Vettel: "Il ricorso del Canada? Portiamo nuove prove che i commissari non avevano"
Il tedesco è soddisfatto che il caso del Canada sia stato riaperto, ma non ha idea se il verdetto di Montreal potrà cambiare. Riguardo alla Francia, Sebastian pensa che sia una gara importante per il futuro perché si potrà capire se le novità serviranno ad avvicinare le Mercedes.
Foto di: Mark Sutton / Motorsport Images
Più che una presentazione del weekend del Gran Premio di Francia, la conferenza stampa tenuta da Sebastian Vettel oggi al Paul Ricard è stata una coda del fine settimana di Montreal.
E non poteva essere diversamente, con l’esito della gara canadese che sarà ancora discusso domani e soprattutto con la lunghissima coda di polemiche seguite alla penalità arrivata sul circuito Gilles Villeneuve.
Nei dieci giorni che hanno separato Montreal dal Paul Ricard Vettel non ha cambiato idea, ha raffreddato la delusione del dopogara canadese, ma i concetti restano gli stessi in attesa dell’intenso venerdì che attende la Ferrari domani.
Da una parte la discussione ‘bis’ su quanto è accaduto a Montreal, dall’altra i riscontri che arriveranno dalla pista, che Vettel stesso definisce “molto importanti”.
Come giudichi oggi quanto accaduto a Montreal?
“Come subito dopo la gara”.
Cambierai il tuo atteggiamento?
“No”.
Comprendi le ragioni della penalità?
“Quando esci di pista non importa se ti trovi nell'erba o nella ghiaia, cerchi di usare il gas per controllare il retrotreno della monoposto, è un riflesso automatico. Non agisci volutamente sull’acceleratore, si schiaccia leggermente per cercare di controllare il posteriore, se si mantiene un po' di trazione sull’asse posteriore la monoposto resta stabile”.
Hamilton ha dichiarato che avrebbe fatto lo stesso nella tua situazione...
“Non ho cercato di spingerlo, ma per prima cosa ero preoccupato dal tornare in pista. Quando ho guardato nello specchietto retrovisore, era dietro di me. Il margine che avevo prima, di circa un secondo, ovviamente era stato azzerato”.
Quale sarebbe la decisione giusta secondo te?
“Due settimane più tardi non si dovrebbero fare domande del genere”.
Abbiamo visto la tua reazione emotiva. Sposteresti ancora il cartello della prima posizione?
“Sì. Penso sia normale che le emozioni facciano parte dello sport, e credo sia un peccato che oggi non ci sia più una visione del genere. Sono convinto che ci siano molte persone legate allo sport per passione, e non ci può essere passione senza emozioni, e mostrarle credo sia umano”.
Cosa ti aspetti dalla riunione del collegio dei Commissari Sportivi in programma domani?
“Non posso dire nulla ora. Dobbiamo aspettare e vedere cosa verrà fuori. Beh, penso che prima di tutto è di aprire di nuovo il caso e avere un'altra visuale. Penso che portiamo alcune informazioni che forse gli steward non avevano in quel momento, e vedremo cosa accadrà".
Un riesame lo si accetta solo quanto ci sono nuove prove. Che aspettative hai?
“Abbiamo la nostra visione delle cose che differisce dalla quella degli steward. Porteremo alcune informazioni che forse gli steward non avevano a disposizione in quel momento, e vedremo cosa accadrà”.
Sei favorevole ad un collegio di Commissari permanente?
“Onestamente non voglio rispondere. In passato c’era un gruppo permanente, e probabilmente è stato cambiato perché di fatto è un lavoro molto influente. Non credo che questa sia una discussione da affrontare ora”.
Che aspettative hai in vista di questo weekend? Porterete in pista delle evoluzioni…
“Non sappiamo ancora al momento. Abbiamo alcune parti nuove sulla monoposto, stiamo provando alcune cose: domani sarà molto importante per noi. La pista non è proprio come lo scorso anno, ci sono diversi tratti riasfaltati, ma c'è un po' di tutto nelle caratteristiche di questa pista. Speriamo che i riscontri che arriveranno domani confermino di fare un passo avanti su quei fronti che erano i nostri punti deboli”.
Dopo Montreal hai avuto dalla tua parte molti campioni del Mondo e piloti di grande esperienza...
“Purtroppo questo non serve a cambiare il risultato. Ma penso che sia decisamente più facile mandare giù un episodio del genere se sei supportato piuttosto che ritrovarti sotto accusa”.
Ti sei fissato degli obiettivi per questo weekend?
“Vedremo, il layout del circuito è diverso (rispetto al Canada). Sappiamo che la nostra vettura è molto competitiva nei rettilinei, ma ci manca un po' di grip nelle curve, quindi perdiamo e guadagniamo a seconda del tracciato su cui siamo. Qui abbiamo un buon mix di entrambi, comprese curve che mettono in luce le nostre criticità, ma abbiamo degli aggiornamenti che potrebbero confermare un passo avanti”.
Credi che i Gran Premi di giugno e luglio saranno un passaggio cruciale per la stagione?
“Il campionato è molto lungo. Se vincessimo tutte le gare da ora in poi sarebbe un mondiale in discesa, no? Ma non serve essere un genio per capire che abbiamo molti punti da recuperare, e che la Mercedes è attualmente in una forma migliore della nostra".
"La configurazione di Montreal si è sposata bene con la nostra monoposto, e abbiamo visto un confronto molto serrato, ora speriamo che le novità portate qui si confermeranno migliorative nella speranza di ridurre il divario che ci separa dalla Mercedes, ma come ho detto alcune settimane fa, e continuerò a dire, le prossime gare saranno molto importanti. Quando si arriverà a metà stagione sarà poi il momento di valutare la situazione e capire quali obiettivi inseguire”.
Dalle immagini sembra che tu abbia frenato molto più tardi alla curva ‘3’ prima di uscire di pista. Eri in una fase in cui eri impegnato a salvare carburante?
“In alcuni giri stavo risparmiando carburante, in altri no, perché ovviamente dovevo basarmi sul vantaggio che avevo su Lewis. Non ricordo esattamente in che ‘modalità’ fossi in quel giro, ma non ho certo reinventato il modo di fare curva ‘3’ dopo 50 giri di gara…”.
Credi che il tuo errore sia stato dovuto alla pressione di Lewis?
“Ho fatto di tutto per rimanere in pista, ovviamente ero sotto pressione, ma stavo spingendo più forte che potevo. Non penso che avessimo lo stesso ritmo, credo che se Lewis fosse riuscito a portarsi in testa alla corsa, avrebbe controllato come ha potuto fare la Mercedes nelle altre sei gare precedenti".
"Ci siamo potuti difendere perché eravamo molto veloci sui rettilinei, ed anche perché Lewis ha commesso alcuni errori nel tornante ogni volta che si è avvicinato... quindi puoi dire che ho fatto l'errore nel posto sbagliato della pista. Se l'avessi fatto al tornante, ad esempio, avrei perso un po' di tempo ma in quel punto non c’è l’erba nella via di fuga”.
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