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Spavone, il baby con le idee chiare

Il pilota napoletano di 17 anni è bravo ad alternare le presenze nell'AutoGp e in Gp3

Antonio Spavone è uno dei piloti più giovani dell’Auto GP grazie ai suoi 17 anni: proveniente dalla F.Abarth, il talento napoletano ha deciso di fare un grande salto verso una monoposto di categoria superiore. Al debutto di Monza è entrato subito nella top ten: Antonio ha confermato il proprio valore ripetendosi a Valencia e avrebbe potuto fare ancora meglio senza qualche problema al pit-stop. “In entrambe le mie soste ai box una delle ruote posteriori è rimasta bloccata sul mozzo, e questo mi ha fatto perdere tempo prezioso. È stato un peccato soprattutto in Gara 1 perché senza quel guaio avrei potuto essere 5., un risultato che avrebbe cambiato anche l’andamento di Gara 2. Comunque devo anche riconoscere che a Valencia non mi sentivo al top come a Monza. È strano, perché la gara italiana era il mio primo evento sulla macchina, ma lì il feeling l’ho trovato in fretta, la monoposto mi è piaciuta subito e quindi tutto è sembrato facile. A Valencia non ho mai trovato le stesse sensazioni”. Ora arriva il terzo evento, quello di Marrakech. Cosa ti aspetti dalla gara marocchina? “Sarà la mia prima volta su un circuito cittadino, e non vedo l’ora di affrontare la sfida. Ho fatto qualche giro al simulatore e devo dire che raggiungere certe velocità così vicino ai muretti fa impressione. Però, come pista, ha delle similitudini con Monza: frenata e trazione in uscita dalle curve lente saranno la chiave anche in Marocco, quindi mi aspetto di avere lo stesso buon feeling che ho avuto sulla pista italiana. Se sarà così, un buon risultato sarà alla nostra portata”. Quest’anno farai anche la GP3. Saltare da una macchina all’altra è difficile? “Non è troppo complicato. La monoposto dell’Auto GP è molto pastosa nell’erogazione di potenza, gestibile, per cui anche se la potenza è doppia rispetto alla GP3, il salto non è proibitivo. Quello che davvero è diverso è la frenata: con l’Auto GP le velocità sono altissime quindi prima delle curve è necessario frenare davvero forte. Con la GP3, invece, si cerca di non perdere troppa velocità perché poi ci vuole molto tempo per ritrovarla, quindi si cerca di portare più velocità possibile dentro la curva. Quando capisci come funziona, si tratta solo di passare da un’impostazione mentale all’altra, e non è troppo complicato”. Sei quasi il più giovane in una griglia già giovane di suo, come vivi questa situazione? “Non è solo una questione di età, ma anche di esperienza. Io ho fatto soltanto un anno di F.Abarth fino ad oggi, una vettura da 180 CV, e ora mi trovo a cimentarmi su una macchina che ne eroga addirittura 550, è un bel salto. La maggior parte dei miei avversari ha almeno un anno di F.3 alle spalle e c’è anche chi, come Quaife-Hobbs, ha già provato GP2 ed F.1, ed può sfruttare tutta quest’esperienza a proprio vantaggio. Non è un qualcosa che mi preoccupi, ma va considerato quando si fanno valutazioni sulle prestazioni”.

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