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Taramasso: "Austin gira in senso antiorario, ma le gomme posteriori sono più dure sul lato destro"

Il responsabile della Michelin in MotoGP ha spiegato a Motorsport.com che la trasferta texana non sarà semplice, perché i lavori di levigatura fatti sull'asfalto hanno reso la pista un po' un'incognita, per questo le scelte sono in linea con il 2018, con una curiosità...

Piero Taramasso

Foto di: Courtesy of Michelin

Il tracciato texano di Austin si appresta ad ospitare il terzo appuntamento stagionale della MotoGP 2019. Il Circuit of the Americas è già di per sé ostico per le gomme, soprattutto quelle anteriori, ma quest'anno c'è un'incognita in più per la Michelin, perché sull'asfalto sono stati ripetuti i lavori di levigatura che erano stati fatti anche lo scorso anno per cercare di limitare l'impatto delle tante buche presenti sul fondo.

Una situazione che quindi complica il lavoro del fornitore unico di pneumatici della classe regina, che non ha informazioni precise sulla pista. Per questo, l'azienda francese ha deciso di puntare su scelte in linea con quelle fatte 12 mesi fa negli Stati Uniti, anche perché non essendoci modo di fare test ad Austin, non vuole prendersi il rischio di portare in pista soluzioni che non siano già state validate in precedenza, come ha spiegato a Motorsport.com il responsabile Piero Taramasso.

I lavori che sono stati fatti sull'asfalto possono rendere questo weekend una mezza incognita per voi?
"Esatto. Avevano fatto dei lavori di questo tipo, che potremmo chiamare di levigatura, già l'anno scorso. Il problema di Austin è che ci sono parecchie buche e i piloti si erano lamentati molto, dicendo che sembrava più una pista da cross che da MotoGP. Queste buche possono essere molto fastidiose sia in staccata che in accelerazione, quindi per risolvere questo problema hanno cercato di levigare la superficie, solo che in questo modo rimane una sorta di striatura longitudinale sull'asfalto. E' proprio questo che crea un'incognita, perché se da un lato può offrire più grip, dall'altro può anche consumare di più le gomme. Senza dimenticare che l'anno scorso la pista era molto sporca, con tanta sabbia, proprio per via di questi lavori. Non sappiamo esattamente in che punti abbiano fatto questi interventi ed è per questo che è giusto parlare di incognita".

Alla luce di questo, che tipo di scelte avete fatto per il Gran Premio delle Americhe?
"Sappiamo che il tracciato di Austin è molto duro per gli pneumatici anteriori, perché è molto saliscendi, inoltre ci sono delle staccate importanti. Per questo siamo rimasti fedeli alle scelte che avevamo fatto nel 2018 e riproponiamo le stesse tre gomme anteriori, che si erano comportate abbastanza bene. Fare delle scelte diverse sarebbe stato azzardato, perché non abbiamo modo di fare dei test su questa pista per validare delle alternative. Per quanto riguarda il posteriore, abbiamo fatto una soft un pelino più dura rispetto all'anno scorso, perché i piloti si erano lamentati che sul lato sinistro non era abbastanza costante, quindi abbiamo indurito leggermente quella parte. Con la media e con la dura invece siamo rimasti sulla stessa rigidità del 2018, sempre perché è difficile portare delle nuove soluzioni senza avere modo di provarle prima".

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In Texas poi c’è una particolarità per quanto riguarda le gomme posteriori…
"Austin è un circuito che gira in senso antiorario, però per le gomme asimmetriche la mescola più dura è sul lato destro ed è una caratteristica abbastanza unica. Questo perché le curve 16, 17 e 18 sono tre curve in sequenza molto lunghe a destra, che mettono molto sotto stress la gomma, perché le moto sono sempre in piega ed in accelerazione".

Siamo reduci da un GP d'Argentina nel quale le gomme si sono comportate molto bene, al punto che sulla griglia di domenica abbiamo visto quasi tutta la gamma a disposizione...
"Su sei tipi di gomma che avevamo a Termas tra anteriori e posteriori, nella gara di domenica ne sono stati utilizzati cinque. E' un buon risultato, perché vuol dire che tutto è andato per il meglio. I tempi sul giro di Marquez hanno dimostrato che si poteva andare veramente forte: dopo qualche giro ha rallentato perché aveva un grande vantaggio sugli altri, ma avrebbe potuto girare in 1'39" tutta la gara. Anche i tempi di quelli dietro infatti sono stati tutti abbastanza costanti. Per noi è una gara positiva, anche perché i piloti sono stati più veloci rispetto al 2018 in tutte le sessioni, quindi il miglioramento è evidente".

Vi sareste aspettati che qualcuno potesse azzardare addirittura due gomme soft come ha fatto Vinales?
"Sì, perché c'erano anche degli altri piloti che sembravano indirizzati verso questa soluzione. Poi però la temperatura si è alzata parecchio e in gara quella dell'asfalto è arrivata a toccare i 45 gradi. Temperature che non avevamo mai avuto nel resto del weekend, quindi in tanti hanno preferito passare sulla gomma media all'anteriore. Con così tanto caldo, la soft poteva essere un azzardo, perché la metti molto sotto sforzo quando parti con il pieno di benzina, inoltre la soft al posteriore spinge molto sull'anteriore e questo può penalizzare parecchio. Basta guardare a Lorenzo, che se può utilizza sempre la soft davanti. Se non l'ha montata lui, vuol dire proprio che era una scelta abbastanza al limite".

Di contro, per una volta, abbiamo visto tanti piloti montare la gomma dura all'anteriore...
"La scelta più logica per la gara era la dura davanti e la media dietro, viste le temperature e le condizioni. Poi ci sono quelli che provano a fare delle scelte un po' diverse, anche se già dal primo giorno avevamo visto che la dura anteriore si comportava molto bene. Però tante volte per i piloti la parola dura è già sinonimo di mancanza di grip, è proprio una cosa psicologica. Con diversi è stata dura convincerli che la gomma dura era la soluzione giusta in questo caso".

 

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