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Dakar, in viaggio con Toyota: e finalmente arriva l'Argentina!

Tutta la carovana attendeva con impazienza lo sbarco in Argentina, dopo il freddo e la pioggia patita in Bolivia. Il primo trasferimento verso Belen ha fatto capire perché a chi è alla sua prima Dakar.

Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Dakar: al seguito della gara in macchina con la Toyota HDJ100

Elisabetta Caracciolo seguirà la 40esima Dakar fra Perù, Bolivia e Argentina con la Toyota HDJ100 numero 1082 del team Tartarin. La nostra inviata, coprendo tappe di circa 800 km al giorno, ci racconterà anche la sua esperienza di viaggio con la vettura stampa e ci farà vivere attraverso i suoi occhi l’incredibile esperienza di essere al seguito della gara più massacrante del mondo.

Elisabetta Caracciolo, Motorsport.com
Toyota HDJ100 Motorsport.com
Arrivo a Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Trasferimento della Toyota HDJ100 di motorsport.com verso Belen
Arrivo a Belen

La Ruta 68 e poi la popolare Ruta 40 da Salta a Belen, passando per Cafayate, Santa Maria e infine Belen, linea d'arrivo oggi per la decima tappa della Dakar 2018. Un viaggio di 450 chilometri in mezzo a panorami unici, tra il verde della vegetazione e il rosso delle montagne, fra le vigne della strada del vino e la regione di Catamarca, una delle più ricche a livello agricoltura.

Un viaggio iniziato poco prima dell'alba, alle 6,30, con il sole che già faceva capolino dietro le Ande mentre Salta si svegliava per dire arrivederci ai piloti della Dakar, che dalle 4,30 hanno cominciato a lasciare il bivacco come sempre allestito a Centro de Convenciones. Il primo tratto di trasferimento, lungo 300 chilometri, era in comune con la corsa e questo non ha fatto che aumentare un traffico già sostenuto per i mezzi d'assistenza camion, furgoni e vetture.

La prima impressione è stata quella che oggi nella provincia di Salta e poi di Catamarca nessuno lavorasse perchè sin dalle prime ore del mattino erano tutti per strada. Uscendo dalla città, nei paesini, ma anche nelle strade di montagna. Un saluto, la bandiera dell'Argentina che sventola come sempre, un sorriso, un pezzo di cartone con sopra scritto Bienvenidos.

Giulia, la collega che viaggia con me sulla Toyota HDJ100 è alla sua prima Dakar, ed anche al suo primo viaggio in Sud America, e dopo soli 100 chilometri oggi mi ha detto: "Ora capisco perchè volevate venire tutti in Argentina".

In questi ultimi giorni infatti, dopo il freddo e la pioggia della Bolivia, il desiderio di terra argentina è aumentato esponenzialmente ed esserci entrati ieri, passando la frontiera dalla Bolivia ha risollevato gli animi di tutta la carovana. L'accoglienza, il calore, il cibo, lo stato delle strade, tutto gioca a favore di questo Paese così vasto, che accoglie la Dakar senza sosta dal 2009, dalla prima edizione cioè del rally in Sud America.

Giulia era estasiata dai colori di una bellissima valle che abbiamo attraversato e che davvero sembrava il paradiso. Fiumi, per la verità un po' melmosi, tanto verde e montagne di tutti i colori, e sullo sfondo la neve sulle cime più alte delle Ande. Uno spettacolo unico che si snodava su una strada sinuosa lunga quasi 400 chilometri ed interrotta solo dai paesini in cui la vite, il vino e le cantine la fanno da padrone.

La voglia di fermarsi era tantissima, ma era presto e molte di loro erano ancora chiuse, anche se una degustazione in effetti alle 9,30 di mattina forse non era il massimo. E a proposito di alcool. Questa mattina per la prima volta a Salta uscendo dal bivacco hanno fatto l'alcool test a chi si trovava alla guida, in quel momento Sandrine. Noi ci abbiamo scherzato sopra ma chi stava di guardia all'entrata del bivacco ha detto che più di qualcuno alla mattina non aveva né scherzato né riso.

In effetti qualcuno ieri aveva festeggiato l'inaspettato giorno di riposo e si è portato dietro stamattina presto qualche postumo. Noi invece 000: tutto a posto e siamo partite fra i saluti degli addetti al servizio sanitario di Salta incaricati di effettuare i controlli.

Intorno al chilometro 300 ci siamo fermate con le assistenze perchè la strada in asfalto incrociava il percorso di gara ed era stato allestito un controllo timbro, nell'attraversamento, per tutti i piloti. Un caffettino italiano dall'assistenza del team Garda Bikers, dieci giorni che non ne bevevo uno, e un po' di foto prima di riprendere la strada fino a Belen, fatta di asfalto ma anche di parecchi chilometri di fuoristrada, piste sterrate sassose e spesso attraversate da fiumi bassi.

Arrivate a Belen siamo andate in centro città all'Officina del Turismo – come la chiamano qui – alla ricerca di un po' di connessione wi fi e così abbiamo scoperto diverse cose sulla zona, compreso il mercatino artigianale, ricco di prodotti locali. Una breve passeggiata con il caldo opprimente e poi siamo venute al bivacco di Belen, per concludere la nostra decima giornata di viaggio.

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