Hamilton: "Ordini di scuderia? Mi stupisce che la Ferrari non lo abbia fatto a Monza"
Lewis Hamilton ha sottolineato che quello di Sochi è stato un caso isolato e che la Ferrari ha fatto più spesso ricorso al gioco di squadra, dicendosi stupito che non lo abbia fatto a Monza. Valtteri Bottas deve ancora digerire Sochi, ma è pronto a rifarsi da parte se la squadra glielo chiederà.
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1
Steve Etherington / Motorsport Images
Come era facilmente prevedibile, l’arrivo della Formula 1 a Suzuka è stato seguito dall’eco degli eventi di Sochi. Su tutti a tenere banco alla vigilia del weekend giapponese è ancora l’ordine di squadra Mercedes che ha tolto la vittoria nel Gran Premio di Russia a Valtteri Bottas per consegnarla al compagno di squadra Lewis Hamilton. Il leader del Mondiale è tornato sull’argomento, ridimensionando la politica del team Mercedes in merito ai "team order", di fatto messa in atto solo nel weekend di Sochi.
"Nel nostro team sono arrivati degli ordini di squadra solo domenica scorsa – ha spiegato Lewis – per il resto abbiamo sempre lavorato come team. In altre circostanze mi sono trovato a sandwich tra due Ferrari, ed anche loro hanno fatto gioco di squadra fermando una delle due vetture al pit-stop in modo da costringere anche me alla sosta. Diciamo che in alcune fasi della stagione hanno seguito questa filosofia quando è stato necessario, ma abbiamo anche visto che in alcune fasi cruciali, come a Monza, non lo hanno fatto. Mi ha sorpreso? Si, perché in passato hanno impartito degli ordini, e forse ritorneranno sui loro passi, ma alla fine non è un mio problema".
Hamilton ha ribadito che per quanto sia cosciente che la politica dei “team order” garantisca un vantaggio in classifica di campionato, è tuttora combattuto sulla necessità di utilizzare questo approccio. "Abbiamo sentito tante opinioni differenti su questo argomento – ha spiegato Lewis – e sono diviso tra punti a favore ed altri aspetti negativi che comporta dare un ordine di squadra. Capisco bene i vantaggi che ne derivano, così come capisco che non sia il massimo per chi assiste ad una gara, ma posso dire che quanto accaduto a noi nel Gran Russia non ha scalfito i rapporti all’interno del team".
Questo il fronte Hamilton, ma Bottas non sembra aver digerito ancora del tutto gli eventi di Sochi. "Credo che lo scorso fine settimana, al di là dell’esito finale, sia stato molto buono per la mia fiducia – ha spiegato il finlandese – onestamente mi sento il vincitore dello scorso weekend, e non voglio che quanto accaduto a Sochi possa avere un’influenza negativa sul mio rendimento in pista. Ci sono stati molti lati positivi lo scorso weekend, ad iniziare dalla pole position conquistata sabato fino al ritmo di gara che si è confermato buono per vincere. La quadra sa cosa ho fatto e come lo ho fatto, e questo per me conta molto. Per il resto posso solo accettare quanto accaduto, perché la situazione che si è creata è dovuto all’andamento della mia stagione nella fase iniziale. Se fossi stato in lotta per il titolo tutto questo non sarebbe accaduto, ma essendo ormai fuori dai giochi se posso dare una mano lo faccio".
"Nelle cinque gare che mancano al termine della stagione lotterò per vincere – ha concluso Valtteri - questo sarà il mio obiettivo, e spero di riuscire a centrarlo. Non c’è cosa che desidero di più del vincere gare e combattere per il titolo, ma sono anche un uomo squadra, ed oggi il mio ruolo è quello di aiutare il team a far suoi i due Mondiali in palio. So bene che se le circostanze dovessero richiederlo, potrebbe accadere nuovamente quanto visto a Sochi, dipenderà dalle situazioni che si verranno a creare. Credo davvero di poter vincere, e forse in Russia se Lewis non avesse accusato un problema alle sue gomme, lo avrei fatto. Da parte mia cercherò di guidare come ho fatto a Sochi nell’arco dell’intero weekend, poi si vedrà".
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