Il secondo è servito, ma a Vettel il piatto canadese è indigesto
Il tedesco ha fatto fuoco e fulmini per manifestare in modo plateale la sua contrarietà a un provvedimento che ha cambiato il risultato della pista. L'errore del tedesco c'è stato, ma la pena è stata superiore alla colpa
Il numero 2 davanti alla monoposto di Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1, dopo che Sebastian Vettel, Ferrari ha spostato i cartelli
Andy Hone / Motorsport Images
La coda del Gran Premio del Canada sarà lunga. L’episodio clou avvenuto nei 70 giri di gara è di quelli che spaccano l’opinione dei piloti, degli addetti ai lavori ed ovviamente anche degli appassionati. Il "fattaccio" sembra confezionato di proposito per offrire diverse prospettive, ma è giusto partire da un dato certo: il provvedimento del Collegio dei Commissari sportivi (nel quale in questo weekend sedeva anche Emanuele Pirro) ha determinato il vincitore del Gran Premio del Canada.
I cinque secondi di penalità inflitti a Vettel, ed ufficializzati a 14 giri dal termine, sono stati di fatto la consegna della vittoria del Gran Premio del Canada a Lewis Hamilton, che a quel punto è rimasto a distanza di sicurezza dalla Ferrari volando verso la quinta vittoria stagionale.
Vettel l’ha presa male, malissimo, confermando che quando la situazione diventa calda il suo temperamento è decisamente latino. Passato sotto la bandiera a scacchi Seb ha tuonato: “Bisogna essere ciechi per pensare che si possa passare sull’erba e tornare in pista controllando facilmente la monoposto. Sono stato fortunato e non colpire il muro, dove diavolo avrei potuto andare? Questo è un mondo sbagliato, non è giusto”.
Mattia Binotto ha aperto la comunicazione dal muretto box per provare a calmare Seb, ma il tedesco non ha voluto sentire ragioni: “Non sto calmo, non è giusto, non è giusto. Sono arrabbiato e ho il diritto di essere arrabbiato. Non mi interessa cosa dirà la gente”.
Ci teneva maledettamente Seb a questa vittoria, e di fatto si è sentito scippato di un successo che ha sentito suo fino alla bandiera a scacchi. Però bisogna anche dire che un errore Vettel lo ha commesso, e questo errore è avvenuto quando Hamilton era nella sua scia. Lewis un rischio l’ha corso, e questo è un elemento da tenere presente.
Il regolamento FIA parla chiaro, ovvero Seb avrebbe dovuto lasciare spazio alla Mercedes, ma Vettel sostiene di non aver avuto la possibilità di farlo. Alcuni piloti, dove aver osservato le immagini, hanno sostenuto che la scelta migliore sarebbe stata quella di chiedere a Vettel di far passare Hamilton e lasciare campo aperto negli ultimi venti giri, ma il famigerato "sporting code" non prevede questi provvedimenti.
Col senno di poi una sanzione di due secondi sarebbe stata di diversa portata, avrebbe lasciato campo aperto e tutti coloro che hanno assistito alla gara avrebbero assistito ad un finale incandescente. Essendo uno sport, anche questo va tenuto in considerazione.
La virata decisa della FIA verso la sicurezza è stata decisamente apprezzabile, è sacrosanto punire chi mette fine alla gara di un avversario, ed in questo senso l’evoluzione del regolamento è stata corretta. Ma non è ciò che abbiamo visto oggi, e alla fine della corsa l’immagine del podio ha confermato che qualcosa non ha funzionato.
Il volto di Vettel è stato la fotografia dello stato d’animo di Seb, delusione e rabbia allo stato puro, quello di Hamilton non proprio la fotografia della gioia di un vincitore. Sensazioni che hanno confermato qualcosa di sbagliato.
"È stato triste vedere Seb – ha commentato Jenson Button presente in Canada come commentatore televisivo – e triste anche vedere Lewis, perché sicuramente non è questo il modo in cui avrebbe voluto vincere. Ci hanno regalato una gara fantastica, e alla fine entrambi non sono sembrati felici di salire sul primo e secondo gradino del podio. E questo lascia un po' di amaro in bocca… .
Ha ragione Button, qualcosa stona se due piloti che hanno dato il massimo, dominando una gara intensissima, lasciano la pista con rammarico. Anche se in dosi ben diverse tra Lewis e Seb, perché il tempo cancellerà gli stati d’animodi Montreal e a Hamilton resterà una vittoria che, al netto delle polemiche, lo ha proiettato a +29 su Bottas nella classifica di campionato. E con un Valtteri che inizia a perdere colpi sembra l’inizio di una lunga discesa verso il sesto titolo Mondiale.
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