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Dakar: Internò, una giornata da sonnambulo

Il pilota italiano, al debutto in moto alla Dakar, è stato costretto al ritiro per via di un polso fratturato, ma nel suo ultimo giorno in gara le ha provate veramente tutte prima di arrendersi.

#123 Pedemonte Angelo KTM: Angelo Pedemonte, #59 Rally POV Beta: Tiziano Internò

#123 Pedemonte Angelo KTM: Angelo Pedemonte, #59 Rally POV Beta: Tiziano Internò

A.S.O.

“Dobbiamo andare. Dobbiamo continuare la corsa”. Come in trance. Tiziano Internò, al debutto della sua prima Dakar, ieri ha guidato per 100 km come un sonnambulo dopo aver battuto la testa in speciale e oggi l’abbiamo incontrato al bivacco con il polso rotto e un ematoma allo sterno.

“In realtà non mi ricordo cosa sia successo. Nella tappa 3, l’anello intorno a Wadi Ad-Dawasir, Giovanni Stigliano mi ha trovato svenuto con il sangue alla bocca. Sempre Stigliano mi ha raccontato che dopo 15 minuti mi sono rialzato e gli ho chiesto di aiutarmi a rialzare la moto. Sono saltato in sella e siamo partiti”. In realtà il trentenne bresciano era in stato confusionale.

“Andiamo, andiamo. Ripetevo. In realtà non capivo niente. Dopo 45 minuti Stigliano ha proseguito la sua corsa e sono rimasto solo”. Tiziano è andato avanti per 70 km e poi è ricaduto di nuovo, ribattendo forte sul polso e lo sterno. È ripartito percorrendo altri 430 km fino alla zona di neutralizzazione, dove è svenuto.

Tiziano Internò

Tiziano Internò

Photo by: Maria Guidotti

“Con un polso rotto e un ematoma allo sterno me la sono cavata bene. L’airbag non si è aperto”. Nonostante gli acciacchi, Internò ha un sorriso stampato sul volto.

“E’ la mia prima Dakar per cui per me è tutto bellissimo. I paesaggi sono incredibili, sembra d'essere dentro un videogioco con le montagne nere piramidali su uno sfondo di dune dorate”.

Privato in malle moto, Tiziano si è costruito anche la moto partendo da una Beta, un po’ per risparmiare un po’ per affetto per la Casa italiana. “Mi è piaciuto tanto l’ambiente della malle moto. Siamo super coccolati e serviti. Ci sono tante persone dell’organizzazione che ci portano la cassa, il tappetino. Abbiamo addirittura uno spazio con un fisioterapista e un osteopata”.

Imprenditore di due aziende nonostante la giovane età, Internò ha già deciso che il prossimo anno tornerà. “Trattandosi della mia prima Dakar, un incidente così va messo in conto. Il mio è un progetto a lungo termine, per cui è un arrivederci. L’ambiente è troppo bello, siamo un branco di matti, quelli belli”.

 

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