Leclerc: ecco perché Baku è la pista delle svolte per il giovane ferrarista
Nel 2017 Charles ha corso in Azerbaijan per onorare la morte del padre e aveva siglato la pole, la vittoria in Gara-1 e il secondo posto in Gara-2 di Formula 2. Nel 2018 con il sesto posto con l'Alfa Sauber, il monegasco ha iniziato la sua ascesa verso la Ferrari. Dove vuole arrivare quest'anno?
Charles Leclerc, Ferrari
Jerry Andre / Motorsport Images
I primi ad essere stupiti furono gli uomini della Ferrari. La trasferta di Baku è una di quelle che la Scuderia affronta con un suo volo charter, rotta diretta da Bologna verso la capitale dell’Azerbaijan, un bel vantaggio rispetto ai voli di linea che prevedono almeno uno scalo.
Quando la squadra del Cavallino iniziò l’imbarco apparve Charles Leclerc. Nulla di strano visto che i piloti della Ferrari Driver Academy viaggiano non di rado con il team di Formula 1, ma tre giorni prima l’allora diciannovenne pilota monegasco aveva annunciato la scomparsa del padre.
“Che ci fai qui Charles?”, gli chiesero tutti coloro che avevano ipotizzato di non vedere Leclerc in pista in quel fine settimana. Era il 2017, e dodici mesi dopo Leclerc commentò così quella trasferta decisamente difficile sotto molti aspetti:
“Credo che il mio più grande risultato in termini di prestazioni in F2 sia stata la pole position di Baku, arrivata pochi giorni dopo la morte di mio padre. Sono partito per quel weekend senza aspettative, ma al tempo stesso volevo renderlo orgoglioso. Ho corso per lui, mi ha dato la forza”.
Hervé Leclerc è stato onorato in modo supremo da suo figlio, visto che non solo Charles riuscì a far sua la pole position, ma si impose in gara-1 (a cui seguì una toccante premiazione) e completò un weekend pazzesco con un secondo posto nella corsa che concluse il fine settimana nonostante una penalità di 10 secondi. Quel weekend in Azerbaijan Charles diede una sterzata fondamentale alla sua stagione, e a fine anno si laureò campione di F2 con il piglio dei predestinati.
Dodici mesi fa, sempre alla vigilia di Baku, Leclerc non stava vivendo un momento eccezionale. Nelle prime tre tappe del Mondiale aveva complessivamente raccolto meno del compagno di squadra Marcus Ericsson (al quinto anno nel Circus) dovendo familiarizzare con un contesto del tutto nuovo e con un'Alfa-Sauber che non aveva iniziato nel migliore dei modi la stagione con la C37.
Poi è arrivata Baku, uno spartiacque nella giovane carriera di Leclerc in Formula 1. La partenza dalla tredicesima posizione ed il brillante sesto posto finale, festeggiato sotto la bandiera a scacchi con un urlo liberatorio.
È stato il primo di una serie di exploit che hanno costruito la base per la promozione in Ferrari ufficializzata cinque mesi dopo.
“Baku è la mia pista preferita tra quelle del Mondiale”, ha confermato Leclerc in vista della gara del prossimo weekend, e probabilmente non è solo una valutazione tecnica. Sui 6.003 metri del circuito più atipico della stagione, Charles ha già scritto due storie importanti, e a soli ventuno anni c’è tutto perché questo racconto possa continuare con nuovi capitoli, magari già dal prossimo fine settimana...
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