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Intervista

Vasseur: "La Sauber ha avviato un piano di rilancio per crescere"

Il team principal del team svizzero è soddisfatto dei 10 punti accumulati da Leclerc e Ericsson nei primi GP, ma guarda avanti: "A breve annunceremo una nuova struttura tecnica e contiamo molto sulla partnership con l'Alfa Romeo".

Charles Leclerc, Sauber festeggia il sesto posto con Frederic Vasseur, Team Principal, Sauber

Foto di: Sutton Motorsport Images

Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Charles Leclerc, Sauber C37 Ferrari, effettua un pit stop
Marcus Ericsson, Sauber in griglia
Marcus Ericsson, Sauber C37, in griglia
Charles Leclerc, Sauber
Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber
Charles Leclerc, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37
Marcus Ericsson, Sauber C37 Ferrari
Charles Leclerc, Sauber C37 Ferrari
Marcus Ericsson, Sauber C37 Ferrari
Marcus Ericsson, Sauber festeggia alla fine della gara con Frederic Vasseur, Sauber, Team Principal
Charles Leclerc, Sauber C37
Due tifose si fanno fotografare con il dipinto raffigurante Marcus Ericsson, Sauber, Lance Stroll, Williams Racing, e Charles Leclerc, Sauber
Muretto box Sauber
Charles Leclerc, Sauber C37
Alfa Romeo Sauber C37 immaginata senza Halo
Marcus Ericsson, Sauber C37 Ferrari, in griglia
Charles Leclerc, Sauber C37
Charles Leclerc, Sauber C37 Ferrari

I riscontri della prima tappa del Mondiale 2018 a Melbourne non avevano aiutato il morale della Sauber. Al termine del weekend australiano non c’era l’aria dei giorni migliori, ma il calendario di Formula 1, nel bene e nel male, consente la possibilità di prendersi una rivincita nel giro di due settimane, ed è ciò che ha fatto la Sauber.

Un mese dopo la tappa di Albert Park l’aria nel box del team svizzero è cambiata, ed anche parecchio, grazie a due exploit che hanno permesso alla Sauber di essere sei punti davanti alla Williams e ad una sola lunghezza da quella Haas che era data (a ben vedere) come la quarta forza del Mondiale.

L’impressione è che sia il primo segnale di un nuovo corso, che ha il Frédéric Vasseur l’uomo con il timone ben saldo nella mano destra. Alla vigilia della trasferta di Barcellona, il team principal francese ha fatto chiarezza sui punti chiave di questo avvio di stagione dell’Alfa Romeo Sauber.

Nel 2017 la Sauber ha ottenuto 5 punti in 20 gare, ora siete a quota 10 dopo i primi quatto Gran Premi. È solo questione di motore o è cambiato dell’altro in Sauber?
“La partenza di questa stagione è stata indubbiamente migliore rispetto a quella dello scorso anno. Ovviamente abbiamo una power unit più performante, e questo aiuta, ma credo che quelli conquistati finora siano i primi risultati legati ad una profonda ristrutturazione dell’azienda. In più anche i piloti hanno svolto un ottimo lavoro, cogliendo le due chance di terminare nella Top 10 che abbiamo avuto finora".

"Sia in Bahrain che a Baku, Ericsson e Leclerc sono stati molto bravi a non farsi sfuggire l’opportunità di portare a casa dei punti molto preziosi. Sappiamo bene che oggi per noi è fondamentale farsi trovare pronti in queste occasioni, ed abbiamo apprezzato quanto hanno saputo fare. Allo stesso tempo era nei nostri piani riuscire ad agganciare il gruppo di avversari diretti che ci precede, e ci siamo avvicinati molto. In un paio di occasioni abbiamo confermato un potenziale da Q2, e per noi questo rappresenta un passo avanti importante”.

Hai sottolineato il ruolo dei piloti. Partiamo da Ericsson, visto che rispetto allo scorso anno sembra un altro pilota. Cosa è cambiato?
“Credo che il salto in avanti sia iniziato nell’ultima parte della stagione 2017, un miglioramento confermato dal confronto con Pascal (Wehrlein). Ha continuato a lavorare molto positivamente durante la pausa invernale, si è imposto di perdere dei chili e c’è riuscito, un passaggio importante visto che era sempre stato sovrappeso nelle stagioni precedenti".

"Credo che questo abbia fatto molto bene anche al suo morale, perché è migliorato in tutti gli aspetti del suo lavoro nel team, e per noi Marcus è l’elemento d’esperienza della squadra, quindi è stato un passo in avanti molto apprezzato”.

Conosci Leclerc da molti anni, ed è arrivato in Formula 1 con il ruolo prestigioso ma anche pesante da portare, del predestinato. Credi sia davvero destinato ai piani alti?
“È una domanda a cui è difficile dare una risposta chiara oggi, credo sia ancora un po' presto per potersi sbilanciare in un giudizio definitivo. Le aspettative sono molto molto grandi, lo si è capito già durante lo scorso inverno. Nelle prime tre gare ha iniziato il suo percorso di crescita, poi è arrivata Baku, dove Charles ha fatto qualcosa di speciale".

"Credo che ad un giovane si debba lasciare il tempo di crescere passo dopo passo, ogni pilota ha bisogno di crescere e capire molti aspetti di un contesto difficile come la Formula 1, dalla gestione delle gomme a quella della benzina, è una maturazione naturale che richiede del tempo. Ma sono convinto che Charles abbia il talento naturale, l’attitudine e la convinzione per raggiungere i suoi obiettivi".

