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La Peugeot calamita l'attenzione a Buenos Aires

Le tre 2008 DKR sono pronte al bagno di folla di oggi pomeriggio con la sfilata nella Capitale argentina

Partire, alla Dakar non è propriamente come dirlo. Intanto c’è una fase di avvicinamento, quella durante la quale il sogno è cullato, che può durare anni. O anche tutta la vita, e a volte invano. Poi, una volta decisi (leggi: trovato il budget), c’è da lavorare quanto e come è difficile immaginare.

La Dakar tende ad assorbire, spesso completamente. Diventa un obiettivo prioritario. Talvolta un imperativo del quotidiano. All’atto pratico, quando si è deciso e si è lanciata la sfida con l’iscrizione, inizia il lavoro vero e proprio. Non meno, letteralmente coinvolgente. Tra una Dakar e l’altra c’è un anno. Bene: anche a non essere dei professionisti può succedere che buona parte del tempo di quell’anno sia dedicato alla preparazione della partenza. Quando, infine, tutto è pronto o lo sembra, è già ora di mettersi in moto, ovvero di spedire auto e ricambi, organizzare la logistica, trasferirsi al teatro della grande sfida. Arriva Buenos Aires, insomma.

La Metropoli argentina sembra, in quei giorni che precedono la partenza del Rally, trasferire la sua poderosa enormità urbanistica in quella teatrale non meno potente del Rally. È ora delle verifiche preliminari, amministrative per i Piloti, tecniche per le auto e le moto in gara. Sono meticolosi, pesantemente zelanti, i commissari sportivi e tecnici di ASO. Il rito di passaggio che porta all’abbassarsi della bandiera a scacchi è uno stillicidio nel quale sono passati in rassegna e verificati tutti gli elementi della preparazione, “umana” e meccanica.

A Buenos Aires la municipalità ha messo a disposizione della società organizzatrice il parco che ospita la più grande mostra tecnologica del Sud America, Tecnopolis. Cinquanta ettari a Nord della Città. 650 Piloti passano uno dopo l’altro attraverso un’operazione che non è soltanto burocratica, ma che ha sul morale gli stessi effetti di una coda per pagare una bolletta. Per fortuna c’è l’entusiasmo, dilagante, debordante, di una passione che contagia anche le guardie giurate all’ingresso. Due dei tre giorni dedicati alle verifiche sono andati. Resta l’ultimo, che è anche quello che catapulta i concorrenti finalmente nel vivo della loro appassionante avventura.

Sarà ancora una giornata con poco deserto all’orizzonte, ma anche la passerella cittadina che inaugura la 37esima Dakar è uno spettacolo che genera, a fa vivere, emozioni che solo chi partecipa ha il privilegio di provare. È la passerella in cui tutti, almeno per un giorno, sono star. Per questo i sudamericani sono insuperabili, il loro entusiasmo è quasi aggressivo.

Autografi, pacche sulle spalle, abbracci, neonati tra i guanti dei motociclisti o attraverso i piccoli oblò delle auto da corsa, i maledetti “selfie”. Le manifestazioni di una gioia incontenibile si sprecano. Naturalmente quando è uno dei veri “big” a passare, alle verifiche o attraverso i padiglioni e le rassegne del parco, e poi sulle strade della Città, allora è autentico delirio.

Passa Marc Coma ed è letteralmente “placcato”, Nani Roma deve “mimetizzarsi” tra i suoi basettoni e una tenuta ancora del tutto “casual” per tentare di passare inosservato. Per Ignacio Casale, detentore della gara dei Quad, sembra essersi mosso l’intero Sud America.

Ma la regina della passerella pre-Dakar, inutile dire, è Peugeot. Ieri alle 13,45, i tre prototipi nati per vincere un giorno che sia il più vicino possibile la Dakar hanno fatto il loro ingresso nel Parco lavori per accedere alle zone delle verifiche. Il momento è stato quasi solenne. Carlos Sainz, Cyril Despres e Stephane Peterhansel riportano, dopo un quarto di secolo, il Marchio del Leone dentro una Storia che è diventata una leggenda sospesa nell’imbattibilità.

Le linee di design ricercato della 2008 DKR non riescono a nascondere l’aggressività del Prototipo, e l’eleganza delle forme carica ancor più di significato il tenore della sfida che tutti attendono “ufficialmente”, ormai, da quasi un anno. Attorno alle tre auto la folla si stringe, si moltiplica, intasa, ostruisce. Le tre 2008 procedono con una lentezza esasperante, divorate dall’entusiasmo che hanno generato.

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