Mercedes: Bottas dà la misura di quanto vale davvero la freccia d'argento
Valtteri Bottas ha condotto il GP d'Australia come ha voluto, mostrando una motivazione inaspettata anche per Wolff: "Quando è tornato dalla sosta invernale aveva una motivazione che non avevo mai visto". Toto non crede alla crisi Ferrari: "Non sarà sempre così, vedrete...".
Foto di: Steve Etherington / Motorsport Images
La gara più bella nel momento più importante. A volte lo sport regala delle belle rivincite, e quella presa oggi da Valtteri Bottas sul circuito di Albert Park ha un peso specifico che va anche oltre i 26 punti guadagnati nella classifica di campionato. Dopo un 2018 da incubo, concluso a zero successi mentre il vicino di box festeggiava il suo quinto titolo Mondiale, Bottas ha accusato il colpo.
“Ricordo che lo scorso anno al termine della festa del team alla vigilia di Natale mi disse che era stanco – ha raccontato Toto Wolff dopo la vittoria di Melbourne – mi confidò che aveva bisogno di recuperare perché quella appena conclusa era stata la seconda metà di stagione più schifosa che avesse mai avuto. Non l’ho sentito per un po', poi a fine gennaio è apparso nel mio ufficio dicendo: ‘sono tornato”’.
Le prime avvisaglie di un Bottas in forma sono arrivate in qualifica, quando ha reso difficile la vita a Hamilton fino all’ultimo giro. Lewis, abituato a passeggiare ad Albert Park, la pole numero 84 se l’è dovuta sudare, riuscendo nell’obiettivo per un decimo. “Visto Valtteri?”, aveva commentato Wolff sabato sera. “Si, ma Lewis…”. “Lewis qui vola, ma guarda Valtteri dov’è”. Poi è arrivata una partenza perfetta, al contrario di Hamilton, e quando si è davanti la vita è un’altra cosa.
Al di là dei problemi al fondo che hanno rallentato il campione del Mondo, sarebbe comunque toccato a Lewis questa volta coprire l’undercut della Ferrari di Vettel, ovvero entrare ai box per primo per il pit-stop anche se le gomme non erano ancora usate del tutto.
In Mercedes le regole sono chiare, e così è stato. Bottas ha finalmente potuto gestire la gara perfetta, la migliore della sua carriera, come ha ammesso quando emozionatissimo (in stile finlandese, ovviamente) ha risposto alle prime domande dopo essere sceso dalla monoposto.
Sarà stata anche per la presenza minacciosa di Esteban Ocon al fianco di Toto Wolff durante tutta la gara, ma il Bottas ‘barbuto’ sembra tutt’altra persona rispetto a quello visto lo scorso anno. Serviva una reazione, e così ha fatto.
In casa Mercedes hanno festeggiato (incluso Lewis Hamilton) un pilota ritrovato, ma anche se il motto sembra quello di tenere un profilo bassissimo, la notizia più importante per il gruppo di Wolff sono i riscontri arrivati dalla W10.
Senza i problemi di Hamilton forse i commenti dopo i 58 giri di Albert Park sarebbero stati differenti, ovvero una Mercedes in grado di dare venti secondi a tutti, Red Bull inclusa. Indicativa anche la tabella dei giri più veloci (diventati di colpo importanti per il punto introdotto dalla FIA), in cui Bottas ha relegato Hamilton a mezzo secondo, Verstappen a 0”676 e Leclerc a 1”346.
“Un vantaggio così non ce lo aspettavamo – ha commentato Wolff – il nostro passo ci ha sorpreso così come il ritmo basso della Ferrari. Le due cose hanno creato un grande divario, ma non credo che sarà sempre così, sono convinto che i nostri avversari abbiamo avuto un weekend difficile con il setup della monoposto".
"Non è semplice capire le origini di alcuni problemi su queste monoposto, ma ora avranno tempo per analizzare tutto. In Bahrain troveremo un contesto del tutto diverso, e potremmo vedere tante differenze in termini di valori in campo”.
Wolff versione ‘pinocchio’ potrebbe essere una delle novità di questa stagione, ma in effetti i verdetti del Gran Premio del Bahrain potrebbero non essere così scontati.
Prima della trasferta in medio oriente, anche in casa Mercedes ci sarà un briefing particolare.
“Nella riunione del mattino che abbiamo fatto qui a Melbourne – ha concluso Wolff – quando si è parlato di strategie ho espressamente vietato ai miei due piloti di lanciarsi per il giro più veloce qualora si fossero trovati nelle prime tre posizioni. Direi che mi hanno ignorato... tutti. Si devono essere messi d’accordo con gli ingegneri, perché ho visto che nel box erano tutti entusiasti, dovrò richiamarli un po' all’ordine. Portare a casa un punto in più è sempre positivo, ma senza prendersi troppi rischi, perché se poi si vanifica il punteggio di una gara per il giro più veloce, allora sono dolori”.
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