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Dakar: Botturi l'italiano migliore; mentre Cerutti teme i 47 gradi

La pattuglia italiana nelle moto si sta difendendo bene: Cerutti si augura che in Bolivia sia più fresco visto che oggi si sono toccati i 47 gradi al bivacco!. Picco procede con calma proprio come Lucchese che non ha preso rischi, Caduta innocua per Toia.

#18 Yamaha Official Rally Team: Alessandro Botturi

#18 Yamaha Official Rally Team: Alessandro Botturi

Yamaha Team

Franco Picco
Manuel Lucchese, Yamaha WR450F

L'italiano in moto meglio classificato oggi alla Dakar è Alessandro Botturi (Yamaha) che senza prendere rischi in una speciale in cui si potevano solo fare danni, è andato tranquillo, ma non troppo.

I primi 13 piloti sono racchiusi nello spazio di un solo minuto e, quindi, alla luce della speciale di domani, per niente semplice, soprattutto a livello di navigazione, il risultato di Botturi è buono.

Ventunesima piazza per Jacopo Cerutti (Husqvarna): “Direi che la cosa principale di oggi, e anche di domani purtroppo è il caldo”. Mentre parla ci sono, alle 16,30 di pomeriggio 47 gradi ed è difficile anche solo respirare.

“Speriamo di arrivare in fretta in Bolivia, perché se lì fa freddo basta coprirsi, speriamo che già domani sera a San Miguel faccia meno caldo. Per quanto riguarda la mia prima giornata non è andata male, ho fatto una buona speciale, stando attento a non fare stupidate, senza esagerare, volevo solo stare nei trenta per sfruttare le partenze a un minuto”.

Il regolamento della Dakar infatti prevede per i primi dieci classificati un intervallo di tre minuti nelle partenze fra uno e l'altro; dall'11esimo al 20esimo di 2 minuti, e dal 21esimo al 30esimo  di un minuto. Dopodichè si parte intervallati da soli 30” che sono davvero pochi, specie quando ci si trova in una speciale polverosa.

“La gara si farà lungo tutte le prossime tappe difficili, l'importante era non restare troppo indietro” prosegue Cerutti. Per quanto riguarda il terreno era a tratti scivoloso o fangoso, vista la pioggia di ieri sera, oppure molto polveroso e quindi ancora più insidioso:
“Pensavo peggio vista la pioggia, e invece c'era fango ma non in maniera esagerata. Anche la polvere non mi ha dato fastidio perchè partendo a due minuti mi è andata bene. C'erano tante buche, e alcune non erano neanche segnalate, però sono stato attento e ho fatto la mia speciale ad un buon ritmo”.

Cerutti ha raggiunto i suoi compatrioti al camion casse per chiedere notizie di Livio Metelli che ha avuto una brutta giornata stamattina, ancora prima del via della speciale.

Il suo radiatore non andava bene e quando ci ha versato dentro del liquido c'è stata una reazione che non si aspettava e “l'impressione – racconta Diocleziano Toia che era con lui – è stata quasi come se avesse messo del turafalle invece che del liquido del radiatore”.

Toia, invece, ha avuto qualche noia alla strumentazione: “Come sempre la prima speciale della Dakar mi fa tribolare – dice il pilota che è alla sua terza Dakar. - Sono partito tranquillo ma già al momento del trasferimento mi sono accorto che avevo un contatto e non funzionavano i due Speedocap (che sono le due antenne che indicano il cap in gradi da seguire) e poi anche il trip a metà tappa ha smesso di funzionare. Stasera però mi mettono a posto le antenne e io sostituirò il trip".

"E' andata bene perchè oggi non c'era molta navigazione... solo nelle curve arrivavo un po' troppo veloce e non avendo riferimenti, in una frenata sono scivolato per terra, ma senza alcuna conseguenza. Diciamo che ho inaugurato la moto”.

Sempre positivo e sorridente Toia sta già lavorando sulla sua Ktm e accanto a lui c'è Franco Picco, sereno come non mai, perchè non ha nessuno da seguire - negli ultimi anni aveva corso con il doppio ruolo di pilota e team manager - ma deve solo pensare a se stesso, tanto è vero che confessa “...cambierò l'olio della mia moto, tanto per non stare senza far niente, ma non ce ne sarebbe neanche bisogno”.

E' 90esimo in classifica con la sua Yamaha vestita di rosso: “La mia strategia è non far danni così da arrivare in fondo senza far troppa fatica. Devo prendere un po' le misure alla mia solita moto che ho riempito di pezzi perchè correndo nella categoria Malle moto non ho un camion che mi porta i ricambi, ma solo una cassa".

"Quindi non posso dire che la moto sia perfetta perchè il peso cambia. Per non aver troppa benzina, per esempio – spiega il vicentino – qui sono obbligato a usare il serbatoio anteriore per via della pompa della benzina e quindi ho più peso concentrato sull'anteriore. Ma la classifica non mi interessa e io la prendo con calma, devo solo arrivare in fondo”.

Mentre Metelli e Olivetto alle 16,30 non sono ancora al bivacco, Manuel Lucchese sta lavorando sulla sua Yamaha: “Appena partito, nei primi chilometri mi sono accorto che c'era un fondo molto rovinato ed era facile cadere e farsi male. C'erano delle caregge molto profonde, secche e dure e bisognava fare attenzione. Appena ho visto questo terreno mi sono detto, meglio andar tranquillo. Anche perchè quest'anno essendo cambiato il sistema di navigazione con questi nuovi WPT tutto ha un altro peso: la vera Dakar comincia domani”.

 

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