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Dakar: 140 persone gravitano intorno al team X-raid

Marco Pastorino, logistico del team Mini, ci spiega come si gestisce una squadra con 10 vetture

Marco Pastorino, 47 anni, ingegnere laureato al politecnico di Torino: l'imperiese è un uomo chiave nella squadra X-raid che fa correre le Mini ALL4 Racing. Il ligure, che è molto legato a Stephane Peterhansel, è il responsabile della logistica all'interno del team guidato da Sven Quandt e il capo delle operazioni durante la Dakar. Si è meritato la fiducia della Mini dopo anni di presenza al rally raid più duro della stagione. Come dobbiamo giudicare questa edizione 2014? Molti la criticano, ma incarna lo spirito delle vera Dakar... "Questa è sicuramente la Dakar più dura di quelle mai fatte in Sud America. Forse peggiore di questa ci fu solo la prima, nel 2009, quando solo 9 auto uscirono dalla tappa di Fiambalà. Va detto però che in una Dakar così dura il team X Raid mantiene i primi due posti della classifica auto e 11 delle 12 vetture partite sono comunque nei primi 30 posti della graduatoria". Quello che colpisce è il livello di affidabilità della Mini ALL4 Racing... "Al di là del livello di competitività generale della vettura la robustezza fino ad ora dimostrata, insieme alla velocità, è veramente straordinaria. E' un record a livello di statistiche che avevamo già avuto nei precedenti due anni. Il primo anno abbiamo avuto il 100% delle vetture partite al traguardo, il secondo anno 6 su 7 partite e quest'anno, ad oggi siamo a 11 su 12 in una gara che conta quasi il 50 per cento dei ritirati. Tutto ciò è frutto di un duro lavoro che si fa durante l'anno, nei test, con le gare di preparazione e con l'esperienza dei nostri ingegneri e soprattutto dei piloti navigatori". L'unica vettura che al momento è fuori gara è la BMW di Yacopini... "Dal punto di vista dell'affidabilità la BMW e la Mini sono macchine allo stesso livello: se la X3 di Yacopini si è fermata, in realtà non è stato per cause meccaniche. La vettura non è più in gara, ma se la mettessimo su strada potrebbe tranquillamente ripartire domani e finire la gara. Il pilota però aveva avuto un brutto choc dopo un'uscita di pista e ha preferito rientrare". Viste le prestazioni di alcuni debuttanti, come per esempio l'argentino Villagra, oppure lo stesso Nasser Al-Attiyah che magari debuttante non è, possiamo dire che la Mini è una macchina facile da guidare? "Sì, la Mini è una vettura semplice da guidare. Dà molta confidenza, e lo si era già capito con la BMW. In passato quando correvamo con la BMW avevamo avuto dei debuttanti che con la nostra macchina erano riusciti a chiudere la Dakar nella top ten. E' un po' quello che sta succedendo ora con Villagra. Nasser stesso non aveva mai guidato la Mini, però lui aveva già corso con la BMW ed aveva anche seguito un certo sviluppo con la X5 e poi con la X3. Confermo che la Mini è una vettura che permette un ottimo livello di performance anche ai piloti che debuttano". La navigazione quest'anno gioca un ruolo molto importante, come curate questo aspetto? "Noi abbiamo la fortuna di avere un parco navigatori che conta fra i migliori del mondo. Personaggi come 'Polo' Cottret e Michel Perin, o Palmero o Fiuza, hanno un livello di performance e affidabilità che è pari alle nostre macchine e loro lavorano molto sulla cartografia e sul road book. Devo dire che fra gli iscritti alla Dakar c'è molta approssimazione su questo punto, e lo dico in generale, contando sia le moto, che le auto e i camion. Tolte forse per le prime venti macchine gli altri non fanno uno studio attento del road book: non basta guardarlo, ma va analizzato con cura. E noi lo facciamo! Fantasia ed esperienza sono importanti". Quanto spazio, in metri, occupa la squadra X Raid sul bivacco della Dakar? "Al bivacco il team X-raid occupa ogni giorno ben 55x75 metri del bivacco. Il conto lo lascio fare a voi, posso solo dire che un campo di calcio misura 55x100 metri... Usiamo i tre quarti di un campo! Uno spazio enorme che non è lasciato al caso, ma è frutto di uno studio. Non puoi pensare di partire con 52 veicoli da casa e non sapere come piazzarli ogni giorno al bivacco. Ci sono linee elettriche, linee idrauliche. E, a differenza di quel che succede nel Mondiale Rally, per esempio, o in Formula 1 dove il paddock è stabile, qui alla Dakar c'è una piccola città che si sposta di giorno in giorno. E' un aspetto che viene spesso sottovalutato ma, invece, è importante. Ci sono squadre di addetti che lavorano 24 ore al giorno per tenere in piedi le barriere che crollano, per portare via le mezze bottiglie d'acqua che vengono lasciate in giro..." Il team X-raid da quante persone è composto? "Solo noi siamo 140, ma bisogna aggiungere gli ospiti e i giornalisti. Ci sono aspetti che vengono studiati appositamente per garantire alla squadra il livello raggiunto. Basti pensare che noi abbiamo due persone che si occupano della Security: evitano che entrino malintenzionati, oppure curiosi troppo invadenti e filtrano i tifosi che vogliono l'autografo dei piloti. Al mattino sono gli autisti di camion che al bivacco svolgono l'azione di controllo: uno di loro lavora nella polizia tedesca e quando prende le ferie viene a lavorare con noi alla Dakar".

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