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Ford Mustang, divertirsi o andar forte?

Le due cose non sempre vanno di pari passo e la Mustang lo dimostra con tanto... Fumo

Ford Mustang GT Convertible, il test

Ford Mustang GT Convertible, il test

Massimo Grassi

Ford Mustang GT Convertible, il test
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No V8? No party. Mi perdoni George Clooney e l'azienda di cui fu testimonial, ma quando si scende dalla Mustang - e da molte auto con un V8 grande così là davanti - l'effetto è che la festa sia finita e che non ci siano molte alternative all'altezza. Di sicuro nessuna a così buon mercato: meno di 50.000 euro per una sportiva cabrio esotica come poche altre (anche se nasce a Detroit), capace di regalare emozioni e adrenalina in maniera inversamente proporzionale alla sua raffinatezza tecnica. Sì perché li sento già i detrattori: "La Mustang è pesante"; "Ha un motore "vecchio"; "Che senso ha un 5.000 cc nel 2016?"; "Vuoi mettere la qualità di una tedesca?". Detto che i gusti sono gusti, mi sentirei di suggerire a chiunque, una volta nella vita, un giro sulla Mustang. Sono pronto a scommettere che 99 su 100 cambierebbero idea. Il centesimo? Firmerebbe l'assegno, ovvio.

DIVERTIRSI CON POCO
Ce l'hanno ripetuto infinite volte i nostri genitori, lo ripetiamo fino alla nausea ai nostri figli, è uno dei leit motiv più ricorrenti: il segreto della vita sta nel sapersi divertire con poco. E la Mustang diverte con poco. Non a livello di prezzo, si intende: per quanto economica in rapporto ai contenuti tecnici, 47.000 euro sono pur sempre una bella cifra. Quando parlo di poco non mi riferisco nemmeno alla cilindrata: come detto, sono ben 5.000 i cc e 8 - a V - i cilindri. Il poco a cui faccio riferimento è quello della sofisticazione tecnica: la ricetta del piacere by Mustang è sempre la stessa. Motore anteriore, coppia a volontà e trazione posteriore. Il tutto, accompagnato da un cambio manuale come si deve (innesti secchi e corsa corta), da un assetto relativamente morbido e da un'elettronica che nel 2016, questa sì, è d'obbligo, ma che è pronta a farsi da parte. Risultato: il sovrasterzo di potenza è un gioco da ragazzi. Ti trovi in seconda o in terza a 1.500 giri con il volante girato? Le ruote posteriori dietro impiegano un attimo a pattinare, se solo dai gas in maniera appena appena brusca. Il tutto, si intende, se ce lo si va a cercare. Come? No, non c'è bisogno di essere piloti o incoscienti: l'ESP si può anche lasciare, basta selezionare la modalità Sport, Pista o, in alternativa, disinserire solo il controllo di trazione. In questo modo la virgola nera sull'asfalto diventa la regola e, se è vero che un po' di perizia è comunque richiesta (l'angolo di sbandata concesso è piuttosto elevato e se non si corregge la traiettoria con lo sterzo si rischia comunque un po'), è vero anche che arrivare al testacoda è quasi impossibile. Quasi...

NELLA VITA CI VOGLIONO CERTEZZE
Il V8 american style è una grande certezza: non importa quale sia la marcia innestata, non conta dove si trovi la lancetta del contagiri: se c'è bisogno di un cambio di passo, il 5.000 della Mustang ha una prontezza di riflessi impressionante. A voler essere politicamente scorretti fino in fondo viene da chiedersi perché in Ford non abbiano osato un po' di più col sound, almeno in modalità Sport o Pista. Persino a tetto aperto, si ha sempre l'impressione che il V8 debba esplodere tutta la sua prepotenza canora da un momento all'altro, ma l'attesa non viene mai ripagata fino in fondo.

PAROLA ALL'ACCUSA
Imputata numero uno, la rigidità della scocca: la Mustang flette sensibilmente. Basta guardare lo specchietto retrovisore quando si passa su un fondo anche leggermente sconnesso, per accorgersene. Imputato numero due, l'assetto: la taratura non è certo pistaiola e il rollio zero, qui, non è di casa. Anzi, c'è pure spazio per tanto beccheggio: quando il V8 spinge con tutta la sua forza pare quasi di essere su un motoscafo, tanto il "musone" si impenna. Imputato numero tre, lo sterzo: in realtà il comando della Mustang non sembrerebbe impreciso (del resto in Ford sono tra i migliori al mondo in questa area della messa a punto), ma il telaio "morbido" toglie un po' di coerenza alle risposte. Insomma, la Mustang non è per gli amanti del cronometro, potrebbe provocare l'orticaria a chi è allergico al rollio e la sua "approssimazione" rischierebbe di gettare in una crisi mistica un ingegnere tedesco. Detto questo: e quindi? Cosa si cerca da un'auto? Se si predilige il divertimento e se divertimento è avere in mano la vettura, metterla di traverso e riprenderla con relativa facilità, allora la Mustang (e tutte quelle come lei) sono il paradiso. Non c'è bisogno di andare a velocità siderali per sentire che gli pneumatici lavorano e che il telaio comincia a essere impegnato. No, è tutto a misura d'uomo. La nostra. E se preferite andare a velocità probabilmente doppia ma a emozioni dimezzate, là fuori è pieno di auto "2.0" che fanno il caso vostro. Lasciate perdere la Mustang.

TANTI "GIOCHINI" ELETTRONICI
Tanto è genuina nell'animo, la Mustang, tanto sa come strizzare l'occhio ai più giovani (ed esibizionisti, magari): state per andare a sostituire gli pneumatici posteriori? Non vorrete negarvi il piacere di sfruttare la funzione di ausilio al burnout, vero? Basta eseguire una serie di comandi, affinché l'elettronica tenga bloccati i freni anteriori, lasciando libere le ruote posteriori di girare all'impazzata. Volete misurare la vostra abilità nelle partenze da fermo? C'è un cronometro integrato nel sistema di infotainment, con tanto di semaforo nel quadro strumenti, che misura lo 0-50 km/h, lo 0-100 km/h e lo 0-200 km/h, ma anche lo 0-200m e lo 0-400m. Sì, ci si sente un po' ragazzini, bambini, diciamolo pure, ma se si inizia poi è difficile smettere.

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