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Cherubini e Fontanelli ok nella Michelin Power Cup

La tappa di Imola ha ristretto i contendenti al titolo, ma sarà decisiva quella conclusiva del Mugello

Toffanin o Nespoli? Bettini o Para? Da questi quattro nomi usciranno quelli dei vincitori della Michelin Power Cup 2014 e decisivo sarà il quinto ed ultimo round, in calendario al Mugello il 5 ottobre.

A restringere così fortemente la rosa degli aspiranti ai titoli è stata la quarta prova, disputata ad Imola in una domenica particolarmente calda ed umida, che ha espresso numerosi altri responsi.

Nella 600, che ha visto la netta affermazione della wild card Andrea Cherubini (Honda), sempre a proprio agio con gli pneumatici del Bibendum, il capoclassifica Alessio Toffanin (Yamaha) ha disputato una gara accorta alla spalle del battistrada, strategia che, per la seconda volta nella stagione, gli ha consentito di incasellare il punteggio pieno. Ma il ventottenne pilota veneto ha tenuto anche conto di altre due importanti circostanze, l’assenza di Giovanni Altomonte, non ammesso alla griglia di partenza a causa di un’irregolarità sportiva, e la prova opaca di Antonio Nespoli, che ha chiuso addirittura al decimo posto. Così ora Toffanin vanta ben 72 lunghezze proprio sul casertano della MV Agusta ed al Mugello potrà quindi badare esclusivamente ad incasellare quella manciata di punti che gli garantirà il successo conclusivo.

La 1000 è stata una sorta di festa imolese grazie all’eccezionale prova del pilota di casa Gianluca Fontanelli (Suzuki) che ha colto un insperato successo, frutto di una straordinaria caparbietà. E anche in questo caso il leader del campionato, il bresciano Ermes Bettini (BMW), ha pensato al campionato, ha evitato la bagarre ed ha portato a casa un quarto posto che ha consolidato la sua prima posizione. Il primo degli inseguitori, il suo compagno di team Marco Para (BMW), si è classificato undicesimo ed anche l’insidioso Edoardo Finotti (BMW) non è riuscito ad andare oltre la quinta posizione a causa del forte dolore all’avambraccio sinistro. In ogni caso, quindi, il titolo 2014 sarà appannaggio del Kombat Team.

La top class si è confermata particolarmente animata come dimostra il confronto dei tempi sul giro con quelli del 2013: netto il progresso complessivo, garantito dalle coperture che portano il nome del trofeo e che nascono proprio dall’esperienza delle competizioni, con la “perla” dell’1’57”1 firmato dallo stesso vincitore Fontanelli sulla pista di casa che ha così reso trionfale una giornata praticamente perfetta.

CLASSE 600
Toffanin, scattato dalla pole position, è stato il più veloce al via della 600 inseguito da due piloti della seconda fila, Christian Napoli (Kawasaki) e Andrea Cherubini (Honda). Dopo tre giri al comando, il ventottenne meccanico di moto di Rovigo ha ceduto il passo al più esperto milanese mentre Napoli, caduto nelle libere del venerdì, sull’asfalto bagnato, e partito con una moto stravolta rispetto alle impostazioni iniziali, ha tenuto agevolmente il terzo posto dovendo fronteggiare solo un po’ di stanchezza fisica. Ad agitare le posizioni di vertice ci ha pensato il giovane toscano Simone Sbrana (Honda), partito malissimo dalla posizione numero 2, risalito caparbiamente fino alla terza piazza ma messo poi fuori causa da una banale quanto irrimediabile scivolata alla variante bassa all’inizio dell’ultimo giro. Ottima la quarta posizione assoluta, terza del trofeo, conquistata dal veneto Manuele Zambelli (Yamaha) che è riuscito a rimediare con la forza di volontà e la sua tradizionale generosità ai problemi di qualifica dovuti ad una caduta. Partito bene ma risucchiato dal gruppo alla prima staccata, il quarantunenne padovano si è impegnato in un’eccezionale rimonta che gli ha consentito di imporsi anche nella Over 30. Cherubini, entusiasta per il successo su una pista che, nonostante l’esperienza, ha ammesso di conoscere molto poco, e per il giro record in 1’59”1, migliore della pole, ha attribuito il merito della vittoria alla Michelin, alla moglie Michela ed al piccolo Edoardo, di 11 mesi.

CLASSE 1000
Il quarantottenne Gianluca Fontanelli, impegnato nella vita in un’officina metalmeccanica, si mette in evidenza fin dal via della classe 1000 scattando molto bene dalla seconda fila, insieme a Finotti. Il pilota di casa condurrà per tutti e dieci i giri, sorprendendo un po’ tutti: in sella ad una Suzuki molto tradizionale (“è una moto vecchia maniera” dirà poi sul podio, quasi incapace di controllare la gioia), di cui è anche meccanico, Fontanelli ha corso più di un rischio, nelle prime battute ha subito un sorpasso alla variante alta a cui ha comunque risposto alla Rivazza, ha preso (e controllato) una paurosa imbarcata all’uscita della variante bassa quando ha iniziato l’ultimo giro ed ha concluso trionfalmente, dimostrando di meritare il successo. Gli unici ad aver creduto veramente nella possibilità di contrastare il battistrada sono stati il poleman Peter Ennemoser (Ducati), che ha poi ammesso di aver evitato troppi rischi, e il già citato Finotti, rallentato dai lancinanti dolori al braccio. Così sono emersi Nando Di Maso (BMW), che solo nel finale ha preso la necessaria confidenza con una moto completamente stravolta nella sua geometria ma con una forcella comunque troppo morbida, e lo “stratega” Bettini. Tra gli uomini di classifica, assente il bolognese Fioresi, il brianzolo Fabio Villa (Kawasaki) è stato messo fuori causa da una fumata blu emessa dalla sua quattro cilindri.

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