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Ferrari: la Rossa è parsa inadeguata per la prima volta dall'inizio della stagione

Gli uomini del Cavallino, consapevoli di non disporre a Singapore di una SF71H competitiva, hanno provato una strategia aggressiva con le ultrasoft che non ha funzionato. L'importante è che Marina Bay resti un episodio, anche se la botta al morale è stata forte.

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Simon Galloway / Motorsport Images

Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, e Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, nel parco chiuso alla fine della gara
Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, precede Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, Max Verstappen, Red Bull Racing RB14, Valtteri Bottas, Mercedes AMG F1 W09 EQ Power+, Kimi Raikkonen, Ferrari SF71H, e il resto del gruppo, alla partenza
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
(Da sx a dx): Lewis Hamilton, Mercedes AMG F1 e Sebastian Vettel, Ferrari, festeggiano sul podio
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, precede Max Verstappen, Red Bull Racing RB14
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H, effettua un pit stop
Sebastian Vettel, Ferrari, parla con i media
Mattia Binotto, Chief Technical Officer Ferrari
Meccanici Ferrari
Sebastian Vettel, Ferrari SF71H

Meno quaranta, a sei gare dal termine. Può essere poco o tanto, ma l’impressione è la seconda, soprattutto osservando il trend confermato da Lewis Hamilton a partire dal Gran Premio di Germania. La Ferrari ha incassato a Singapore la sconfitta più cocente del 2018, e basterebbe l’espressione sul viso di Sebastian Vettel (dopo i 61 giri di Marina Bay) per raccontare un weekend che era stato immaginato (non solo nel box della Ferrari) in modo drasticamente diverso.

La gara di oggi non ha fatto che confermare i verdetti emessi dalla qualifica di ieri, ovvero un Lewis Hamilton stellare, un’ottima Mercedes ed un Max Verstappen esaltante con una Red Bull prevedibilmente competitiva su questa pista.

Ad essere meno prevedibile è stata la Ferrari, che per la prima volta in questo Mondiale ha dovuto accettare un verdetto che l’ha vista terza forza in campo.

La gara è stata figlia delle qualifiche, dicevamo, un copione visto parecchie volte su questa tipologia di piste. Nel box del Cavallino hanno voluto provare tutto il possibile per ribaltare verdetti che sembravano già scritti, e dopo l’ottimo primo giro inziale di Vettel (impeccabile Seb nel non rischiare alla prima curva con Verstappen ed anche il modo in cui in uscita dalla curva 5 ha preparato l’attacco all’olandese) è stato deciso di differenziare la strategia rispetto a Hamilton. Decisione che ci sta, considerando che a parità di condizioni sarebbe stato impossibile insidiare Lewis.

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Il piano della Ferrari era chiaro: anticipare la sosta di Vettel, montare una mescola sulla carta più performance della soft annunciata dalla Mercedes, e sperare in un undercut. Se fosse andato a segno, tenere alle spalle una vettura a Marina Bay, anche con gomma più fresca, non sarebbe stata un’impresa impossibile.

Alla fine, però, gli esiti di una strategia ‘o la va o la spacca’ non sono stati quelli sperati, e i 14 punti che potenzialmente potevano essere guadagnati in classifica su Hamilton, sono diventate tre lunghezze perse, a causa dell’overcut subito da Verstappen.

Sono diversi i fattori che non hanno giocato a favore di Vettel. Quando Seb è tornato in pista dopo il pit-stop si è ritrovato alle spalle di Perez, e il messicano (in una giornata delle peggiori da quando è in Formula 1) non ha certo favorito il soprasso della Ferrari.

Vettel ha impiegato un giro più del previsto per liberarsi della Force India, e si è ritrovato con i freni surriscaldati. Nell’ultima tornata a pista libera, prima della sosta di Verstappen, Vettel non ha stampato il tempone necessario per respingere l’assalto della Red Bull, che infatti alla curva 2 lo ha sfilato per pochi ma cruciali centimetri.

Si è comunque pensato che la Ferrari numero 5 avrebbe beneficiato della mescola di vantaggio nei confronti di Verstappen (ultrasoft contro soft) ma è parso subito chiaro che il ritmo di Vettel non era granché. Seb si è probabilmente anche demoralizzato vedendosi alle spalle della Red Bull, comunicando al suo ingegnere Riccardo Adami al giro 18 che difficilmente avrebbe terminato la corsa senza un secondo pit-stop.

Una visione pessimista, poi smentita dallo stesso Seb, che però negli ultimi venti giri ha tirato i remi in barca vedendosi impossibilitato a passare la Red Bull proprio per non rischiare sul fronte pneumatici.

Con una strategia conservativa Vettel probabilmente avrebbe mantenuto la seconda posizione, ma non è questo il punto. Il verdetto del weekend è stato chiaro: la Ferrari a Singapore non è stata performante come era nelle aspettative, soprattutto in qualifica. E'  probabile che per la prima volta in questa stagione il lavoro di adattamento alla pista della monoposto non sia stato dei migliori, con il risultato di non riuscire a sfruttare le gomme in qualifica.

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Hamilton stesso ha sottolineato come su questo tracciato “essere davanti è tutto”, evidenziando l’importanza di ritrovarsi al comando e guidare con aria pulita, marcando le strategie degli avversari. Ma il problema nato il sabato è stato confermato anche domenica. Vettel non è stato all’altezza di Hamilton, e Raikkonen non è riuscito ad avere la meglio su Bottas.

“Oggi chi ha vinto lo ha fatto con merito – ha sottolineato Maurizio Arrivabene - dopo il sorpasso di Sebastian su Verstappen abbiamo provato una strategia aggressiva, tentando l'undercut con le gomme Ultrasoft. Purtroppo, nel giro chiave ci siamo trovati dietro un'altra vettura che non ci ha permesso di essere abbastanza veloci. Nonostante il risultato di oggi, nulla è perduto. Con calma e determinazione affronteremo le sei gare che restano, per lottare fino alla fine”.

“Il nostro obiettivo non era quello di finire terzi – ha aggiunto Vettel - ma oggi non siamo stati abbastanza veloci”.

La speranza della Ferrari è quella di ritrovare la forma estiva già tra due settimane a Sochi, confidando che la tappa di Singapore si confermi a posteriori come un weekend da dimenticare e nulla più. Tecnicamente da Sochi per la Ferrari tutto potrebbe tornare nella norma, intesa come una buona norma, ma restano due aspetti non facili da mandare in archivio: una classifica di campionato che per restare aperta inizia a pretendere degli imprevisti del tandem Hamilton-Mercedes, e soprattutto una botta morale che a Singapore non è stata indifferente.

 

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