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MINI Cooper S restyling, diverte ma non stressa

Aumentano le dotazioni tecnologiche, non cambia il carattere: sì al piacere di guida, ma alla portata di tutti

MINI Cooper S restyling

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Da quando è (ri)nata, la MINI si compra fondamentalmente per due motivi, che nella maggior parte dei casi escludono l’uno con l’altro: il piacere di guida e il gusto per il dettaglio super ricercato. Noi che lavoriamo per Motorsport e voi che ci leggete, com’è ovvio che sia, ci concentriamo solo ed esclusivamente sul primo, o quasi, anche perché, per esperienza diretta o per averlo letto e visto su qualche pellicola, abbiamo in testa le tre vittorie della MINI al rally di Montecarlo negli anni Sessanta. Certo, era “un’altra” MINI, 100% inglese e non 100% BMW come adesso, ma il discorso vale comunque. Ecco come va la versione restyling, la cui novità più grande, fuori, è rappresentata dalla Union Jack nella grafica dei posteriori. 

Si è “smussata”, ma sa come divertire

Leggerezza, passo corto, assetto sportivo: su questi tre pilastri MINI ha costruito, dal 1959 in avanti, quindi anche con le prime due generazioni by BMW (del 2001 e del 2007) una reputazione di “go-kart” per uso stradale. Poi, con la terza generazione, l’attuale, l’aumento delle dimensioni (fino a 3,82 metri per la 3 porte) e del peso (poco meno di 1.200 kg per la Cooper S) hanno leggermente snaturato la macchina. Il che è vero, ma non è per forza un limite: lo è sicuramente in pista e sulle strade perfette, perché la rigidità più spinta delle vecchie MINI, insieme alla prontezza dello sterzo, regalava sensazioni oggi irripetibili. Non appena l’asfalto diventa irregolare, però, ecco che la terza MINI by BMW si prende la rivincita, perché non “saltella” più da una buca all’altra, ma segue con precisione la linea impostata con lo sterzo. 

Con l’autobloccante…

 Sulle tortuose strade di Palma di Maiorca, la Cooper S ha confermato anche un’altra dote tipicamente MINI: il retrotreno allarga in rilascio, senza però mai mettere in apprensione chi guida, perché la perdita di aderenza è graduale e, soprattutto, non supera mai (salvo errori clamorosi) un certo grado di imbardata. Insomma, c’è la vivacità giusta per chiudere impostare le curve con gas, oltre che con lo sterzo; a proposito, il comando è diretto al punto giusto, manca solo un po’ a livello di comunicatività. Ma la vera mancanza, sulla Cooper S, è il differenziale autobloccante: c’è la funzione dell’ESP che frena selettivamente la ruota interna in caso di perdita di aderenza, ma nelle sensazioni di guida si avvicina di più a un controllo di trazione che a un autobloccante meccanico, che invece, almeno fino a un certo punto, “tira dentro” dentro l’avantreno verso il punto di corda. 

Tanto motore, soprattutto sotto

Sotto il cofano della Cooper S pulsa, come prima, il 2.000 turbo 4 cilindri a iniezione diretta da 192 CV. Un motore irreprensibile nell’uso tranquillo di tutti i giorni, ma forse fin troppo “educato”: il picco di coppia di 300 Nm (con ovebroost) lo raggiunge a 1.350 giri, con tutti i benefici del caso. Basta infatti muovere appena il pedale dell’acceleratore che la Cooper S aumenta immediatamente veocità, anche in terza e quarta. Peccato però che tanta esplosività ai bassi faccia illudere sulla progressione, visto che, per quanto sovralimentato, si tratta comunque di un benzina e non di un diesel. Invece, se è vero che si va forte, l’allungo non esalta. Volete qualche numero? Lo 0-100 richiede 6,8 secondi (6,7 con l’automatico) e la velocità massima è di 235 km/h.

Tecnologia e connettività

Col restyling cambia il design del volante, che adesso ha anche i comandi sulle razze di serie; compresi nel prezzo ci sono anche l’impianto audio con monitor a colori da 6,5 pollici nella console centrale, nonché l’integrazione del telefono via Bluetooth. Per 360 euro si può invece avere il carica batteria ad induzione per smartphone integrato nel vano sotto al bracciolo centrale, che viene fornito insieme a una seconda presa USB nella parte anteriore della console centrale. Sempre tra gli optional, a 175 euro c’è il pacchetto MINI Excitement comprende la proiezione del logo MINI sul lato guida, da sotto lo specchietto esterno. A proposito: la MINI Cooper S parte dai 27.250 euro della versione base, ma sappiate dovrete orientarvi almeno dalla Hype, 30.350 euro, che fra le altre cose ha il climatizzatore automatico, i fari a led e i MINI Driving Modes. Occhio solo a non farsi prendere la mano con gli optional, perché ce ne sono di molto sfiziosi ma anche molto cari, come per esempio il kit aerodinamico John Cooper Works, poco meno di 1.300 euro.

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