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Van der Drift: "Una vittoria che aspettavo da tempo"

A Marrakech è tornato sul gradino più alto del podio dopo il terribile incidente di Brands Hatch

Van der Drift:
Con il successo in Gara 2 a Marrakech, Chris Van der Drift ha posto fine a una striscia di 21 mesi senza vittorie. Un talento ampiamente riconosciuto, il pilota neozelandese ha dovuto affrontare un periodo molto difficile a seguito del brutto incidente patito a Brands Hatch nel 2010, e questo spiega perché la sua vittoria sia stata accolta con gioia e grandi sorrisi nel paddock Auto Gp di Marrakech, che ha visto questo trionfo come il giusto premio dopo un periodo davvero sfortunato. “Anche per me la sensazione è più o meno la stessa – confessa Chrisquesta vittoria è un momento che attendevo da tempo. Sapevo di non aver perso la mia velocità, ma quando non corri con regolarità non hai molte occasioni di dimostrarlo; poi, quando te ne capitano, sei arrugginito e magari fai fatica a cogliere risultati che in condizioni normali centreresti senza problemi. Ecco perché quest’occasione di correre nell’Auto GP che mi sta dando la Manor MP Motorsport è così importante per me, non credo potrò mai ringraziarli a sufficienza”. L’incidente di Brands Hatch nel 2010 ti ha costretto a un lungo stop per recuperare dalle fratture. Quando è stato limitante per la tua carriera?Molto. Le fratture e i lividi sono stati solo uno degli aspetti negativi. L’altro è che ha fermato la mia carriera in un momento di grande slancio, è successo nel momento peggiore possibile. Avevo appena deciso di gareggiare senza un manager quando ho avuto l’incidente. Quindi ho dovuto ricominciare da zero e fare tutto da solo, è stato davvero difficile. Nel 2011 trovare un sedile per tutta la stagione è stato impossibile e correre saltuariamente, senza sapere se al weekend successivo il sedile sarà ancora tuo o no, non rende le cose facili”. Concentriamoci sul presente: la tua lotta con Sirotkin in Gara 2 è stata bellissima, non potevate controllarvi a vista ma entrambi avete dovuto spingere il più possibile per trarre il meglio dalle rispettive strategie. Cosa si prova a vincere così?Vincere una gara così tirata è sempre una bellissima sensazione. Non è stata una gara facile, specialmente nella prima parte. Avevo una strategia a pit-stop ritardato quindi sapevo che dovevo cercare di non strapazzare troppo le gomme. Per questo motivo nei primi giri sono stato conservativo, forse addirittura troppo. Comunque a un certo punto mi sono reso conto che se volevo vincere non potevo aspettare oltre, e le gomme a mescola soft sembravano reggere bene. Quindi ho iniziato a spingere più che potevo, e i tempi sono migliorati subito. Penso che i momenti chiave della gara siano stati i miei giri quando Sirotkin ha cambiato le gomme, e poi i miei giri di entrata e uscita dai box. È lì che ho costruito il mio vantaggio”. Dall’inizio della stagione hai già vinto 25.000 euro di montepremi. Anche questo è un bel modo di ringraziare la squadra…Manor MP Motorsport mi sta dando grande fiducia, quindi sono felice di avere la possibilità di ripagarli in qualche modo. Hanno un pilota molto giovane sull’altra macchina, quindi contano su di me per le indicazioni sull’assetto e lo sviluppo, sto dando il massimo per migliorare insieme. Devo anche dire che lavorare con la squadra è un piacere, il clima è ottimo e sono tutti sempre molto positivi. Anche con Daniel, il mio compagno di squadra, andiamo molto d’accordo. Gli faccio un po’ da coach e devo riconoscere che ha un grandissimo potenziale per essere così giovane. Rispetto all’anno scorso è maturato tantissimo, è un pilota completamente diverso, e ha ancora tanto margine per migliorare”. La prossima gara sarà all’Hungaroring, una pista che conosci molto bene. Cosa ti aspetti?Mi aspetto un buon weekend. A Marrakech abbiamo fatto un grosso passo avanti con il set-up di base della macchina, qualcosa che dovremmo essere in grado di utilizzare anche a Budapest, pur se le due piste sono molto diverse tra loro. L’Hungaroring mi piace, è una pista che ha un po’ di tutto, dalle curve lente a quelle più veloci. È molto tecnica, in pratica si passa in continuazione da una curva all’altra per cui se la macchina non è a posto non hai speranze. Allo stesso tempo anche il pilota deve essere concentrato perché perdere un paio di decimi qua e là è facile. È una pista dove tutto deve essere al meglio se si vuole un risultato da podio”.

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