Dakar | Barreda ancora out: una botta alla schiena obbliga la resa
Lo spagnolo è uno dei più vincenti se si contano i successi di tappa, ma anche se ce la mette sempre tutta non ha mai centrato il bersaglio grande. E anche la sua 13° Dakar si è conclusa anzitempo per un incidente al km 16 della nona tappa: dopo la caduta è stato elitrasportato in ospedale con forti dolori alla schiena. Un peccato per "Bang Bang" che ieri, nella giornata di riposo, si era raccontato a Motorsport.com.
Foto di: A.S.O.
Dakar 2023 | Moto
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La Dakar è come una vita concentrata in 15 giorni. Il pilota spagnolo Joan Barreda ha vissuto tutte le sfumature di questa folle corsa in soli 10 giorni. Le speranze e i sogni al via, la gioia per la vittoria di tappa, le cadute, il dolore, la frustrazione, il rialzarsi ogni volta. Giorno dopo giorno. Oggi, al km 16 della speciale nr 9 Riyadh – Haradh una caduta ha posto fine alla sua 13esima Dakar. Il pilota è stato portato in elicottero in ospedale per forti dolori alla schiena.
Pilota Honda, quest’anno tutto sembrava giocare a suo favore. Dopo tanti anni di sofferenza aveva finalmente iniziato il rally “fit”. Sereno e più motivato che mai, una nuova luce nei suoi occhi faceva pensare che questa poteva essere davvero la volta buona. Tolta la pressione del team factory Honda HRC, lo spagnolo era nel team che portava il suo stesso nome, Monster Energy Barreda Team, sempre su Honda. Orgoglioso e allo stesso tempo più leggero dalla tensione, “Bang Bang” , nel giorno di riposo aveva parlato a lungo con la stampa.
Come ti senti?
“Abbiamo avuto una caduta quasi tutto giorni, ma 'agguanto' il dolore. Per la seconda settimana spero che il pollice del piede (rotto al secondo giorno sui 430 km di pietre ndr), non mi faccia troppo male”.
Nessun giramento di testa dopo la brutta caduta sulla quinta tappa quando hai perso conoscenza?
“Fortunatamente no. Devo dire che è stata una botta molto violenta tanto che perso conoscenza per qualche minuto. Stavo duellando con Toby (Price) quando ci siamo toccati. Quando ho aperto gli occhi ho visto Toby e Pablo (Quintanilla) al mio fianco. Avevano chiamato il soccorso. L’elicottero è arrivato quasi subito ma io mi sono rimesso subito in sella. Ho guidato sino alla fine scortato da Pablo”.
#5 Monster Energy JB Team: Joan Barreda Bort
Photo by: A.S.O.
E la tappa successiva hai firmato un quarto posto. Siete uomini o marziani?
“Siamo allenati, ma anche abituati. Credo conti tanto l’esperienza. In un incidente come quello che ho avuto occorre temere le lesioni interne. Io mi sono ascoltato e me la sono sentita di ripartire. Un altro forse si sarebbe fermato. È soggettivo”.
Ma come si può guidare con tanto dolore?
“Credo sia una questione di pura forza di volontà. La mente ha la meglio sul fisico e piano piano innalzi la soglia del dolore”.
Incredibile. A cosa punti quest’anno?
“Punto come prima cosa a divertirmi, a vivere la Dakar. Ci alleniamo tutto l’anno per questo appuntamento. A livello di risultati, chiaro che siamo tutti qui per vincere. Questo è l’obiettivo, ma so che non è facile”.
Cosa è per te la Dakar?
“Difficile descriverlo a parole. Sono le emozioni che provo solo sulla moto a spingermi ad allenarmi per questa corsa. E poi i paesaggi incredibili che abbiamo modo di vedere”.
Oggi Joan Barreda è un uomo felice?
“Sono contento della mia vita. E questo nel 'dia a dia', che è la cosa che conta. È la vita che desidero”.
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