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Dakar, Coma presenta il percorso: "Aspettatevi sabbia, altitudine e caldo"

Saranno poco meno di 9.000 i km da percorrere, oltre 4.000 dei quali cronometrati. Si parte il 6 gennaio dal Perù, mentre saranno due le tappe marathon, la seconda riservata solo alle moto. Cordoba ospiterà il gran finale.

Marc Coma, race director Dakar

Foto di: A.S.O.

Étienne Lavigne, Dakar Rally Director
Óscar Fuertes, Diego Vallejo, SsangYong Tivoli DKR
MINI John Cooper Works Buggy
MINI John Cooper Works Rally
Toby Price, Red Bull KTM Factory Team
Antoine Meo, Red Bull KTM Factory Team
Óscar Fuertes, Diego Vallejo, SsangYong Tivoli DKR
MINI John Cooper Works Rally
Toyota Hilux
Mappa Dakar 2018

"Questa è la gara della mia vita. Io ho 41 anni, la Dakar ne ha 40". Coetanei quindi la Dakar e Marc Coma, per il terzo anno direttore sportivo della competizione più famosa del pianeta per quanto riguarda i Rally Raid. "Da piccolo la guardavo in televisione e sono cresciuto con questo mito dentro di me e se mi avessero detto che un giorno io sarei stato qui di fronte a voi, a spiegarvi come funzionerà questa gara, sinceramente non ci avrei creduto".

E invece Marc Coma, cinque volte vincitore della Dakar su KTM, è proprio qui a Parigi e la platea, mai così numerosa pende dalle sue labbra. "I sogni si avverano – conferma il pilota catalano, che a chiusura della conferenza di presentazione ripete: "Un percorso per soffrire che però invita a sognare".

E infatti la Dakar che lui snocciola, giornata per giornata, tappa per tappa, chilometro per chilometro incute timore. E richiede rispetto. Sulla carta ovviamente. Poco meno di 9.000 chilometri complessivi con lunghezze diverse a seconda del mezzo per quanto riguarda le prove speciali: 4.234 per le moto, 4.329 per le auto e 4.154 per i camion.

Si parte forte perché la sabbia del Perù che piace a tutti è anche un primo "scoglio" da affrontare. Lima-Pisco infatti, la prima tappa 2018 avrà una speciale corta, esattamente come nel 2013 quando la Dakar partì per la prima volta dal Perù. 31 chilometri di sabbia seguiti da altre quattro tappe in Perù, di cui due ad anello, tutte concentrate sulla sabbia e le dune.

Poi la Bolivia, con il giorno di riposo a La Paz, come nel 2017, e due tappe il 13 e 14 gennaio con l’immancabile Uyuni e Tupiza e la prima tappa marathon, che tutti i mezzi si troveranno ad affrontare in due giorni. Da Tupiza si entra in Argentina, sempre passando da Salta e a quel punto si abbandonano montagne alte e frescura.

La seconda settimana di gara nuovamente sembra essere la più temuta da tutti per il grande caldo, ma anche la prima non scherza con le dune del Perù. "Tre sono le caratteristiche di quest’anno – ha detto ancora Marc Coma – sabbia, altitudine e caldo, grande caldo". E già di fronte a queste parole la preoccupazione serpeggiava, con un filo di adrenalina ed eccitazione fra tutti i presenti.

Cinque le tappe in Argentina, abbastanza classiche, con Fiambalà – e la seconda tappa marathon riservata alle sole moto. Poi Chilecito, Belen, San Juan e Cordoba che si sta preparando alla grande per un finale indimenticabile. "La cerimonia di chiusura – conclude Coma – si svolgerà in pieno centro e sarà qualche cosa di unico".

Non svela altro ma conoscendo gli argentini e la loro passione sappiamo già che all’arrivo della loro decima edizione – l’Argentina è l’unico Paese sudamericano a aver fatto parte di tutte le edizioni corse in America Latina – ci sarà forse più di un milione di persone. L’ultima tappa fra l’altro sarà ad anello, idea geniale a livello logistico e quindi con partenza ed arrivo a Cordoba, il che permetterà a tutti gli appassionati di vivere intensamente questo gran finale.

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