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Intervista

Dakar 2019, De Rooy: "Siamo stati i soli ad arrivare con quattro camion al traguardo!"

Gerard si consola con il terzo posto conquistato dietro ai due Kamaz: "Abbiamo avuto molti problemi diversi nella prima settimana, ma poi abbiamo saputo reagire alle difficoltà. Torneremo l'anno prossimo dopo aver fatto un po' di compiti a casa".

#503 Team De Rooy Iveco: Gerard de Rooy

#503 Team De Rooy Iveco: Gerard de Rooy

Team de Rooy

Dakar 2019: FPT

Tappa per tappa, seguite la Dakar 2019 del team Petronas De Rooy Iveco, che si affida ai motori Cursor 13 di FPT Industrial per puntare alla vittoria

La Dakar 2019 dei camion si è chiusa con un bel quadretto: l'abbraccio tra il russo Eduard Nikolav (Kamaz) con l'olandese Gerard de Rooy (Iveco). Rivali sulle dune, il rally raid più duro al mondo impone un grande rispetto fuori dal cockpit. Dopo 10 giorni di gara e 5.601 km percorsi, si è registrata la doppietta dei russi, ma il team Petronas De Rooy Iveco è stato l’unico a chiudere la 41esima edizione con i quattro camion Powerstar al traguardo, con il capitano della squadra olandese Gerard De Rooy, sul terzo gradino del podio dietro a Eduard Nikolav e Dimitry Sotnikov.

Sei soddisfatto del terzo gradino del podio?
"Non è il posto sul podio che speravamo, ma sono contento perché nonostante tutti i problemi che abbiamo affrontato negli ultimi 10 giorni, tutti e quattro i camion Iveco sono arrivati alla fine. Questo era l'obiettivo numero uno della squadra. Certo, eravamo arrivati ​​con delle aspettative più alte, ma il rally è stato imprevedibile e devi adattarti giorno per giorno alle situazioni che cambiano costantemente".

È stata una Dakar con molti alti e bassi per voi...
"Sì, è stata un'edizione difficile e abbiamo avuto un po’ di problemi all'inizio. La prima settimana non è stata positiva per noi, ma poi abbiamo recuperato nella seconda ".

Gerard ha perso il rally nella prima settimana, in particolare nella terza tappa. L’olandese è rimasto bloccato in cima a una duna e ha rotto lo sterzo perdendo oltre un’ora per la riparazione e il giorno dopo è partito solo decimo e, quindi, è finito nella polvere del gruppo perdendo un'altra mezz'ora.
"Quello è stato il momento cruciale, sono rimasto sorpreso dalla rottura dello sterzo, una cosa che non avevo mai visto!. Nella seconda settimana è andata molto meglio, ma il danno era già fatto. La soglia della competitività è troppo alta per lasciare agli avversari campo libero".

#513 Team De Rooy Iveco: Maurik van den Heuvel, Martijn van Rooij, Peter Kuijpers

#513 Team De Rooy Iveco: Maurik van den Heuvel, Martijn van Rooij, Peter Kuijpers

Photo by: Team de Rooy

Anche gli altri tre Powerstar hanno avuto i loro guai: Federico Villagra ha perso tre ore a causa di uno scarico rotto; Ton van Genugten ha fatto i conti con un sensore del turbo che mandava in protezione il motore, senza contare i parabrezza rotti e l’ultimo problema al cambio. Maurik van den Heuvel, l’assistenza veloce, ha guidato per sei giorni col motore Cursor 13 in protezione, prima di coricarsi di lato su una duna.

Eppure, nonostante tutti questi guai il poker di Iveco ha tagliato il traguardo, piazzando De Rooy terzo, Villagra quarto e gli altri due nella Top-10.
“L’anno prossimo torneremo, ma abbiamo alcuni lavori da fare a casa…”

Al seguito c’era anche Jan il giovane figlio di De Rooy: sta arrivando la terza generazione della famiglia da corsa?
"È ancora un ragazzino, ma mostra già del talento: il tempo ci dirà…".

Ton van Genugten ha chiuso con l’ultimo successo di tappa, sommando due successi al sue palmares alla Dakar. L’olandese ha superato ben quattro camion nell’ultimo tratto di speciale, anche il Powerstar del suo… capitano:
"Quando ho visto Gerard ho pensato: peccato, amico mio, ma questa tappa me la prendo io. L'ultima vittoria allevia le nostre sofferenze!”.

Iveco e FPT Industrial hanno avuto modo di trarre utilissime informazioni da una delle edizioni più dure e difficili della Dakar: in prestazione pura la tecnologia italiana è parsa più competitiva di quella dei camion Kamaz specie nella spinta del motore Cursor 13, ma i troppi problemi hanno reso meno lineare il rendimento dei Powerstar che sono risultati meno affidabili dei mezzi russi, vittoriosi in sette speciali su dieci.

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