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Dakar: 12 ore di pullman per il trasferimento notturno sulle Ande!

Elisabetta Caracciolo ci racconta la sua esperienza di questa notte: in Bolivia c'è penuria di aeroporti per cui i giornalisti e l'organizzazione della Dakar sono stati trasferiti a Oruro in pullman. Un viaggio come nella macchina del tempo.

I pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione della Dakar

I pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione della Dakar

Elisabetta Caracciolo

Interno di uno dei pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione del
Interno di uno dei pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione del
I pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione della Dakar
Interno di uno dei pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione del
Interno di uno dei pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione del
I pullman per il trasferimento sulle Ande dei giornalisti e dell'organizzazione della Dakar

12 ore di pullman, da Tupiza a Oruro. Così si è spostata tutta l'organizzazione della Dakar questa notte con l'ausilio di oltre venti mezzi. 560 chilometri attraverso le Ande, partendo da un'altezza di 3.300 metri e passando attraverso i 4.000 metri fino a raggiungere Oruro a 3.700 metri. Strade sinuose e lunghissime, e in parte allagate perché da diversi giorni qui in Bolivia sta piovendo non poco.

Il traffico durante la notte non è intenso su queste strade, e si incontrano praticamente solo pullman perché qui spostarsi con questi mezzi è la routine quotidiana. In realtà lo è in tutto il Sud America dove gli aerei sono ancora troppo cari e i treni non arrivano dappertutto in Paesi particolarmente estesi e soprattutto montagnosi.

Il panorama notturno è stato incredibile anche se spesso il pullman ha viaggiato ammantato di nuvole. Poi all'alba intorno alle 5,30 le nuvole si sono abbassate andando a circondare le montagne da 3.000 metri che in quel momento erano più basse della RN14 che si stava percorrendo.

Strada 14 e Strada 1 che poi si sono snodate dentro piccolissimi paesini boliviani in cui davvero l'intonaco sembra non esistere. Le case sono costruite e lasciate con i mattoni a vista, e sono piccole piccole, con qualche cortile senza alcuna vegetazione, solo terra brulla.

Tantissimi lama, molti dei quali con le zampe ammollo nell'acqua visti gli ampi allagamenti a lato della strada, tante capre e pecore, e cani, ovunque, altra caratteristica del Sud America, randagi, in giro, tranquilli apparentemente tanto è vero che anche il bivacco della Dakar ne ospita ogni giorno più di uno.

Abitualmente tutta l'organizzazione viaggia in aereo, piccoli Fokker locali che fanno rotazioni giornaliere per caricare tutti, giornalisti e commissari di gara compresi, ma in Bolivia viaggiare in aereo, e soprattutto trovare aeroporti, non è semplice e così tutto si svolge via strada.

Durante la notte, fermandosi ogni tanto ai caselli o ai posti di polizia per un semplice controllo si sono attraversati i paesi di Cotagaita, Vitichi, la cittadina di Potosi, Challapata e infine Oruro dove alle 9,30 già la popolazione con tanto di sedie a sdraio, tavoli e sedie, e tendine di vario genere si stava sistemando al lato della strada per accogliere la carovana della Dakar.

Addirittura qualcuno il giorno prima si era delimitato un suo spazio scrivendo il suo nome sulla terra con le pietre per essere certo che nessuno glielo portasse via. Tutto attorno ad Oruro ci sono i parchi nazionali: quello di Carrasco, quello di Isiboro Secure, quello di Amboro e più a sud, non troppo lontano da Tupiza quello del Gran Chaco Kaa-Iya. Tra poco arriveranno anche i concorrenti della Dakar e per la popolazione locale sarà motivo per fare una gran festa...

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