"Non è facile per nessun pilota approcciare la Formula 1, ma per Charles credo che il weekend di Baku sia stato molto importante, un fine settimana in cui ha gestito al meglio tutti i passaggi chiave, dalle prove alle qualifiche ed infine alla gara, dove ha gestito al meglio tante fasi e soprattutto gli pneumatici”.

Torniamo alla struttura della squadra. Ha sorpreso un po' l’annuncio che ha confermato il termine della collaborazione con il direttore tecnico Jorg Zander. È stata una decisione maturata da tempo o una risoluzione che non era nei programmi?
“Questa tipologia di decisioni non sono mai improvvisate, non dipendono dai risultati delle ultime gare. Abbiamo dei progetti nel medio e lungo termine ed è arrivato il momento di prendere delle decisioni, anche sul fronte del dipartimento tecnico. In tempi brevi credo che annunceremo la nuova struttura”.

Avete già un’idea della figura a cui assegnerete il ruolo di responsabile tecnico del team? Sarà un ingegnere relativamente giovane o punterete sull’esperienza?
“Ho un’idea precisa, ma al momento la tengo per me…”.

Dopo le prime quattro gare della stagione, come valuti la partnership con Alfa Romeo?
“È una collaborazione che rappresenta un importante passo avanti per la Sauber. Questo accordo ci ha consentito di avere a disposizione la power unit 2018 della Ferrari, un grande aiuto per i progressi di performance confermati in pista".

"È anche un passo avanti per l’azienda, che conferma ciò che vogliamo fare in futuro e che abbiamo piani nel lungo periodo. Vedere una casa prestigiosa come Alfa Romeo legarsi alla squadra, credo sia stato un messaggio importante che Sauber ha lanciato nel paddock e non solo. Poi c’è la collaborazione tecnica, che si svilupperà sempre in futuro; per noi sarà importante poter accedere Alfa Romeo e cooperare con i tecnici, ma è un passaggio che non si può completare in due o tre mesi, ci vuole più tempo”.

Nelle ultime settimane si è parlato molto del futuro della Formula 1. Sul fronte tecnico c’è l’impressione che il modello di cooperazione Haas-Ferrari possa essere ripreso anche da altri team. Cosa ne pensi al riguardo?
“Ci sono delle regole, e il modello Haas-Ferrari le rispetta. Altre squadre si sono lamentate, ma onestamente non capisco perché, visto che è tutto nel rispetto del regolamento. Noi, come Sauber, abbiamo dei programmi differenti, con un numero maggiore di dipendenti e la volontà di sviluppare in autonomia i nostri progetti nella galleria del vento che ci appartiene: credo che sia uno dei nostri asset migliori. Siamo concentrati sul nostro lavoro, non prestiamo molta attenzione a situazioni che non ci
riguardano direttamente”.

I buoni risultati delle prime quattro gare, vi costringeranno a cambiare gli obiettivi che vi eravate posti alla vigilia del Mondiale?
“È sempre difficile programmare con precisione degli obiettivi, perché alla fine i risultati dipendono ovviamente anche da ciò che saranno in grado di fare gli avversari diretti. Se saremo ottavi o noni sarà un buon risultato, ma quello che più conta sono gli obiettivi che abbiamo nel lungo periodo, che vuol dire migliorare i risultati in ogni area dell’azienda, aerodinamica, gestione gomme, lavoro in pista etc. Ora vogliamo fare più punti possibili, ma allo stesso tempo speriamo di vedere crescere tutta la squadra nel suo insieme, in pista ed in sede”.

Credi che manterrete la filosofia di avere almeno un pilota molto giovane o arriverà il momento in cui darete priorità a due piloti d’esperienza?
“Al momento abbiamo un pilota esperto ed un esordiente. L’elemento pilota è uno dei tasselli chiave in un progetto Formula 1, perché non gli è solo richiesto di guidare al meglio una monoposto, ma anche di motivare la squadra, di avere il carisma giusto che serve nei momenti chiave, di fornire al team i feedback tecnici e molti altri aspetti".

"La Formula 1 è sempre più complessa, e non credo che due rookie possano essere una base semplice per poter lavorare, almeno un pilota credo che debba avere qualche anno d’esperienza per cooperare al meglio con la squadra. Personalmente mi piace lavorare con i giovani, è sempre una sfida quella di riuscire a tirare fuori da loro il meglio ed instradarli verso una crescita corretta, ma ritengo che la migliore combinazione resti un mix tra figure d’esperienza e giovani”.

Nella prima fase di questa stagione si è parlato molto di safety car, poiché ha influito non poco sui risultati delle prime quattro gare del Mondiale. Dal vostro punto di vista è una risorsa da sfruttare o siete allineati con i top-team che non la vedono di buon occhio?
“Se sei in testa alla gara e lotti per la vittoria non credo che faccia piacere vedere in pista la safety car, specialmente se il suo ingresso scombina i piani di strategia. Semplicemente cambia lo scenario della gara, e capisco che i top-team non la amino, visto che può gettare all’aria il lavoro di un weekend".

"Nella seconda parte dello schieramento può invece rappresentare una chance, e oggi c’è la tendenza a ritardare il più possibile il primo pit-stop, cercando di limitare il degrado degli pneumatici ed essere pronti a cogliere un’occasione se si presenta. Ma non credo che sia un modo ‘racing’ di correre, almeno
non come lo in tendo io, quindi avrete capito che non sono un grande fan della safety car”.

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