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Curiosità

Dakar, in viaggio con Toyota: che spettacolo le Ande tra Perù e Bolivia!

Nella sesta tappa la Dakar 2018 ha lasciarà il Perù per sbarcare in Bolivia, con un trasferimento che ha regalato dei paesaggi splendidi, come quello del lago Titicaca. Peccato solo per la pioggia ed il freddo....

Lago Titicaca

Lago Titicaca

Elisabetta Caracciolo

Dakar: al seguito della gara in macchina con la Toyota HDJ100

Elisabetta Caracciolo seguirà la 40esima Dakar fra Perù, Bolivia e Argentina con la Toyota HDJ100 numero 1082 del team Tartarin. La nostra inviata, coprendo tappe di circa 800 km al giorno, ci racconterà anche la sua esperienza di viaggio con la vettura stampa e ci farà vivere attraverso i suoi occhi l’incredibile esperienza di essere al seguito della gara più massacrante del mondo.

Arrivo a La Paz
Toyota HDJ100 di Motorsport.com
Arrivo a La Paz
Arrivo a La Paz
Arrivo a La Paz
Toyota HDJ100 di Motorsport.com
Gabriele Minelli si scalda al fuoco con tifosi locali
Lago Titicaca
La strada del trasferimento da Arequipa a La Paz
Piloti impegnati nel trasferimento tra Arequipa e La paz
Arrivo a La Paz
La strada del trasferimento da Arequipa a La Paz
La strada del trasferimento da Arequipa a La Paz
La strada del trasferimento da Arequipa a La Paz
Arrivo a La Paz

Tre ore di sonno sulle spalle e il buio pesto delle tre e mezzo di mattina, in Perù. E' questa l'ora in cui lasciamo Arequipa perchè l'11 gennaio è il giorno in cui la Dakar 2018 lascia il Perù ed entra in Bolivia per restarci quattro giorni, contando anche quello di riposo.

Bisogna partire presto perchè i chilometri sono quasi 650 e la strada, come sempre, è molto trafficata. In realtà partiamo alle 5 di mattina, ora peruviana, ma da oggi la Dakar è entrata in un altro fuso orario, quello della Bolivia e quindi prima di andare a dormire abbiamo tutti tirato avanti l'orologio di un'ora, il che tradotto significa appunto...dormire un'ora in meno. In breve, sono le 4 in Perù!

Non c'è neanche il tempo per una doccia, ma sinceramente l'idea di infilarsi sotto l'acqua gelata, come stiamo facendo da giorni, con 10 gradi temperatura esterna non è proprio geniale. Diciamo che una sciacquata al viso – modalità gatto – può bastare. Una colazione quasi in piedi, e la macchina è già carica e pronta per partire.

Al briefing di ieri sera la frase sibillina 'il road book di domani sarà virtuale' ci ha lasciati tutti un po' perplessi. Si riferiva al road book dell'assistenza e delle vetture stampa, ma nessuno ha capito che cosa esattamente volesse dire. Così alla fine c'è stato una sorta di tacito accordo sul fatto che ognuno avrebbe potuto scegliere la sua strada e così abbiamo fatto.

Con la nostra Toyota abbiamo seguito il trasferimento dei piloti, che andavano in speciale, invece di quello delle assistenze e oltre ad aver accorciato il tutto di quasi 70 chilometri, abbiamo anche trovato meno traffico e litigato di meno con i sorpassi.

Alle sei ha cominciato ad albeggiare e lo spettacolo è stato davvero unico, come nei passi fra Cile e Argentina, la catena delle Ande fra Perù e Bolivia ha dato il meglio di se stessa. Seguendo dapprima la Ruta 36A e poi la Panamericana Sur attraversando Puno e costeggiando l'immenso lago Titicaca la natura ci ha regalato qualche cosa di meraviglioso, grazie anche ad una luce unica, data dal sole e il cielo azzurro che si alternavano a nuvole nerissime e cariche di pioggia. Tanta vegetazione, pochissima sabbia, se non nei primi tratti peruviani, e poi tanti animali: lama, mucche, pecore, asini al pascolo.

Lungo la strada abbiamo incontrato più di qualche pilota e ci siamo anche fermate a dare una mano a qualcuno e qualcuna di loro che avevano freddo e quindi cercavano di coprirsi con tutto quello che avevano portato: ho aiutato una pilota a stringersi le muffole alla giacca imbottita cercando di preservare il più possibile ogni parte del corpo dagli spifferi di vento che quando si va in moto, si infilano davvero dappertutto.

Partiti da Arequipa con 10 gradi abbiamo sempre viaggiato sopra lo zero e la temperatura più bassa è stata poco prima di Puno, intorno al 3 gradi.

Finalmente abbiamo messo alla prova il nostro Toyota HDJ100 in fuoristrada visto che i piloti avevano un tratto di trasferimento di circa 40 chilometri su piste sterrate da affrontare e noi abbiamo volentieri fatto la stessa strada, divertendoci non poco. Buche profonde segnavano il terreno su cui bisognava tenere una certa velocità per non saltellare troppo; era poi fondamentale stare attenti ai sorpassi di moto e quad perchè c'era sempre il pericolo che ci schizzassero un sasso sul parabrezza, ma per fortuna è andato tutto benissimo e ci siamo divertite un sacco.

Il passaggio in frontiera è stato veloce, già tutto preorganizzato dopo i controlli doganali del giorno prima al bivacco. Un paio di timbri, gli ennesimi, sul passaporto e il gioco è fatto. Nel frattempo abbiamo anche incontrato alcuni dei piloti italiani in moto e ne abbiamo approfittato per scattarci qualche foto insieme, ovviamente con lo sfondo del Titicaca.

Gli ultimi chilometri – 112 dalla frontiera a La Paz – sono stati purtroppo rovinati dalla pioggia che praticamente, nella migliore delle tradizioni boliviane, ha cominciato a cadere copiosa subito dopo il confine.

Questo ha rovinato la festa di benvenuto che lo scorso anno era stata qualche cosa di indimenticabile e incredibile. Pochi gli spettacoli in costume tipico lungo la strada, ma per oltre 28 chilometri di percorso siamo passati in mezzo a due ali di folla festante ed affettuosa. Sono rimasti tutti senza lamentarsi e senza spostarsi sotto la pioggia per assistere al nostro passaggio, praticamente per tutta la giornata e grazie al cielo intorno alle 17 ha smesso di piovere.

A mezzogiorno erano già schierati e stasera alle nove erano ancora lì, ad applaudire i loro eroi che per due giorni trasformeranno la loro città nel centro del mondo sportivo motoristico. W Bolivia!

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