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Dakar, Al-Attiyah: "Vittoria di tutta la squadra"

Nonostante i 35 minuti di margine sugli inseguitori, il pilota del Qatar rende omaggio alla Mini e alla X-Raid

Dakar, Al-Attiyah:

Nasser Al-Attiyah era venuto alla Dakar 2015 con una sola chiara intenzione: vincere. Non c'era nient'altro che contasse per lui e ha lavorato tutto l'anno con questo unico obiettivo. Ha provato tutte le vetture disponibili al momento nel panorama dei rally raid e poi ha scelto la Mini, creando per un momento un piccolo problema etico al team portandosi dietro uno sponsor che è il più diretto concorrente di quello che supporta il team X-Raid da anni.

Ma per colui che in Sud America chiamano il principe, anche se principe non è, non ci sono limiti e tutto si può fare, compreso vincere una Dakar con 35 minuti di vantaggio, incrementati tutti nelle ultime speciali. "Mi è sempre piaciuto moltissimo il Sud America – ha detto Nasser Al Attiyah dal palco di Tecnopolis al momento del bagno di folla alla premiazione – e sono contento di aver vinto qui. Il pubblico mi ha sempre dato tanto in questi anni e io ci tenevo a ricambiare con una vittoria".

La seconda che il pilota del Qatar ottiene su questo suolo dopo aver vinto cinque delle 13 tappe in gioco, fin dall'inizio. E su questo suolo nel vero senso della paorla: "Quando ho vinto nel 2011 ricordo perfettamente che la Dakar finiva proprio qui, a Baradero, un segno del destino forse".

A parte una piccola penalità di due minuti nella prima tappa che ha dato la vittoria a Orlando Terranova, Nasser ha poi conquistato, fin dal secondo, difficile giorno di questa Dakar 2015, la testa della classifica e non l'ha mai mollata, neanche per un giorno. Inoltre ha saputo reagire ad un malore che lo aveva colpito nella trasferta boliviana causato da un problema con l'altitudine e ha sferrato da quel momento il suo attacco incrementando un vantaggio che dopo la tappa di riposo era di poco più di otto minuti.

"La mia forza è la concentrazione e vivere un giorno alla volta, dimenticando subito quelli negativi e sforzandomi di restare sempre positivo". Questa la chiave di un successo che il qatariano è venuto via via costruendo negli anni, dimostrando in ogni modo possibile che per lui il podio è fatto di un solo gradino, il più alto. Gli altri non gli sono mai interessati a parte il bronzo olimpico in uno sport che pratica da anni e che è l'altra sua grande passione.

Alla sera, dopo interviste, presentazioni, ringraziamenti, alle 22,30 fa la sua comparsa alla cena di tutto il team Mini e con la mano sul cuore rende omaggio al minuto di applausi che i meccanici e tutto il team gli tributano. "La vittoria non è solo mia – dice – ma vostra, di tutti voi che avete lavorato senza sosta per permettermi di vincere" e quattro Mini nei primi cinque posti della classifica lo confermano.

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