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Intervista

Dakar 2021, Meeke: "La mia velocità è un problema. Dovrò gestirla"

Kris Meeke, pronto a prendere parte alla prima Dakar della carriera, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Motorsport.com raccontando come si è sviluppato il suo programma con PH Sport, ma anche le sue aspettative e i suoi timori.

Kris Meeke

Sergio Lillo

Il 3 gennaio 2021 inizierà ufficialmente non solo la nuova Dakar, ma anche la nuova carriera di Kris Meeke. L'ex pilota di WRC prenderà parte alla sua prima Dakar al volante di una SSV Zephyr T3 realizzata da PH Sport, con cui ha già avuto modo di correre e vincere nel Mondiale Rally 2016.

Meeke, a poco più di un mese dall'avvio della Dakar 2021, Kris Meeke si è concesso ai microfoni di Motorsport.com in una lunga e profonda intervista, in cui ha raccontato com'è nato il progetto di prendere parte al rally raid più celebre al mondo, ma anche le sue sensazioni al volante della vettura, la scelta del navigatore e le difficoltà che potrà incontrare considerandosi ancora un pilota di WRC.

Kris, il progetto con PH Sport è stato creato apposta per te? Lo scorso gennaio eri davvero entusiasta di iniziare a correre nel mondo del cross country...
"A dire il vero sono sempre stato affascinato dalla Dakar. Ho sempre avuto un debole per una gara del genere, per l'avventura... Ho sempre guidato moto da enduro, ho vinto la Baja 1000 in moto nel 2012. Dopo tutto il casino con MINI, ho deciso di fare un po' di moto e ho fatto la Baja 1000 nella categoria Solo. Sono state 41 ore, o qualcosa del genere. Non ero veloce, non ho talento in moto. Mi è piaciuto accettare una sfida simile sia dal punto di vista fisico che da quello mentale. Ho fatto 24 di gara in Galles e molte gare di enduro in Irlanda, ma ho sempre avuto l'ambizione di andare all'avventura e sono sempre stato appassionato di Dakar, l'ho sempre seguita. L'anno scorso, quando sono andato in Arabia Saudita, ho viaggiato con il bivacco di gara per un po' e mi sono fatto prendere. E' stato più di quanto mi immaginassi, per ciò che riguarda l'avventura. Si parte presto, si fanno tappe da 500-600 chilometri e si va quasi sempre nell'ignoto. E' una tela completamente bianca, tutta da dipingere. E' incredibile. La Dakar è sempre stata una delle mie idee da quando, probabilmente, la mia carriera nei rally si è conclusa. Ho sempre voluto provare a farla".

"Anche l'anno scorso ho lavorato con Bernard Piallat, boss di PH Sport, e dopo essere tornato dalla Dakar, prima del lockdown, nel mese di febbraio sono andato a Dubai e ho guidato la Zephyr T3 per 3 giorni di test sulle dune. Questo è stato per me qualcosa di veramente speciale. Da quel momento ho iniziato a parlare con Bernard e Abu Dhabi Racing, grazie ai miei contatti con Kaleed al Qassimi, e abbiamo fatto un piano per fare l'Abu Dhabi Desert Challenge (dal 22 al 26 marzo, ndr), e la Dubai Baja (da 2 al 4 aprile, ndr). Questo era il mio piano, ma ovviamente è arrivata la pandemia da COVID-19 ed è arrivato il blocco. Inizialmente le gare erano state rinviate a novembre. Nel frattempo, una volta terminato il lockdown, sono andato nel sud della Francia per fare altri test con la Zephyr per altri 2 giorni. Poi, purtroppo, le due gare sono state annullate. Così abbiamo iniziato a parlare della Dakar e sì, arrivare alla Dakar senza aver fatto nessun evento prima sarà una grande sfida".

