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Paolo Simoncelli: "Chi corre per strada è un cretino, punto!"

Il papà del grande Marco Simoncelli è intervenuto al Motor Show di Bologna per parlare di sicurezza e scambiare quattro chiacchiere con Motorsport.com sul progetto della Sic58 Squadra Corse.

Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli, e Francesco Corghi, Motorsport.com

Foto di: Davide Cavazza

Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli, e Francesco Corghi, Motorsport.com
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Paolo Simoncelli, padre di Marco Simoncelli
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini
Marco Simoncelli, San Carlo Honda Gresini

Paolo Simoncelli si è presentato oggi al Moto Show di Bologna per parlare di sicurezza, ma non solo.

Il papà del grande Marco, scomparso tragicamente a Sepang nel 2011, è intervenuto al padiglione 29 della Fiera felsinea, dove la Polizia di Stato aveva organizzato un evento per parlare della buona educazione da avere quando si è alla guida per strada.

"L'unica cosa che vorrei dire ai ragazzi che vanno dai 12 ai 16 anni che guidano motorini e moto: andate piano! - ha detto Paolo, accolto da un caloroso applauso - Tutti pensano che non possa succedere nulla, ma non è così. Marco lo faceva sempre presente: le strade sono molto più pericolose della pista, poi è vero che purtroppo lui è morto su un tracciato, ma le condizioni sono molto diverse".

Il "Sic" era molto attivo nel promuovere la sicurezza sulle strade di tutto il mondo, ma anche nel dare consigli e indicazioni su come migliorare quella per i motociclisti che si recano in pista.

"Lui è stato uno dei primissimi a sviluppare il progetto di tuta con l'airbag e non sarebbe mai entrato in pista senza una volta che l'aveva provata. Purtroppo il collo resta un punto debole, nel suo incidente si è rotto la seconda vertebra e nient'altro. Ma si sentiva quasi invulnerabile".

Paolo si è poi girato a guardare negli occhi i giovanissimi accorsi ad ascoltarlo.

"Bambini e ragazzi che guidate, vi voglio dire una cosa: l'errore più grande che potete fare per strada è pensare che se siete nel giusto non vi potete fare male. Lo credevo anche io, ma non è affatto così: ricordatevi che si muore anche se si ha ragione. Questa frase me l'ha detta un altro genitore, ma ci tengo a riportarvela. Quindi, come diceva Marco, dateci gas, ma con prudenza!"

"Le strade non sono le piste, anche se avete il semaforo verde rallentate un pochino. Vedo gente che fa i 250km/h in moto in autostrada: per me sono dei gran cretini, punto! Gli eccessi bisogna lasciarli sui circuiti".

Il papà di Sic ha anche ricordato il progetto che sta portando avanti la Fondazione Marco Simoncelli, che ha come obiettivo la costruzione di un centro per disabili e una casa famiglia.

"Il progetto ormai è ben avviato e conosciuto. Dobbiamo raccogliere 2 milioni di euro, è una cifra importante che necessita tempo e pazienza, sia per burocrazia che per lavori, perché dobbiamo tirare su palestra, piscina e stanze. La zona che abbiamo individuato è stupenda e la costruzione può essere ultimata con i soldi che la gente ci dona. Riceviamo molto dal 5 x 1000, denaro che comunque lo stato toglie ai cittadini, quindi se volete potete utilizzare il nostro codice fiscale per destinarli a noi. Io sono il responsabile del progetto e di come vanno spesi i soldi".

A tal proposito, Simoncelli padre ha anche precisato un fatto importante.

"Il denaro che ci viene donato non è destinato al progetto della Squadra Corse Sic58. Quella è tenuta in piedi da sponsor storici di Marco e investitori nuovi che nulla hanno a che fare con tutto il resto, per questo nel 2017 debutteremo nel Motomondiale in Classe Moto3".

A questo punto è stato inevitabile fare un paio di domande a Paolo sul discorso competizioni in pista.

"La squadra mi aiuta a continuare a vivere e a pensare meno all'assenza di Marco. Il 58 lo vediamo dappertutto, sulle auto, le moto, per strada, in tatuaggi e abbigliamento. L'affetto per lui della gente era incredibile e tale rimane tutt'ora. Lui vive nel ricordo della gente".

"Il progetto è nato quattro anni fa iniziando con due bambini di 13 anni che hanno preso parte al Campionato Italiano in Pre-Moto3, passando poi alla Moto3 e a quello spagnolo. Ora abbiamo deciso di sbarcare nel Motomondiale con il giapponese Tatsuki Suzuki e Tony Arbolino".

L'obiettivo è ambizioso, ma anche con una visione a lungo termine.

"Ovviamente vogliamo vincere! Sono consapevole che dobbiamo fare esperienza, ma sono convinto che dobbiamo accumularla restando fra i protagonisti. La nostra base è a Faenza presso la Gresini Racing, ma vorrei sottolineare che al momento non dobbiamo pensare a nulla più del nostro progetto. Facciamo le cose con calma senza esagerare, poi vedremo come andrà perché il rischio è di bruciare tutto".

Avere a mano dei ragazzini non è semplice, visto che in pista si tende ad andare spesso oltre le righe.

"I ragazzini giovani non sono troppo difficili da gestire in pista, anzi, a volte vanno anche troppo forte! Il vero problema è la testa perché a volte buttano via le gare in modo stupido".

E fuori dalla pista?

"Quella è una cosa che spetta ai genitori, ma se mi fanno incazzare non ho molti problemi a sgridarli. A volte i genitori stessi rompono un po' le scatole, soprattutto quando caricano molto i propri figli, distraendosi da quella che dev'essere l'educazione di base. Quando i ragazzi hanno 15-16 anni si rischia di portarli fuori strada e qui sorgono i problemi più grossi".

 

 

 

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