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Dakar, A Jacopo Cerutti il Trofeo Elf 2016

Jacopo ha chiuso al 12esimo posto assoluto la prima Dakar della carriera, senza commettere alcun errore

#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti

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Husqvarna

#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti
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#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti
#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti
#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti
#50 Husqvarna: Jacopo Cerutti

Jacopo Cerutti si lascia andare e mostra tutta la sua felicità sul palco assieme alla squadra, e anche quando scende, davanti ai fotografi e alle televisioni che lo riprendono. Il centauro italiano della Husqvarna (che non gli ha creato mai problemi d'affidabilità) ha chiuso al 12esimo posto assoluto la sua prima Dakar, senza commettere un solo errore. 

Una prima Dakar che non dimenticherà mai nella sua vita e che gli ha riservato una sorpresa: quando è salito sul palco, e solo allora, ha scoperto che aveva vinto il Trofeo Elf. “Una medaglia sudata, non certo regalata! Al 12° posto – racconta - non ci avrei mai pensato. Perché in questa gara può succedere di tutto. Sono partito da casa pensando di finirla, a meno di non fare pasticci, perchè sono partito tranquillo e con la testa a posto. Poi certo non si può prevedere tutto, specie in una gara come questa, che è pericolosa e prevedere l'impossibile non è facile, però alla fine è andato tutto bene”.

Cerutti prosegue spiegandoci la sua tattica di gara: “La prima settimana ho controllato la situazione e sono entrato piano piano dentro la gara. Poi, nella seconda settimana dove c'erano le speciali un po' più navigate, tecniche e tirate sono uscito fuori”, come se avesse scoperto le sue carte solo in quel momento, perchè quando il gioco si fa duro... “La moto è il massimo, sono davvero contento”, dice della Husqvarna che lo ha portato senza sbavature a un passo dai primi dieci.

E poi non si può non parlare di suo papà, Gianni, che ha un ruolo importante nel successo in questa Dakar di Jacopo: “E' venuto sul palco con me a festeggiare, e oggi che è finita devo dire menomale che è venuto. Lui è un osteopata, anche se è venuto qui a fare il fotografo. Se non fosse stato per lui... All'inizio ero messo male con la schiena poi, quando sono caduto, la spalla destra mi faceva davvero male, lui mi ha rimesso in piedi tutte le sere e mi ha dato la forza per continuare fino in fondo”.

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