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Dakar, De Rooy: "Che emozione la picchiata finale!"

L'Iveco del team Petronas è arrivato per primo nella discesa della duna che porta a Iquique

Dakar, De Rooy:

Due chilometri di discesa, con un dislivello notevole. Si parte da 870 metri e si scende fino a quasi il livello del mare. Questa è la grande duna sotto la quale da stamattina si è assiepato il pubblico in attesa di vedere camion ed auto scenderla a tutta velocità.

Il primo ad arrivarci questa mattina è stato Gerard De Rooy e il pubblico è letteralmente esploso quando lo ha visto affacciarsi dall'alto.

“Vedere tutta quella gente che aspettava e che gridava ed applaudiva è stato esaltante. Siamo saltati giù dalla duna e abbiamo preso velocità: siamo scesi a 140 km/h ed è entrato il limitatore... Se solo avessimo potuto saremmo anche andati più veloce. Invece abbiamo frenato un po', ma è stato bellissimo. Dal bivacco non si vede, ma lassù, prima della grande discesa, ci sono una serie di dune, un po' più basse che si passano in una serie di salite e discese durante i quali si vede il bivacco che è piccolissimo notato da lì”.

Arrivato per primo al bivacco Gerard, sapeva però che il più veloce oggi era stato il russo Nikolaev su Kamaz...
“Era partito dietro di me di 15 minuti ed era ovvio che oggi avrebbe vinto, pur senza andare più veloce. Noi che eravamo davanti ci siamo persi non poco perchè oggi correvamo nuovamente sulle tracce di ieri e dell'altro ieri, e la pista inoltre si era molto danneggiata, non tanto la parte sulla sabbia ma quella più dura, con pietre e fesh fesh. E pensare che domani la dovremo ripercorrere un pezzo...Per fortuna che avevano annunciato tanta sabbia e dune, noi ne avremmo voluto tanta di più”.

Gerard, poi, poi scende nel dettaglio con il racconto della giornata con l'Iveco Powerstar del team Petronas De Rooy...
“I primi sessanta chilometri di oggi erano davvero brutti: fesh fesh, tante pietre e il percorso si era scavato tantissimo, visto che ci eravano passati andando avanti e indietro. La seconda parte invece è stata molto meglio, con tanta sabbia e dune, ma la navigazione era difficile. Per fortuna noi siamo stati bravi e abbiamo beccato subito la strada giusta. Solo che i due camion che mi stavano davanti in quel momento e, che si erano persi, ci hanno visti e ci hanno seguito”.

De Rooy non si meraviglia ripensando ai 5 minuti presi ieri da Loprais sul Man...
“No, ieri nella prima parte della speciale noi abbiamo commesso un piccolo errore, ci siamo tenuti troppo a sinistra dove c'erano più dune che erano anche più alte. Ci siamo sbagliati e Nikolaev che ci è venuto dietro ha perso come noi un sacco di tempo, insieme anche ad altri due camion Kamaz. Loprais, invece, ha imboccato la pista giusta perchè era più veloce. E' li che ha guadagnato tanto su di noi. Poi c'erano questi sessanta chilometri di cui 42 pessimi: rocce, fesh fesh, pezzi lentissimi, e lo stesso abbiamo ritrovato oggi, ma con in più il passaggio di oltre trenta camion per lo stesso tratto di pista. Figuriamoci cosa troveremo domani, al quarto passaggio sullo stesso punto”.

Magra consolazione che la situazione fosse la stessa per tutti...
“Sì, è vero, oggi devo ammettere che i Kamaz sono andati davvero forte. Sui tratti brutti e sconnessi loro riescono ad andare molto forte. Noi andiamo bene sulle dune e lì abbiamo recuperato un po' ma la navigazione non era facile. Però noi siamo stati più bravi e non a caso siamo arrivati al bivacco davanti a tutti. Tutto ciò giova alla nostra motivazione, ma Nikolaev ha vinto la speciale e io di nuovo sono arrivato secondo. E' la seconda volta di seguito che concludo piazzato...”.

L'olandese sospira un po' scoraggiato e pensa al giorno di riposo...
“In realtà al nostro team non servirebbe un giorno di riposo perchè i mezzi sono in ordine e, quindi, non hanno quasi bisogno di interventi impegnativi, però farà bene al corpo riposarci, perchè siamo un po' provati da queste piste tanto brutte”.

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