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Dakar: Peterhansel: "Che sensazione lo start in linea"

Il francese sul lago salato ha provato a tirare al limite la Peugeot 2008 DKR con buone sensazioni

Dakar: Peterhansel:

Per le Peugeot 2008 DKR quella di Uyuni-Iquique è stata una giornata esaltante. Stephane Peterhansel, rassicurato dalla perfetta tenuta della macchina, al termine della prima frazione Marathon, non ha resistito alla tentazione di provare il Proto sulla distesa salata del Salar, e per una volta è andato a vedere dov’è il plafond della 2008 DKR. Nessun avversario davanti, solo a lato, a destra e sinistra, l’eccellenza meccanica degli ultimi anni nelle mani di Al-Attyiah e De Villiers.

Col gruppo di testa per tutta la prima parte della Speciale, Stephane torna nella parte più importante di collaudatore dello sviluppo Peugeot Sport e “leva” progressivamente concedendo terreno agli avversari, ma all’arrivo a Iquique irrompe con l’euforia del pilota soddisfatto nell’inerzia della mattina ansiosa di Bruno Famin, reponsabile del progetto. 

Stephane Peterhansel: “Sabato è stata una giornata speciale ma per certi versi critica. Pioggia e grandine, vento e fango. Domenica è stata una bella tappa, con una speciale stupefacente. Quattro diverse macchine affiancate alla massima velocità per 130 chilometri. Questa è adrenalina. Sfruttare la scia, “togliere” un pelo e far scivolare la macchina sui due-tre cambi di direzione, di nuovo a 160, 180 chilometri all’ora. Macchina perfetta, al bivacco di Uyuni abbiamo cambiato le gomme, pulito i radiatori e basta. Poi la grande volata di domenica, inebriante, lunghissima. Il risultato è abbastanza buono. Avremmo potuto sperare di fare meglio ma il motore ha sofferto in alcuni punti ad altissima quota. La priorità era dunque arrivare al traguardo piuttosto che far segnare un buon tempo. La vettura è ancora giovane, dunque non è possibile attaccare molto forte, come potremmo fare al volante di una vettura più sviluppata. Tenendo conto di questo fattore, le due giornate della tappa maratona nel complesso sono andate bene. Guidare in Bolivia è stato davvero divertente: c’è stato un enorme entusiasmo da parte della popolazione e abbiamo passato più di 36 ore a un’altitudine superiore ai 3800 m. Ha messo davvero a dura prova l’organismo. Non ci sono stati risparmiati né la fatica né
i mal di testa. Ma la vocazione di una tappa Marathon è quella di essere difficile!”.

Cyril Despres: “Sta diventando la gara degli aneddoti. Non riesco ancora a ricordare una sensazione così strana come vedere attraverso la polvere il suolo bianco di grandine. La speciale di oggi, la ricorderò per la partenza in linea, e per tutti quei chilometri tentato dalla massima velocità di un modo di correre che non conosco ancora bene. Bellissimo, e tutto molto bene, senza problemi, come volevamo che fosse. Ah, sì, la bellezza della tappa di domenica stava per farmi dimenticare l’errore che ci ha portati all’insabbiamento di sabato, che mi ha portato via un po’ di tempo a spalare. Non lo avevo mai fatto con le moto!”.

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