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Simulazione Silverstone: con più grip in pieno per 76% del giro!

La nuova asfaltatura della pista inglese dovrebbe aumentare l'aderenza delle gomme per cui i piloti potranno aumentare il tempo di percorrenza a full gas, mettendo in seria difficoltà l'affidabilità dei motori sottoposti a stress notevoli.

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14

Max Verstappen, Red Bull Racing RB14

Simon Galloway / Motorsport Images

Silverstone celebra il GP di Gran Bretagna per la 52esima volta: il tracciato permanente di 5.891 metri con 9 curve a destra e 9 a sinistra è dotato di un asfalto completamente nuovo su un fondo omogeneo e ben livellato che dovrebbe assicurare una grande aderenza.

È necessario disporre di una configurazione aerodinamica da medio carico per affrontare le numerose curve ad alta velocità con importanti accelerazioni laterali e tre staccate potenti a Village, Brooklands e Stowe: a essere sottoposto a grande fatica non è tanto l’impianto frenante che è poco sollecitato, quanto le gomme.

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Non è un caso che la Pirelli abbia proposto le tre mescole più dure della sua gamma 2019, vale a dire C1, C2 e C3, scelte che potremmo definire molto conservative, visto che per la prima volta quest’anno assistiamo all’uso della mescola più dura. La curva Copse scarica moltissima energia longitudinale in frenata che diventa laterale in uscita (4.3 g): le gomme potrebbero subire un surriscaldamento.

Inoltre, la FIA ha deciso di cancellare il terzo tratto per l’uso dell’ala mobile fra l’ultima piega e la curva 3, dopo i due crash di Romain Grosjean (Haas) e Marcus Ericsson (Sauber) nel 2018 che avevano sbattuto piuttosto violentente per non aver disattivato il DRS prima di Abbey e si sono trovati con una downforce insoddisfacente per affrontare quella piega in pieno.

Il tracciato inglese offre sei tratti di percorrenza in piena potenza: l’acceleratore resta a tavoletta per il 76% del giro avvicinando il valore del Red Bull Ring, mettendo a dura prova l’affidabilità della power unit, anche se non dovesse fare particolarmente caldo.

Il tratto più impegnativo di 1.400 metri è compreso fra il National Pit Straight e dopo la Copse dove il motore è full gas per 17”5. Sono tosti anche il “rettilineo” principale che si estende per 1.100 metri (13”5 in pieno) fino alla Curva 3 e il Wellington Straigth di 790 metri (11”0 a tavoletta).

È facile capire che siamo alle prese con un circuito piuttosto sensibile al peso (10 kg in meno valgono quasi 0”2 al giro) e alla potenza: con 10 cavalli in più si possono guadagnare 0”18 al giro.

La guidabilità del motore agli alti regimi si osserva a Copse e nella sequenza di Maggotts, Becketts e Chapel, senza dimenticare Stowe: si tratta di curve veloci che richiedono un’interazione perfetta tra il motore elettrico e il turbo-compressore, mantenuto in rotazione continua a regime elevato dalla MGU-H.

Il sistema ibrido contribuisce in modo determinante alle prestazioni: secondo la simulazione Marelli l’ERS vale 2”0 al giro e 19 km/h di velocità massima. L’energia massima recuperata in frenata dalla MGU-K in frenata non è eccelsa (780 kJ), ma rappresenta un valore medio, mentre è elevato il dato di energia recuperata in accelerazione dalla MGU-H che arriva a 3.418 kJ al giro per un totale di 4.198 kJ.

Secondo la simulazione Marelli il record sul giro detenuto da Lewis Hamilton in 1’25”892 ottenuto in Q3 nel 2018 con la Mercedes W9 dovrebbe crollare piuttosto facilmente. L’ala mobile aperta dovrebbe consentire un incremento di velocità di 8 km/h: in qualifica alla speed trap si dovrebbe arrivare a toccare i 331 km/h.

Le squadre che vogliono affrontare il GP di Gran Bretagna sfruttando la piena potenza si devono dotare di 106 kg di carburante, ma siccome il consumo di benzina non è un dato critico è pensabile che ci possa essere chi possa decidere di partire con 10 kg di carburante in meno (riducendo il tempo sul giro di un paio di decimi) confidando su una safety car o sull’opportunità di rientrare nei parametri facendo lift-and-coast in fondo ai rettilinei.

Silverstone non sembra particolarmente dura per la trasmissione: bastano 1.560 cambi marcia per completare la gara, e i rapporti più usati sono la settima e l’ottava marcia, utilizzati rispettivamente per il 23% e il 27% del tempo.

Come abbiamo già accennato ci sono tre frenate potenti, la più violenta è alla staccata di Curva 6 (Brooklands) in fondo al secondo dritto in discesa dove si registra un picco di decelerazione di 5.5 g. Tuttavia è indispensabile regolare bene il raffreddamento dei dischi in quanto il rischio è di non avere l’impianto in temperatura, specialmente in caso di pista umida, e si potrebbe vetrificare il carbonio, riducendo le prestazioni del disco.

La strategia di gara sarà orientata per fare un solo pit stop considerato che la pit lane è lunga 380 metri e alla velocità di 80 km/h si percorre in 17”1. Molto importante sarà la partenza: dal via alla staccata di curva 3 ci sono 670 metri, abbastanza per sfruttare le doti della propria power unit.

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