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Dakar, Quandt: "Il futuro X Raid nelle 2 ruote motrici"

Il tedesco però sostiene che è l'organizzatore a decidere il percorso vincente per un certo tipo di vettura o un'altro

Dakar, Quandt:

Missione compiuta! Lo ZebraBuggy è arrivato al traguardo, quando nessuno alla partenza ci avrebbe scommesso neanche un centesimo. L'obiettivo era portarlo il più lontano possibile in gara, e nello stesso tempo sperimentare tutta una serie di innovazioni tecniche. Lo ZebraBuggy, l'undicesima vettura iscritta alla Dakar 2015 dalla X Raid, insieme a dieci Mini All4 racing, ha concluso al 44esimo posto assoluto, ma soprattutto torna a casa con una valigia piena di dati da analizzare, in modo da  applicarli a quello che sarà il mezzo del futuro della squadra tedesca.

Sven Quandt ha adottato, ancora una volta, la strategia giusta. Ha aspettato che i tempi fossero maturi per un mezzo a due ruote motrici: ha aspettato che alla Dakar  arrivasse la Peugeot con un 2WD, sapendo che i regolamenti sarebbero cambiati in favore di questo tipo di vetture.

Insomma ha tenuto fermo il progetto che aveva rilevato nel 2013 e lo ha tirato fuori a maggio 2014 cominciando a elaborare quello che sarà il mezzo del futuro per il team X Raid. Sven l'ha ammesso a Buenos Aires, a fine Dakar:

“Arrivare al traguardo con lo ZebraBuggy è stato molto di più di quello che ci aspettassimo. Al giorno di riposo ci siamo resi conto che avevamo già tutti i dati che ci servivano e non era più necessario che la vettura continuasse la corsa. Così abbiamo lasciato libero l'equipaggio di fare la loro corsa, perché se anche il buggy si fosse rotto ciò non avrebbe costituito un problema”.

"You can kill the car" sono state le testuali parole di Quandt: e così alla ripartenza da Iquique, Guerlain Chicherit si è tolto la soddisfazione di tirare come un dannato e di arrivare addirittura terzo di tappa...
“Abbiamo capito ora, che il concetto su cui abbiamo lavorato è abbastanza buono, abbiamo mostrato che questo buggy va bene e ha ottenuto dei buoni tempi quando non ha avuto problemi in speciale, e soprattutto, ha ottenute certe prestazioni senza spingere troppo. Ma questa non è la macchina che noi costruiremo: ci serviva solo per imparare come funziona un 2wd perché il prossimo anno saremo alla Dakar con un 2 ruote motrici”.

Secondo Quandt per vincere con un due ruote motrici bisognerà conoscere il regolamento della Daka 2016 e il suo percorso...
“E' l'organizzatore che decide chi vincerà in base al tipo di percorso che andrà a disegnare. Ci possono essere percorsi tracciati per far vincere un 4 ruote motrici, e altri che invece andrebbero a vantaggio dei 2 ruote motrici. La decisione, quindi, da lui. Se davvero la Dakar 2016 andrà in Perù allora vorrà dire che un due ruote motrici potrà vincere, perchè sarà grado di dare 20 minuti al giorno ad un mezzo 4 ruote motrici”.

Ma perchè sono tutti così sicuri delle performance dei due ruote motrici sulla sabbia? Quando Jean Louis Schlesser arrivò alla Dakar negli anni Novanta con il primo buggy a due ruote motrici tutti lo presero in giro, asserendo che si sarebbe insabbiato sulle dune. E in effetti così è stato, almeno nei primi anni. Che cos'è cambiato ora?
“Secondo me bisogna vedere la cosa in una chiave diversa, partendo dal sistema che permette di gonfiare e sgonfiare le gomme, regolando la pressione degli pneumatici dall'abitacolo. Questo è un aspetto che può fare la differenza. E poi gli pneumatici grandi permettono di salire più velocemente sia sulle dune che sui salti. In quei tracciati pieni di cunette o piccole dune, la trazione del buggy compensa la stabilità dei 4x4. Anche la velocità può essere maggiore essendo il mezzo più leggero di un 4wd. Certo se ci si insabbia è difficile ripartire, però sono convinto che nelle tappe con tante dune, alte e nelle speciali fatte di vero fuoristrada il 2 ruote motrici sia superiore”.

E quale motore sarà usato, sapendo quanto Sven Quandt ami le scocche originali, che riproducono quasi a livello maniacale le vetture stradali a cui si ispirano. Basta pensare alle Bmw dell'ultima generazione e soprattutto alla Mini...
“In tutta sincerità la scocca non è stata ancora pensata, ma di sicuro somiglierà ad una vettura di serie. Se prendiamo per esempio la Peugeot di sicuro il loro mezzo non è un 2008, e questo è esattamente quello che io non voglio. Di una vettura puoi utilizzare il disegno del parabrezza, dei fari, la parte posteriore, la silhouette, e questo potrebbe essere abbastanza per me, ma in realtà Peugeot non l'ha fatto, mentre io voglio costruire una macchina in cui la gente si riconosca. E' una promessa che ho fatto a me stesso, le nostre vetture devono somigliare a quelle che una persona normale può comprare in una concessionaria”.

L'unica cosa che si sa del motore è che sarà un diesel...
“La Bmw attualmente non ha un propulsore a benzina della cilindrata che possa entrare in questo buggy”.

Il buggy è stato avviato da Nasser Al-Attiyah due anni fa e affidato ad un ingegnere francese che aveva tre anni di tempo per renderlo competitivo...
“X Raid ha comprato il progetto e Nasser non ha più nulla a che fare con questo buggy. Nel 2013, quando Al-Attiyah è venuto a correre con noi, prima di partire per la Dakar abbiamo chiuso un accordo finanziario e io ho comprato tutto: il progetto, la macchina, i pezzi di ricambio, ogni cosa. Poi nel maggio scorso abbiamo ripreso il progetto, per cominciare dei test. Abbiamo trasformato il Buggy e vi abbiamo aggiunto diverse soluzioni della Mini, dal sistema elettrico a tanti altri piccoli particolari. Alcuni hanno funzionato e altri no, perchè il Buggy ha una conformazione differente, ma molti pezzi sono stati concepiti da X Raid e molti vogliamo usarli in questo veicolo”.

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