Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera
Ultime notizie

Dakar, Famin: "Ora sappiamo cosa serve per vincere"

Il direttore di Peugeot Sport ammette che la 2008 DKR non era competitiva, ma serviva imparare...

Dakar, Famin:

La Peugeot è andata alla Dakar per mettere alla frusta la DKR 2008. Per scoprire l'affidabilità di un Prototipo che non ha mai corso.  L'obiettivo era sviluppare il mezzo e portarlo al traguardo di Buenos Aires. Tutte cose che sono state fatte perché il capottamento di Carlos Sainz non ha nulla a che fare con i guasti tecnici. Il bilancio della Casa del Leone, quindi, è positivo, e sbaglia chi vuole per forza cercare la catastrofe nella prestazione dell'equipe francese.

Bruno Famin, direttore di Peugeot Sport, magari non sarà contentissimo delle prestazioni delle DKR 2008, ma guarda le cose con positività...
“Aver portato due vetture al traguardo della Dakar 2015 è stata davvero una buonissima cosa. Perchè, ascoltando quello che dicono gli specialisti, si è trattato di un'edizione difficile, particolarmente all'inizio, con quella terribile seconda tappa, e poi con tutto quel fesh fesh, le tappe in Cile e la tappa marathon. Avere due macchine alla fine ci ha permesso di accumulare un buon bagaglio di esperienza sia a livello tecnico che sportivo e logistico: ora siamo pieni di idee per migliorare le cose”.

Certo l'11esimo posto di Peterhansel e il 34esimo di Despres in una classifica che conta solo 68 auto al traguardo, vanno un po' stretti a un team ufficiale che si chiama Peugeot Total. Il rimpianto di Famin è di non aver vinto neanche una tappa, cosa che in realtà non era fra gli obiettivi al via. L'idea è venuta man mano che la Dakar andava avanti e le 2008 DKR mettevano il naso anche nelle prime posizioni della classifica con Carlos Sainz e Stephane Peterhansel...
“Quando siamo partiti la sola cosa che volevamo controllare era l'affidabilità della vettura. Durante lo sviluppo e la costruzione non avevamo perso neanche un minuto, o un chilometro di test, per controllare la performance della DKR 2008. Non avevamo fatto alcuna valutazione sulle sue possibilità in gara. Ma l'appetito viene mangiando, e quando abbiamo visto Carlos quarto assoluto e Stephane che si è battuto, due volte, per la vittoria di tappa, ci sarebbe piaciuto centrare una speciale. Così come ci sarebbe piaciuto un posto nei primi cinque classificati”.

Il lavoro al bivacco è stato subito di alto livello: le vetture sono state smontate, rimontate, anche ricostruite quando è stato necessario, testando ogni genere possibile di soluzione. Nel 2016 cambierà la prospettiva con cui affronterete la Dakar?
“Un terzo posto nella classifica assoluta non ci interessa, oggi l'importante era accumulare esperienza. Se parliamo di performance siamo stati due o tre volte all'interno del match per la vittoria in speciale, ma in questo momento il livello della vettura non è abbastanza elevato per ambire alla vittoria finale. L'abbiamo visto chiaramente ma questo non ci inquieta perchè siamo all'inizio dello sviluppo in tema di prestazioni: sappiamo dove intervenire su motore e sospensioni e come alleggerire il mezzo. La nostra difficoltà sarà decidere su quali priorità lavorare per diventare vincenti in un tempi brevi, perchè bisogna rendersi conto che la Dakar 2016 è alle porte, calcolando che abbiamo solo 9 mesi per farlo”.

Dal confronto con gli altri avrete imparato molto...
“Assolutamente sì, la comparazione con gli altri è stata importantissima. Abbiamo capito che ci sono dei terreni su cui non andiamo male, ma dobbiamo migliorare. Per esempio sulle zone di fesh fesh e sui sassi (il che significa l'80 per cento di questa Dakar), sui tracciati brutti e 'cassant' andiamo bene ma dobbiamo migliorarci. Negli ultimi giorni sul tracciato in stile WRC ci siamo difesi e Stephane ha sempre conquistato una buona posizione”.

Ma è sulla sabbia che contate di più in Peugeot?
“Se si tratta di deserto aperto le 4 ruote motrici vanno meglio di noi, ma credo che sulla sabbia il nostro 2 ruote motrici abbia delle ottime possibilità, grazie al nostro sistema di gonfiaggio e sgonfiaggio delle gomme che permette di sistemare la pressione degli pneumatici dall'abitacolo, senza perdere tempo, che è davvero un vantaggio per noi. E poi anche le ruote, così grandi, fanno un ottimo lavoro e hanno una buona trazione anche con sole due ruote motrici”.

Bruno Famin come tutta la squadra Peugeot Total era a digiuno di Dakar...
“In effetti non ci aspettavamo molto perchè non sapevamo esattamente come funzionasse la Dakar. Non eravamo in grado di dare nemmeno una definizione alla giornata tipo. Ora lo sappiamo, l'abbiamo capito. E per come siamo abituati noi, è  frustrante non sapere nulla dell'andamento della corsa. Uno dei grossi problemi di questa gara è l'assenza di una buona gestione dell'informazione. Quando si è a bordo pista si sa tutto in tempo reale, qui non sappiamo nulla: il telefono non funziona, e anche la direzione gara non ha informazioni. Non riuscivamo a sapere dov'era la macchina, che problemi aveva, quali erano le temperature... E' un po' complicato, corriamo di giorno e lavoriamo di notte...”.

Come giodica la prestazione dei due piloti che sono arrivati al traguardo?
“Hanno fatto una corsa intelligente: soprattutto Cyril Despres che debuttava e al quale mancava l'esperienza sulla vettura. Dal secondo giorno era già entrato nel vivo della corsa e ha potuto provare tutte le condizioni che caratterizzano questa gara: pioggia, fango, sabbia, caldo, la guida di notte, il freddo, anzi, la prima volta che ha davvero guidato sulle dune è stato di notte... Cyril ha avuto una formazione sul campo e se l'è cavata benissimo. La nostra paura era che facesse qualche errore man mano che prendeva confidenza con la vettura, e invece no, è andato piano e ha portato la Peugeot alla fine e ha gestito insieme a Gilles Picard la sua gara”.

Famin ha parole di elogio per Stephane Peterhansel...
“Peterhansel e Cottret sono due ragazzi estremamente preziosi che ci hanno fatto guadagnare anni preziosi nello sviluppo del progetto. Il loro apporto, costruttivo, è enorme, e le loro conoscenze sono state preziose. Oltre a ciò hanno dato prova di abnegazione al progetto Peugeot. La vettura è molto lontana dalla perfezione, ma la volontà è quella di progredire. Tutti, ma proprio tutti nel team hanno un solo obiettivo che è quello di far vincere la Peugeot con la DKR 2008”.

Be part of Motorsport community

Join the conversation
Articolo precedente Cabini: "Bilancio ok, ma non è stata una bella Dakar"
Articolo successivo Dakar, Loprais: "E' mancata più sabbia per i camion"

Top Comments

Non ci sono ancora commenti. Perché non ne scrivi uno?

Sign up for free

  • Get quick access to your favorite articles

  • Manage alerts on breaking news and favorite drivers

  • Make your voice heard with article commenting.

Motorsport prime

Discover premium content
Iscriviti

Edizione

Svizzera