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Intervista

Dakar, Fortin: "Anche quest'anno la Peugeot è la grande favorita"

Il team manager del team Toyota Overdrive è soddisfatto dei progressi mostrati dalle proprie Hi Lux e confida molto in Nasser Al-Attiyah, ma secondo lui la corazzata francese partirà ancora con i favori del pronostico.

Mathieu Baumel, Nasser Al Attiyah and Jean-Marc Fortin

Mathieu Baumel, Nasser Al Attiyah and Jean-Marc Fortin

A.S.O.

Toyota Hilux
Toyota Hilux
Nasser Al Attiyah, Mathieu Baumel, Toyota Gazoo Racing
Toyota Hilux
Toyota Hilux
Toyota Hilux
Bernard ten Brinke, Michel Périn, Toyota Gazoo Racing
Toyota Hilux
Toyota Hilux

Jean Marc Fortin, team manager Toyota Overdrive è uno degli ospiti fissi per le nostre interviste alla fine della conferenza stampa di Parigi sulla Dakar. Il suo modo di vedere le cose smaliziato, esperto e pratico è come sempre prezioso ed ecco perchè parliamo di questo percorso della 40esima edizione insieme, per capirne di più e scoprire il punto di vista delle squadre ufficiali impegnate nella competizione.

"Prima di tutto penso che l'insieme del percorso sia molto duro, impegnativo. Forse il più difficile che abbiamo mai vissuto da quando la Dakar si è trasferita in Sud America. Prima di tutto per la partenza dal Perù che come sappiamo è sempre estremamente impegnativa e poi per la parte centrale, in Argentina. Nel 2017 non avevamo avuto Fiambalà e la tappa di Belen venne accorciata. Credo che queste due speciali nel 2018 saranno davvero faticose, e toste. Siamo già partiti dal Perù, è vero, ma ricordo anche che molte persone erano preoccupate, la partenza da Lima fa molta paura, forse solo un pilota non ne ha".

Ride Jean Marc Fortin pensando che quel pilota corre proprio per loro: "Il pilota di cui parlo viene dal Qatar – scherza – e sono davvero contento che corra per la nostra squadra". Si tratta di Nasser Al Attiyah naturalmente, che correrà anche la Dakar 2018 nelle fila del team Toyota, insieme a Giniel De Villiers e l'olandese Bernhard Ten Brinke, top riders del Toyota Gazoo Racing SA. "Non abbiamo mai avuto una Dakar in cui fossero presenti sia la sabbia del Perù, sia l'altitudine della Bolivia, sia il gran caldo e le due tappe terribili dell'Argentina fra Fiambalà e Belen. Sarà insomma un bell'anniversario per la Dakar".

Si festeggia il 40° compleanno della gara più famosa del mondo dunque, nel migliore dei modi, proprio come avrebbe voluto il suo inventore, Thierry Sabine che nel 1978 tracciò il primo percorso della Parigi-Algeri-Dakar, partenza il 26 dicembre e arrivo a Dakar il 14 gennaio.

Parliamo degli avversari, Mini X Raid ha presentato il suo nuovo Buggy due ruote motrici, sorprendendo un po' tutti, ve lo aspettavate?
"Se ne parlava da tempo in effetti, ma non ci aspettavamo di vederla adesso, totalmente diversa da quello che si era visto fino ad oggi. Onestamente però questa vettura non ha mai ancora partecipato ad una gara. Hanno fatto tanti chilometri con i test, ma nulla di più, ancora non si è confrontata con il cronometro e non so se X Raid abbia la capacità di fare una vettura così come ha fatto Peugeot quando ha costruito la sua 2 ruote motrici: è prima di tutto una cosa che dipende dal budget, dagli uomini e dalle finanze. Credo che anche quest'anno Peugeot sia la grande favorita della gara...".

Nonostante una partenza in Perù, sulla sabbia? O anche sul fango poi della Bolivia?
"Ma il fango in realtà era stato un problema per tutti in effetti e grazie ad un nuovo pneumatico che ha costruito BF Goodrich questo è stato risolto, per tutti noi. Il fango ha fatto soffrire soprattutto i 4x4, che non avevano pneumatici idonei, ora abbiamo riguadagnato diversi minuti con questa nuova gomma e siamo contenti. Siamo felici perchè finalmente siamo in grado di batterci ad armi pari con Peugeot a livello pneumatici. Ora dobbiamo solo gestire gli errori che abbiamo fatto nell'edizione 2017".

Per esempio quali?
"Bè eravamo partiti forte, forse un po' troppo forte anche se è facile dirlo con il senno di poi. Però analizzeremo molte cose e per noi cominciare in mezzo alle dune con un pilota che si chiama Nasser Al Attiyah è davvero una bella cosa".

La vettura, l'Hi Lux è cambiato rispetto alla versione 2017?
"Sì abbiamo un nuovo telaio, completamente nuovo. Il motore è lo stesso ma abbiamo cambiato la distribuzione dei pesi, tanto per fare un esempio, abbiamo fatto un gran lavoro, su tutte e tre le vetture ufficiali".

E avete pensato anche a come far girare un po' più veloce Giniel De Villiers, pilota famoso per la sua regolarità da orologio svizzero?
"Risponderò con il buonsenso del team manager - ride. – Se andiamo a vedere i suoi risultati, le sue velocità e le medie alla Dakar 2017, fino a che Nasser è stato in gara ci accorgeremo che De Villiers stava andando forte, che era partito bene, aggressivo: poi Nasser si è ritirato e il pilota sudafricano si è rimesso in modalità “Giniel”, fino al traguardo. Anche lui come tanti piloti ha bisogno di competitività all'interno del team e so che saprà andare all'attacco nella prossima edizione quando necessario".

Ultima domanda bollente, ha senso costruire come ha fatto Sven Quandt un 2 ruote motrici quando il regolamento FIA sembra andare esattamente nella direzione opposta?
"Penso che il cambiamento di regolamento sia in corso, ma non posso dire molto di più. Ci stiamo pensando e lavorando. Abbiamo avuto una riunione la settimana scorsa e ne stiamo discutendo ma le cose si stanno veramente muovendo e lo spero davvero. Voglio credere che la coppa del mondo diventerà un campionato, ne abbiamo bisogno noi, ne ha bisogno la disciplina. Un vero campionato con un promotore che riesca ad attirare anche nuovi costruttori sarà un nuovo passo importante verso il futuro".

 

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