"Di sicuro ho cercato alcune opzioni per correre con una vettura Ti, magari una Toyota Hilux o una MINI. Ma alla fine quest'anno i tempi erano troppo stretti per trovare budget e tutto il resto, per cui è stato difficile. In cuor mio penso fosse stato meglio affrontare tutto con una vettura T1 ma, onestamente, la storia ha mostrato che chi va alla Dakar arrivando dal WRC... L'unica cosa che abbiamo nel nostro bagaglio è il controllo del mezzo. La velocità non ha importanza e per un pilota WRC può essere il grande problema. Inoltre, penso che correre con una 4X4 come la Toyota Hilux, dotata di meno corsa delle sospensioni rispetto alle WRC, per me sarebbe stato davvero strano. Ma anche affrontare la Dakar con una 2 ruote motrici come la MINI. Con una vettura T3 (la SSV) le velocità saranno inferiori e forse mi darà tempo per imparare a controllare un veicolo 4X4. Abbiamo visto Loeb e Sainz che all'inizio della loro carriera alla Dakar hanno faticato un po'. Per un pilota di rally penso che si faccia fatica a trovare il ritmo, ma farlo con un veicolo più lento come una SSV è forse il modo migliore per imparare. Poi, devo ammetterlo, solo il fatto di essere alla partenza della Dakar mi rende felice. Tengo le dita incrociate, perché tutto può succedere, ma la mia storia alla Dakar è iniziata l'anno scorso, quando sono stato a vederla dal vivo".

Che sensazioni hai avuto la prima volta in un abitacolo della vettura mentre ti allenavi sulle dune?
"Non sono certo il pilota più giovane, ora ho 41 anni, ma se avete visto la mia faccia dopo la prima uscita sulle dune, ero quasi un ragazzino. Mi sentivo un ragazzino il giorno di natale. Adoro la neve, ho fatto molto snowboard in passato e vivere ad Andorra mi dà la possibilità di farlo durante la stagione sciistica. Fare snowboard nella neve fresca quando puoi sfruttare tutta la montagna... Descrivo le dune come se avessi tutti i chilometri di neve fresca che vuoi per poter scivolare e fare surf. Per me la sensazione è stata davvero speciale, ma si impara molto velocemente il rispetto che devi avere per il deserto. Le cose semplici che imparo sono quanto può cambiare tutto quando il sole si muove nel cielo. A mezzogiorno non si vedono i bordi delle dune. Tutto sembra quasi uguale e questo può essere davvero difficile. Ti manca l'ombra delle dune e devi stare molto attento. Ma è davvero incredibile guidare tra le dune e ne sono rimasto affascinato. In Arabia Saudita, per quel che ho visto, il deserto è più roccioso, con molte pietre... E' un'altra sfida e bisogna adattarsi alle rocce. L'anno scorso abbiamo visto molti piloti che hanno forato e la grande sfida è proprio quella di gestire le gomme e le forature".

Kris Meeke, Wouter Rosegaar, PH Sport Zypher T3

Kris Meeke, Wouter Rosegaar, PH Sport Zypher T3

Photo by: Kris Meeke

"La Dakar è qualcosa che ho sempre voluto fare e sono grato di poterlo fare in quest'anno folle. Avere un programma in questo 2020 è davvero bello, perché hai qualcosa su cui concentrarti. Sarò sicuramente molto nervoso, ma per me sarà una cosa davvero eccitante".

Dimmi della macchina. Com'è dall'interno?
"Credo intanto che le regole siano davvero belle. All'inizio dell'anno la FIA ha portato i limiti di velocità per le vetture T1 a 180 Km/h e per le T3 li ha aumentati a 140. Credo che questa sia la velocità massima che possano raggiungere nel deserto con la limitazione del motore che abbiamo. Ma il regolamento dei prototipi è abbastanza emozionante per la Dakar, apre molte possibilità per costruire il proprio veicolo in un'oasi di prototipi con la filosofia 4X4, ma avendo tanta corsa delle sospensioni. Questa categoria non può che diventare sempre più grande e diventare sempre più popolare. Quando ho provato la Zephyr sono rimasto sorpreso, perché ha anche le sospensioni BOS, con cui ho lavorato per molti, molti anni. Quando ero in Francia, ho corso tante volte su un'auto da rally, con la Zephyr abbiamo usato anche circuiti e percorsi più tortuosi e accidentati. Ma la sfida per me era quella di adattare il mio cervello a questo veicolo e non pensare a come avrebbe sofferto al volante di un'auto da rally. Quest'auto è molto più capace su certi tipi di terreni accidentati, ma ho dovuto allenare la mia vista e il mio cervello alla nuova sfida".

"Forse, la sfida del 2021, potrò utilizzarla per l'anno successivo come trampolino di lancio per progredire. Mi piacerebbe partecipare alla Dakar per molti anni, ma non ne conosceremo mai le caratteristiche prima di affrontarla. Ora ho questa opportunità, vediamo che succederà".

