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Intervista

Dakar 2019, Cerutti: "Vorrei finire nella top 15, un obiettivo alla mia portata"

Il pilota della Husqvarna è l'italiano con più occhi puntati addosso, dopo il 12esimo posto ottenuto al debutto due anni fa, però è consapevole che con 20 piloti ufficiali al via non sarà facile centrare l'obiettivo che si è prefissato.

Jacopo Cerutti

Foto di: Elisabetta Caracciolo

Dakar 2019: Moto

Tappa dopo tappa, seguite i protagonisti delle due ruote in lotta per conquistare la Dakar 2019

Le speranze dell’Italia in moto sono riposte su Jacopo Cerutti, il 29enne di Lecco che dopo l’ottimo 12° posto al debutto nel 2016, lo scorso anno ha terminato come il migliore degli azzurri (20°) nelle due ruote. Pilota Husqvarna Italia, Jacopo affronta la sua quarta Dakar con il team Solaris insieme a Maurizio Gerini, 22° nel 2018 alla prima partecipazione.

Cosa si aspetta da questa Dakar?
"Sono fiducioso. Mi trovo bene con il team e con Gerry (Maurizio Gerini), mio compagno di squadra. Ci supporteremo e stimoleremo a vicenda. Non solo, quest’anno potremmo contare sulla nuova moto, esclusiva lo scorso anno per il team ufficiale".

È possibile per un amatore competere con gli ufficiali?
"Ogni anno il livello della competizione si alza ed aumenta il gap tra piloti ufficiali e privati. Non si tratta solo della moto. Avere un team esperto formato da professionisti fa la differenza, così come l’organizzazione, il budget, senza pensare al supporto prezioso del map man, di cui godono gli ufficiali. 

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Ha debuttato con un ottimo 12° posto, è possibile ripetersi?
"Con 20 piloti ufficiali al via direi che è molto difficile, ma punto a metterne qualcuno dietro. Vorrei finire nei 15, un obiettivo alla mia portata".

Si preannuncia un percorso molto tosto...
"Ci aspettano 10 giorni di dune e sabbia. Sarà dura anche per il caldo e le speciali non vanno assolutamente sottovalutate dal numero dei chilometri, inferiori rispetto alle passate edizioni. Anno scorso ho faticato sulla sabbia, ma in Marocco sono andato bene per cui sono fiducioso".

Corsa di sprint o di strategia?
"Gli ufficiali partiranno all’attacco, io punto a fare la mia gara senza esagerare perché un errore può essere fatale. Sarà facile perdere tanto tempo, così come guadagnarlo. Voglio fare il mio ritmo senza esagerare".

Come vede il gruppo degli italiani?
"Siamo uniti e c’è un bello spirito. Chi sarà il migliore degli italiani? Ce la giocheremo con Gerry (Maurizio Gerini)!".

 

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