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Dakar, la stanchezza si fa sentire: i piloti possono prendere la Parallel Way

Si tratta di un percorso un po' più facile rispetto alla speciale ed è obbligatoria da una certa ora in poi, ma prendendola si paga una penalità in termini di tempo che non è ancora stata resa nota.

#49 Hero MotoSports Team Rally: CS Santosh

#49 Hero MotoSports Team Rally: CS Santosh

Hero MotoCorp

Arequipa – La prima moto entra al bivacco di Arequipa, la Tappa 5 della Dakar 2018, quella più a sud del Perù, alle 16:30, ora peruviana, 22:30 ora italiana. I piloti che arrivano in questo momento sono i più fortunati, o meglio i più veloci visto che gli ultimi poco fa hanno invece iniziato il trasferimento di 453 chilometri che li porterà fino ad Arequipa.

Un trasferimento non semplice, che i veterani della Dakar già conoscono e ricordavano (affrontato nel 2012 e 2013) perché fatto di una strada costiera tutta curve e tornanti che sale e scende dai passi e dalle montagne, sfiora il mare e poi risale, senza un solo tratto di rettilineo. Una strada che è l'unica che collega la zona e che quindi è trafficatissima, con tutti i camion con motrice americana, enormi che si inerpicano sulle salite a 20 km/all'ora.

Ieri sera al briefing di San Juan de Marcona, Marc Coma, direttore sportivo della Dakar, lo aveva raccomandato a tutti: “Se vi trovate a viaggiare con il buio domani in trasferimento fate molta attenzione, perché la strada è pericolosa”. A tutto questo uniamo il fatto che stamattina tutti i piloti si sono svegliati prima delle 4: di solito tocca alla categoria moto e quad svegliarsi presto, oggi invece è toccato anche a tutti gli altri visto che sono partiti in contemporanea su due tracciati diversi.

E stasera l'80 per cento di loro arriverà con il buio, con gli occhi rossi e gonfi, e un bisogno di dormire esagerato. Invece dovranno preparare il road book, ascoltare il briefing che sarà alle tradizionali ore 20 ma verrà poi ripetuto alle 22,30 per i ritardatari.

Sono partiti con più calma invece coloro che a San Juan de Marcona si sono ritirati definitivamente. Hanno recuperato le ore di sonno perse nei giorni prima e non sono pochi. Stamattina al via si sono presentati in 118 per le moto, 44 nei quad, 69 auto e 34 camion mentre resistono gli UTV che sono 10 contro gli 11 in partenza. Uno stillicidio che lascerà alle sue spalle altri ritiri probabilmente anche oggi perché la tappa è dura, per non dire durissima. I piloti ogni sera battezzano la prova appena terminata come la più dura di tutta la Dakar 2018, e ogni volta si aggiorna il conteggio.

Almeno dieci moto oggi hanno scelto di percorrere la "parallel way"; il nuovo nome che è stato dato quest'anno dall'organizzazione alle porte chiuse del 2017. Quando, cioè, si arriva in una zona particolarmente difficile della speciale si può scegliere se proseguire oppure prendere una via parallela, leggermente più facile, ma non facilissima.

Questa parallel way diventa obbligatoria per tutti dopo una certa ora: così è stato nei giorni scorsi alle 18, oggi invece addirittura la chiusura scattava alle 13. Chi cioè non arrivava entro le ore 13 alla partenza della seconda speciale, per le moto e i quad, automaticamente avrebbe dovuto prendere la parallel way, pagando una penalità che ancora non è stata resa nota. Diversi piloti, e fra loro anche il nostro Alberto Bertoldi, hanno scelto questa via per non soccombere alla stanchezza. Tutti loro sanno che domani si riparte presto, anzi prestissimo, alle 4,30 per la precisione: destinazione Bolivia.

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