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Intervista

Dakar, Lavigne: "Ottima l'organizzazione di gara"

Il direttore della Dakar ha aggiunto: "Dopo la rinuncia del Peru eravamo in emergenza. Tutto è andato bene"

Etienne Lavigne, A.S.O. and Juan Pedrero, Sherco

Foto di: A.S.O.

#32 Honda: Paolo Ceci
Paolo Ceci
#32 Honda: Paolo Ceci
Honda team area

Al termine della Tappa 12 della 38esima edizione della Dakar, il responsabile della Dakar Etienne Lavigne ha voluto tirare le prime somme della competizione 2016, nonostante manchi all'appello l'ultima Prova Speciale. 

Lavigne, ai microfoni di OmniCorse.it e Motrosport.com, si è detto soddisfatto di quanto organizzato per quest'anno, soprattutto dopo la dipartita del Peru dal percorso. Con Argentina e Bolivia rimasti come stati ospitanti, l'organizzazione non ha potuto fare altro che rivedere completamente il tracciato, non esente da critiche soprattutto nella prima settimana, quando i piloti si sono lamentati a causa delle stage troppo simili a tratti dedicati al World Rally Championship.

"La prima settimana non era prevista nel modo in cui è stata organizzata. sino alle ultime settimane dell'estate 2015 i paesi ospitanti della Dakar 2016 erano tre, poi con la rinuncia del Peru eravamo in emergenza e abbiamo dovuto cambiare tutto. La prima settimana è comunque risultata molto interessante per quanto mi riguarda".

"La sfida per i piloti della Dakar è quella di cimentarsi sempre in nuove situazioni e questa edizione è stata molto particolare rispetto a quelle precedenti. La prima settimana era veloce ma interessante, la seconda era più in stile Dakar classica, con speciali molto difficili, così come le condizioni incontrate".

Lavigne non ha nascosto che in questa edizione la direzione gara abbia fatto di tutto per salvaguardare l'incolumità fisica dei piloti in gara. Ecco dunque spiegate alcune decisioni prese nel corso della seconda settimana di gara.

"La nostra prima ossessione è sempre stata la sicurezza. E' una priorità in ogni momento di gara. Quando abbiamo dubbi sull'esecuzione della gara facciamo sempre il massimo per fare in modo che tutto vada liscio. Non possiamo mettere a rischio la vita dei piloti. E' nostro compito fermare la corsa qualora diventi diventi più pericolosa", ha proseguito Lavigne, che poi ha ammesso: "Vorremmo continuare a correre in Sud America, ma abbiamo bisogno di accordi con gli stati. Stiamo lavorando a un'edizione 2017 della Dakar molto interessante. Siamo in contatto con il governo del Cile per il prossimo anno e in Argentina vogliono continuare a essere coinvolti nel percorso della Dakar".

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