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Dakar: Botturi ha rischiato per un dritto nella polvere

Il bresciano è finito contro una staccionata con la Yamaha, danneggiando un po' le forcelle

Alessandro Botturi è un po' deluso per la sua posizione in classifica, ma tutto sommato il bresciano pensa che potesse andargli peggio del 27esimo posto finale alla conclusione della prima speciale, dopo un'uscita dalla pista. Il fatto che la Yamaha non abbia infilato una moto nei primi dieci potrebbe suonare strano: ma i piloti hanno preferito non rischiare anche perchè sulla pista c'era tanta polvere per cui era troppo pericoloso superare...

“Sono partito bene – racconta il pilota di Lumezzane – e dopo pochi chilometri avevo già raggiunto Svitko che partiva davanti a me. Così ho forzato un po' il ritmo e intorno all'80esimo chilometro ho preso anche Gouet che scattava tre minuti prima di me. Svitko è riuscito a passarlo, approfittando di un prato e di un tratto pulito, mentro io sono rimasto dietro nella sua polvere".

E poi cosa è successo?
"Quando mi sono fatto sotto le cose si sono messe male. Davanti a me c'era una curva che ho visto troppo tardi per frenare. Stav andando a 90 km/h: non ho potuto far altro che finire nel prato che c'era di fronte. Peccato che ci fosse anche una staccionata con del fil di ferro e l'ho tirata giù. Sono riuscito a non cadere, ma il fil di ferro si è un attorcigliato alle forcelle facendo qualche danno".

Hai preso un bel rischio...
"E allora mi sono calmato, mi sono reso conto che avrei potuto buttare via la Dakar. Dopo essermi liberato del filo di ferro sono ripartito: non credevo di aver perso tanto tempo, anzi a me sembrava che la sosta fosse stata breve. Quando mi sono ritrovato nuovamente alle spalle di Gouet ho preferito rallentare, restando  nella sua polvere per 50 km”.

La Yamaha, quindi, sembra competitiva...
“La moto va molto bene, nonostante il freddo patito nel trasferimento di stamattina, ero sciolto e tranquillo fino dal primo controllo. Poi ho tenuto il mio passo. Le velocità erano buone, perché ho toccato i 172 km/h. C'erano dei lunghi tratti in cui si poteva andare a manetta: per cinque o sei chilometri si poteva tirare al massimo...”.

Anche Olivier Pain, pilota di punta del team Yamaha, non si rammarica del suo tredicesimo posto in classifica.
“Era troppo pericoloso prendersi dei rischi. C'erano degli avvallamenti sul percorso che non si vedevano bene e parecchie buche nascoste nell'erba, o dietro il tratto alberato. Era inutile forzare. La moto, comunque, va bene, e le velocità di punta che può raggiungere sono sorpredenti”.

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