Farai altri test prima della Dakar? Forse la Ha'il Bajas?
"No, non è possibile andarci. Sarebbe stato bello, ma andrò a Dubai per la prima settimana di dicembre e farei 3-4 giorni. Penso che sia abbastanza limitato il lavoro di set-up che su può fare con la T3, dato che il team ha molte informazioni dall'anno scorso. Sono stato davvero molto contento di quello che ho visto il questo mesi, forse ci sono alcune cose che possiamo aggiustare un po', ma piccole. La cosa più importante è cercare di adattarsi al navigatore, Wouter, Rosegaar, che ha molta esperienza alla Dakar. Credo che abbia fatto 12 o 13 anni di gara. Per me è la cosa più importante, costruire un rapporto con lui all'interno dell'auto, capire il suo modo di navigare e il suo modo di ascoltarlo. Questo, spero, sia il piano corretto".

Sebastian Marshall non voleva essere coinvolto in questa avventura? E come sei entrato in contatto con Rosegaar?
"Ho pensato di correre la Dakar con Seb, ma forse è ancora troppo giovane. Ha ancora 30-31 anni. Forse è troppo giovane per la Dakar (ride). Ha detto che per il momento non era così interessato, quindi per me portare un nuovo navigatore alla Dakar con tanti cambi di regolamento introdotti quest'anno (roadbook su tablet con cui gli equipaggi non possono lavorare prima della tappa). Penso che questo possa essere un inizio per far entrare nuovi navigatori alla Dakar, ma fare una Dakar con 2 persone senza esperienza (Meeke e Marshall) non sarebbe stata una scelta saggia. Questo è il motivo per cui vado con Wouter. Lui ha molta esperienza. Il suo piano originale era di fare la Dakar con Conrad Rautenbach, ma alla fine non lo farà. Era disponibile e credo che fosse la scelta migliore per me".

Come si sta sviluppando il vostro rapporto?
"Non l'ho mai incontrato. Al momento ci siamo sentiti solo al telefono. Molte persone me lo hanno raccomandato. Ci siamo sentiti, discutiamo e ci mettiamo d'accordo. Quindi non l'ho ancora incontrato. In questi tempi folli le cose stanno così. A Dubai avremo una buona opportunità per fare dei roadbook e così via".

Nel corso della tua carriera hai corso soprattutto nel WRC, gare in cui l'obiettivo era spingere sin dall'inizio. Ora affronti una sfida differente e immagino che dovrai cambiare il tuo approccio alla guida. Quanto pensi che possa essere difficile per te?
"Di sicuro questo è... Ogni volta che ero nel WRC sono sempre stato conosciuto per aver spinto a fondo e cose del genere. Ma non volevo che il mio talento rimanesse sconosciuto e ho ottenuto il mio primo contratto a tempo pieno nel WRC a 35 anni. Quindi il tempo era poco, sentivo il bisogno di spingere. Forse a volte non avrei dovuto spingere così tanto, ma date le circostanza ho fatto quello che ho fatto. Ma abbiamo visto nella storia gente andare alla Dakar, anche Colin McRae, Ari Vatanen, Carlos Sainz, Sébastien Loeb... Di sicuro abbiamo il controllo della vettura, ma il grosso problema è la velocità a cui siamo abituati. La Dakar è una questione di occhi, bisogna guardare e vedere e a volte dobbiamo gestire la situazione in prima marcia a 10 km/h e questo per noi è strano. Per me sarà molto diverso. Ma avete visto Vatanen, noto pilota WRC che attaccava al massimo, eppure ha vinto molte Dakar, perché è stato capace di adattarsi. E ora Carlos Sainz dopo qualche anno è diventato maestro della Dakar come Peterhansel. Carlos è in cima alla classifica. Mi è sempre piaciuta la Baja 1000 o le gare di Enduro in moto, perché senza pressione per la velocità, puoi guardare avanti per trovare la strada giusta ed è una cosa che mi è sempre piaciuta. La velocità potrebbe essere un problema, ma spero di poterla gestire. Solo il tempo mi dirà se ci sono riuscito. La sfida più grande per ogni pilota di rally che va alla Dakar è quella di ridurre la velocità. Quindi vediamo...".

Kris Meeke, Wouter Rosegaar, PH Sport Zypher T3

Kris Meeke, Wouter Rosegaar, PH Sport Zypher T3

Photo by: Kris Meeke

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