dopo aver pagato sei ore e mezza nel deserto di Atacama ritengo che sia quasi impossibile entrare nei primi cinque. Credetemi sarà un un buon piazzamento se potrò rientrare nei top ten. Kolomy che occupa quella posizione ha un vantaggio su di me di tre ore! Adesso mi interessa arrivare in fondo guidando bene e restando nel gruppo dei primi, poi vedremo cosa verrà... SPECIALE LUNGA Domani ci aspetta la speciale più lunga della Dakar con 566 km cronometrati preceduti da un trasferimento iniziale di soli 9 km: sarà ancora una tappa selettiva con una pista veloce e insidiosa e due tratti sabbiosi molto insidiosi a spezzare il ritmo. Cari amici di OmniCorse.it, il resto lo lascio a domani...

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