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Dakar, Body Cap: nella pillola la "telemetria" che controlla i piloti

Durante le verifiche di Lima è stata presentata questa novità: saranno monitorati valori come il livello di stress, la stanchezza e la temperatura. Ecco come funziona questo sistema sviluppato da medici francesi e del Qatar.

Pillola Body Cap e apparecchio eTack

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Strumenti Body Cap
Pillola Body Cap
Trasmettitore Body Cap
Spiegazione del funzionamento del Body Cap
Pilota volontario per il Body Cap

Per la prima volta fa la sua comparsa alla Dakar un sistema avanzatissimo di monitoraggio che ogni pilota potrà utilizzare nei giorni della gara. Nulla a che fare con le tracce, con il GPS o il road book, questa volta parliamo di nano-tecnologia perchè i rilevamenti verranno fatti su ogni pilota che si offrirà volontario, direttamente dall'interno del suo corpo.

Un sistema raffinatissimo che misurerà tutte le variabili fisiologiche. Basta ingoiare una piccola capsula, o pillola come preferiscono chiamarla i medici, parte dello staff stabile del servizio sanitario sulla competizione, che l'hanno presentata in questi giorni di verifiche a Lima: si chiama Body Cap, protocollo sperimentale per la Dakar 2018. Una trovata geniale e soprattutto utile, mai vista prima d'ora in una manifestazione sportiva come la Dakar, che in effetti di varianti ne ha tantissime.

Esattamente come le tecnologie di Q, proposte a James Bond, i nuovi "agenti 007" della Dakar dovranno ingoiare alla sera prima di partire per la tappa una capsula bianca e rossa – un vero e proprio termometro interno - e poi affrontare la loro giornata.

Al termine della tappa passeranno dalla tenda medica e una equipe formata da medici francesi e del Qatar (il progetto nasce in sinergia) controllerà attraverso un apparecchio tutto quello che è successo al corpo del pilota durante la giornata e saprà calcolare il livello di stress dello stesso, la stanchezza, partendo anche dal conteggio reale delle ore di sonno.

Il sistema saprà cioè vedere se il pilota in un dato momento della giornata si è disidratato più del necessario, se il suo cuore si è affaticato troppo, se ha sudato in maniera eccessiva, se la sua temperatura corporea si è innalzata pericolosamente e potrà anche dire se quel pilota andrà fermato, o aiutato in qualche modo per reintegrare le energie.

Oltre alla pillola verrà piazzato un altro piccolo apparecchio esterno sul veicolo, sia esso moto, auto o camion per rilevare la temperatura esterna, in caso di moto, e interna all'abitacolo per gli altri mezzi, e dialogare con il sistema per poter calibrare i risultati e i dati.

Un ultimo piccolo apparecchietto, un captatore, della grandezza di una moneta di due euro, solo un po' più spesso, verrà messo con un cerotto addosso al pilota per rilevare ancora la temperatura corporea, dentro e fuori, i battiti e tutto il resto.

"Quello che interessa i medici – spiega uno dei piloti che ha aderito al progetto – è di recuperare la temperatura centrale dei piloti grazie ad un emettitore che sarà all'interno del piccolo apparecchio e che alla sera potrà dir loro in ogni minuto della giornata a quanto abbiamo lavorato, facendo una media della temperatura esterna, dell'aria cioè, interna all'abitacolo della vettura, e del corpo stesso, esterna della pelle e interna anche in questo caso. Il medico alla sera potrà vedere minuto per minuto quanto accaduto alla singola persona: le funzioni cognitive e muscolari sono ovviamente dipendenti dalla temperatura centrale del corpo e se, per esempio, un copilota comincerà ad avere dei sintomi di ipotermia non sarà più in grado di fornire al suo pilota delle informazioni coerenti".

Mai prima d'ora era stata tentata questa sperimentazione alla Dakar: "Quello che vogliono fare è mettere insieme tutta una serie di dati preziosi per capire che cosa succede durante una giornata di gara, cosa che nessuno ad oggi ancora sa o ha capito. Molti hanno speculato sulla cosa ma senza averne reale cognizione. Alla sera nella tenda medica mi controlleranno tutte le funzioni partendo dal peso del pilota, e proseguendo poi attraverso la storia della sua giornata: se si è sentito male in altitudine, se ha bevuto a sufficienza, se ha dormito, quanto e come. Verrà anche fatta qualche domanda proprio per controllare la lucidità e la memoria e tutto verrà riportato in una cartella personale che permetterà a fine gara di avere una serie di dati importanti e preziosi per il futuro".

Essendo ancora in fase sperimentale i medici analizzeranno diversi parametri: "Vogliono capire soprattutto le correlazioni. Se per esempio un pilota arriva tardi al bivacco dopo una tappa molto pesante potrebbe non dormire bene ma non accorgersene. Il captore invece lo indicherà: potrà segnalare se il sonno del pilota è stato agitato e si potrebbe trovare una correlazione fra la posizione in classifica, il rendimento personale di ognuno e il sonno. Procederanno inizialmente a tentativi quest'anno, ma l'intenzione è quella di studiare tanti comportamenti diversi per capire se chi vince dorme di un sonno sereno, per esempio".

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